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  • Cisl e Cgil Funzione Pubblica di Macerata chiedono alla Pubblica Amministrazione di applicare le misure per contenere il contagio da Coronavirus

Cisl e Cgil Funzione Pubblica di Macerata, alla luce dell'emanazione del DPCM 8 marzo e della relativa circolare interpretativa del dipartimento della Protezione Civile, hanno chiesto oggi alle Amministrazioni del comparto funzioni locali: 

1. in attuazione di quanto previsto dalla circolare n° 1/2020 del Ministro per Pubblica Amministrazione, di attivare senza indugio ogni forma di flessibilità possibile, compreso il potenziamento del lavoro agile, per tutto il personale ed in particolare per il personale portatore di patologie che lo rende più esposto al rischio, per il personale che per recarsi in ufficio è costretto ad utilizzare il servizio di trasporto pubblico e per il personale su cui grava la cura dei figli a seguito della chiusura di nidi e scuole dell'infanzia; 

2. di predisporre, per lo svolgimento di riunioni e corsi di formazione, l'utilizzo di strumenti telematici; 

3. di evitare fenomeni di sovraffollamento negli uffici adibiti al ricevimento del pubblico che dovrebbero essere aperti solo su appuntamento o sulla base di urgenze non procrastinabili.

A tutti i dipendenti che dovessero svolgere attività che prevedono il contatto con l’utenza dovrà essere garantita la dotazione dei DPI indispensabili e previsti dalle vigenti norme e dalle disposizioni del Gores; 

4. di prevedere le indispensabili misure di sanificazione e pulizia profonda che non possono considerarsi espletate nelle forme che venivano adottate prima dell’emergenza Covid–19 ma dovranno essere improntate agli attuali protocolli del Gores; 

5. per coloro i quali dovessero astenersi dal prendere servizio  in ottemperanza alle misure di contenimento di cui sopra, si chiede l’equiparazione dell’assenza al servizio prestato come previsto dall’art 19 del DL 9 del 2 marzo 2020. 

«Le organizzazioni sindacali - riferisce Alessandro Moretti, Responsabile di Macerata della Cisl Fp Marche - si riservano di valutare i riscontri che dagli Enti perverranno per valutare idonee richieste di intervento del Prefetto ove le Amministrazioni interessate dovessero dimostrarsi sorde ai solleciti ricevuti».