In queste settimane cosi confuse e dense di ansia tutti si sono resi conto che senza la sanità pubblica non si sarebbe riusciti ad affrontare e contenere il contagio. Una Regione con i bilanci sani come le Marche deve però compiere il salto di qualità ed andare oltre l'emergenza.
Non basta prendere atto che senza la sanità pubblica e infermieri ed OOS, che rischiano quotidianamente di ammalarsi per paghe spesso inferiori ai 1400 euro al mese, oggi il contagio sarebbe molto maggiore. Occorre investire nella sanità, valorizzare i professionisti che vi operano ed accogliere le istanze sindacali tese a coniugare l'efficienza dei servizi con la doverosa valorizzazione del personale che vi opera.
Il complicato periodo che stiamo vivendo fa comprendere come non si risolvono i problemi della sanità con esternalizzazioni e tagli di spesa, ma solo investendo nel bene primario della salute. Si colga questa drammatica situazione per affrontare strutturalmente alcuni nodi rimossi per troppo tempo dietro l'alibi del contenimento dei costi. Il diritto alla salute è l'unico che la nostra Costituzione definisce come fondamentale e come tale va tutelato.
«In questo momento - dichiara Luca Talevi, Segretario Generale della Cisl Fp Marche - il nostro pensiero è rivolto agli infermieri, OOS, tecnici ed amministrativi coinvolti quotidianamente nella lotta contro il virus, con particolare riferimento agli operatori maggiormente coinvolti all'interno degli ospedali della Provincia di Pesaro-Urbino e degli Ospedali Riuniti di Ancona. La sicurezza degli operatori deve essere garantita sempre ed i dispositivi di sicurezza individuali non devono mai mancare perché, virus a parte, l'emergenza in sanità è quotidiana».
Nel breve termine è necessario che la Regione investa importanti risorse per la sicurezza degli operatori e per l'incremento dei fondi di produttività, alla luce dello stravolgimento organizzativo in essere in molte realtà per affrontare l'emergenza virus ( vedi pronte disponibilità, straordinario, riposi saltati, ferie non concesse ecc..).
«Dalle parole di apprezzamento per il lavoro fatto, in maniera solidale e coraggiosa, si passi a fatti e riconoscimenti concreti - prosegue Talevi -. E lo stesso avvenga per altri importanti protagonisti del lavoro pubblico quali Protezione Civile, Polizia Municipale, assistenti sociali, educatori degli asili nido, e più in generale il personale a contatto quotidiano con il pubblico, per garantire la loro massima sicurezza e riconoscere i rischi quotidiani della loro attività».
Lo smart working deve essere un importante strumento da adottare, non solo in questo periodo, ma necessita di uno sforzo culturale da parte delle pubbliche amministrazioni: ha infatti bisogno di investimenti tecnologici, sicurezza nei luoghi di lavoro, ed un modello organizzativo più basato sui risultati che non sulla mera presenza.
La Fp Cisl Marche lancia un appello anche ai parlamentari marchigiani affinché si attivino nelle opportune sedi per togliere quei vincoli normativi che, troppo spesso, servono solo a contenere i costi senza pensare alle conseguenze in termini di posti letto, coperture assistenziali, mancanza di personale.
Che questa grave emergenza serva alle amministrazioni per comprendere come agire anche in futuro, valorizzando chi quotidianamente è al servizio dei cittadini: il lavoratore pubblico