8.173 mila. Questo è il numero dei poveri in Italia che è emerso dalle ultime rilevazioni Istat, ben il 13,6% della popolazione. I dati ci danno l'idea dell'entità del fenomeno. Tante sono le cifre contenute nel Rapporto sulle politiche contro la povertà e l'esclusione sociale 2011, frutto dell'attività collegiale della Commissione di Indagine sull'Esclusione Sociale (CIES).
Nell'Unione Europea oltre 80 milioni di persone vivono sotto la soglia della povertà. Per questo nel pieno della crisi economica la Commissione Europea ha varato la strategia denominata "Europa 2020" per promuovere l'inclusione sociale attraverso la riduzione della povertà, mirando a liberare almeno 20 milioni di persone dal rischio povertà ed esclusione sociale. La strategia riguarda cinque temi generali: l'occupazione; gli investimenti in ricerca e sviluppo; l'istruzione; l'ambiente; la lotta alla povertà e all'esclusione sociale.
Il Rapporto, consultabile sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, mira ad identificare i gruppi a rischio di emarginazione sociale che sono la prima causa di distacco dalle relazioni sociali e dalle istituzioni. Le difficoltà economiche, lavorative e sanitarie dal 2008 al 2012 hanno peggiorato la condizione delle famiglie in particolare quelle residenti nel Mezzogiorno, dove c'è stato un aumento della povertà assoluta dal 5,8% del 2010 all'8% del 2011.
Le famiglie relativamente povere in Italia nel 2011 sono 2.782 mila e le famiglie assolutamente povere sono 1.297 mila. Per povertà relativa s'intende la difficoltà di famiglie ed individui ad accedere a beni e servizi, per povertà assoluta si intende invece l'incapacità di poter accedere a beni e servizi. La "povertà dei diritti" denominata così dalla Caritas e dalla Fondazione Zancan è la molteplicità di deprivazioni, la povertà economica si accompagna spesso a limitazioni nel diritto al lavoro, alla non realizzazione della famiglia, alla non tutela delle fragilità.
Il raggio di azione della povertà economica si sta allargando e cronicizzando creando povertà anche sociale con un'instabilità delle relazioni, che isola gli individui e le famiglie minando la partecipazione attiva alla vita sociale. E' un fenomeno che varia dinamicamente.
La povertà, infatti, è tanto più grave quanto più a lungo e quanto più intensamente un individuo la sperimenta, inoltre quanto più a lungo un individuo rimane socialmente escluso, tanto più si disprezza il suo capitale umano e si esauriscono i legami che costituiscono il suo capitale sociale. Il malessere che si è diffuso non si riferisce solo ad una fragilità economica ma nell'assenza di prospettive aggravata da una crisi di cui non si vede la fine.
La categoria dei disoccupati (2,1 milioni nel 2011) e dei precari è il sintomo di uno scoraggiamento dei giovani nella ricerca del lavoro. Le famiglie più ampie (371mila nel 2011), gli anziani soli (380 mila nel 2011), le famiglie mono genitoriali (117 mila nel 2011), le persone con limitazioni nell'autonomia personale che com'è intuibile sono più spesso gli anziani, gli immigrati che nel 2009 erano 4.235.000, pari al 7% della popolazione e le persone senza fissa dimora, vengono definiti nel Rapporto come i gruppi più a rischio di povertà ed esclusione sociale e comprendono quote dell'insieme di poveri relativi ed assoluti. Il perdurare della condizione di povertà di molte persone e famiglie dimostra il bisogno di politiche di contrasto e di lotta, specifiche per le diverse categorie colpite dalla crisi, sviluppando metodologie innovative per rappresentare la crisi al fine di analizzarne le cause per poi individuare opportuni interventi.
Il Rapporto confronta il quadro economico sociale italiano con quello di altri paesi europei tramite un insieme di misure della povertà e dell'esclusione sociale che fanno parte della Strategia Europa 2020 al fine di trovare analogie e comunanze per sviluppare politiche sociali comuni europee. Il contrasto alla povertà durante il XXI secolo ha rappresentato e rappresenta uno dei temi di maggior rilievo nell'agenda politica dei governi europei, che stanno cercando di migliorare la situazione economico sociale di ciascun paese membro della comunità attraverso misure di sviluppo come il sostegno economico alla persona e alla famiglia e il supporto a progetti del Terzo Settore relativi alla marginalità estrema.
L'Europa sta promuovendo interventi innovativi e sperimentali con il coinvolgimento delle associazioni di volontariato e le fondazioni bancarie, che con le istituzioni rafforzino i sistemi di welfare e delle politiche sociali, che sono il motore e la risposta alla lotta alla povertà e all'esclusione sociale. L'unione rappresenta una straordinaria dotazione di capitale umano e finanziario. La conoscenza della dinamica della povertà di gruppi di persone è utile per scegliere politiche efficaci per contrastarla.