"La giustizia faccia il suo corso, chi ha sbagliato paghi ma i lavoratori? Non ci stiamo alla gogna mediatica a cui vengono sottoposti gli addetti ai lavori". E’ questa la dichiarazione di Vincenza De Leo - Fisascat Cisl Marche. Da un paio di settimane i lavoratori del trasporto sanitario di Pesaro e Fano sono sotto accusa; persone che per poco più di 1000 euro al mese vivono con una divisa cucita sulla pelle, attaccati ad un cellulare per le chiamate continue, impegnati per 10 ore al giorno in reperibilità continua, per una indennità di 1,55 euro l’ora, indifferentemente sia di notte o di giorno. Dopo il servizio delle Iene sono bombardati da offese: social network, opinione pubblica, solo perché sono l’immagine viva delle aziende titolari degli appalti. Desideriamo ricordare che sono solo esecutori materiali non a conoscenza di come viene organizzato il servizio: la responsabilità di quanto accaduto non deve ricadere sui lavoratori ma bensì su coloro che non hanno vigilato per il rispetto del capitolato d’appalto. Non ci sembra di vivere in un paese normale, non crediamo sia giusto che debbano intervenire trasmissioni televisive a denunciare ruberie perpetrate a vario titolo, di cui noi apprendiamo oggi il contenuto. In questi anni abbiamo tutelato il lavoro in virtù di un appalto in essere, abbiamo cercato di difendere il reddito di 88 lavoratori, 88 famiglie il cui destino prima era appeso alle Legge regionale 292, oggi è nelle mani della giustizia? Il 7 ottobre è’ uscita la determina 690 dell’Asur Marche che prevede la gara per l’affidamento del trasporto non sanitario, attraverso una procedura ristretta. L’ammontare economico del servizio, strutturato in tre anni, garantirà il lavoro a un numero molto ristretto dei lavoratori attuali. La rimanente parte dell’attuale appalto sarà affidato, attraverso un interpello in linea con la legge, alle associazioni di volontariato. Siamo altamente preoccupati, chi si fa carico dei lavoratori? L’Assessore alla sanità ci convochi.