Le Organizzazioni Sindacali Territoriali del pubblico impiego FP Cgil – Cisl FP – Uil FPL esprimono preoccupazione in merito alle recenti decisioni assunte a livello regionale dalla Giunta Ceriscioli ed a livello locale dall’Asur Marche. Entrambe hanno alla base come comune denominatore il risparmio sul costo del personale ed il taglio delle retribuzioni accessorie. Dipendenti che guadagnano 1400/1500 euro al mese, stipendi che sono di molto inferiori alla media dei loro colleghi europei, ben presto potrebbero ritrovarsi con un aumento esponenziale dei carichi di lavoro e la progressiva diminuzione dei riposi per il recupero psico-fisico a causa della mancata sostituzione del personale cessato, mettendo a rischio la salute e la sicurezza dei lavoratori e di conseguenza la qualità dei servizi erogati.
Oltre al mancato riconoscimento della retribuzione accessoria legata alle progressioni economiche orizzontali (quello che nel privato è chiamato scatto ed è legato automaticamente all’anzianità aziendale) che vale circa 40/50 euro al mese, i dipendenti dell’Area Vasta 1 sono penalizzati anche nell’erogazione dell’indennità giornaliera legata al disagio dei turni di lavoro. Un interpretazione fantasiosa e rigida del recente CCNL sottoscritto il 21/05/2018 da parte dell’Asur Marche sta provocando una decurtazione sistematica degli stipendi del personale dipendente, arrivando persino a negare la cosiddetta indennità di disagio al personale sanitario che lavora turni di lavoro di 12 ore.
La recente approvazione della DGRM n. 82 del 28/01/2019 in materia di contenimento della spesa del personale degli Enti del SSR ma soprattutto la scelta politica di rideterminare i vincoli di spesa a partire dal 1/1/2019 solamente a discapito dell’ASUR e dell’Aree Vaste produrrà come naturale conseguenza una pesante contrazione dei livelli occupazionali con la rideterminazione dei piani di fabbisogno legati agli obiettivi aziendali, la perdita di posti lavoro per il mancato rinnovo dei contratti di lavoro a tempo determinato, la mancata sostituzione del turn over e delle assenze a vario titolo (malattia, congedi, maternità), la sospensione “sine die” delle procedure di stabilizzazione del personale precario ancora pendenti.
Per l’Area Vasta 1 di Fano il taglio sul capitolo di spesa del “personale” potrebbe essere il più alto tra tutte le Aree Vaste in considerazione anche del probabile affidamento a soggetti privati di alcuni “pezzi” dalla nostra sanità pubblica. Oltre a Chiaruccia di Fano, Villa Montefeltro a Sassocorvaro, Kos Care a Cagli altri servizi che oggi conosciamo come pubblici potrebbero essere affidati ai privati per effetto dei pesanti vincoli di spesa imposti alla sanità pubblica.
Il privato potrebbe concorrere al raggiungimento degli obiettivi politici di riduzione della mobilità passiva e dei tempi di attesa di molte prestazioni specialistiche, lasciando però inalterati tutti i dubbi sul mantenimento degli standard qualitativi dei servizi erogati alle comunità locali soprattutto in un’ottica di appropriatezza della cura e sull’impatto dei costi complessivi a carico del bilancio sanitario regionale. Nel PSSR 2019-2021 manca infatti una riflessione sui criteri che regolano la funzione di committenza che dovrebbe essere esercitata dal servizio pubblico, al quale va riservato, ad esempio, il presidio dei percorsi generali quali quelli della presa in carico.