Nuovo grido d'allarme dei sindacati sulla sanità picena. «La sanità pubblica è sempre più alla deriva», accusa la Cisl che ieri ha spiegato i motivi delle sue preoccupazioni alla presenza del segretario territoriale, Giorgio Cipollini e dei rappresentanti interni dell'Area Vasta. Nel documento della Cisl, (che rappresenta il 49% dei dipendenti del Mazzoni e il 44% di quelli dell'Area Vasta), si punta il dito su una serie di punti a partire dai «nove primari andati in pensione e non sostituiti», per proseguire poi con le «assunzioni bloccate da anni; il personale a tempo determinato in scadenza di contratto a partire dalla fine di maggio; l'accorpamento delle unità operative durante il periodo estivo; i contratti di manutenzione delle strumentazioni scientifiche disdetti e le apparecchiature carenti e obsolete».
Il sindacato inoltre denuncia «carichi di lavoro insostenibili con il rischio clinico in aumento e l'appropriatezza organizzativa compromessa». Oggi, intanto, è in programma un faccia a faccia tra i sindacati interni e la direzione dell'Area Vasta decisivo anche in vista di possibili agitazioni sindacali. «Chiediamo-dice Cipollini- assicurazioni sull'assetto organizzativo futuro e sulla conferma del personale a tempo determinato visto che sono in scadenza i contratti di circa 40 infermieri e 20 operatori socio sanitari. Se invece ci saranno ancora tagli lineari e diktat da Ancona, siamo pronti a far conoscere ai cittadini la nostra posizione attraverso un volantinaggio in tutta la città casa per casa. A noi sta a cuore la sanità ascolana e picena». Dalla Cisl arrivano bacchettate anche ai sindaci. «Mi meraviglia -dice sempre il segretario- che non si esprimano per difendere e tutelare il diritto alla salute dei cittadini e per questo li invito ad intervenire con iniziative concrete verso l'Asur».
Anche dagli operatori sanitari arriva un grido d'allarme. «L'ospedale Mazzoni -dice Paolo Villa (Rsu- Cisl) non ha niente da invidiare ad altre strutture, ma è necessario organizzare al meglio i servizi. Servono ad esempio investimenti nella tecnologia come nel caso della radioterapia, dove gli acceleratori sono vecchi e i pazienti vengono dirottati verso Macerata, Chieti o Ancona, o nella radiologia dove c'è una Tac a 16 slide rispetto alle 32 di Villa Anna o le 254 di Macerata. Anche per fare la risonanza è tutto pieno fino al 31 dicembre. In vista dell'estate siamo contrari anche all' accorpamento selvaggio dei reparti. Ormai i letti aggiunti sono diventati una routine al punto che in una stessa unità operativa convivono pazienti di sette reparti diversi». Anche dal coordinatore della Rsu, Roberto Fioravanti (Cgil) arriva un appello: «Non vogliamo -afferma- che si faccia «cassa» sulla sanità pubblica a discapito dei cittadini e dei lavoratori. Esprimiamo forte preoccupazione per il totaleclimadi incertezza che si vive all'interno dei reparti, servizi e residenze delle strutture sanitarie dell'Area Vasta 5. Con senso di c.ollaborazione e responsabilità abbiamo atteso invano in questi mesi un vero progetto organizzativo di integrazione tra le due ex Zone, mentre il sistema sanitario avanza verso una condizione di emergenza, privo di logiche sanitarie ed epidemiologiche.
La Rsu, con la consapevolezza del momento economico-finanziario, invita gli organismi politici e tecnici regionali e aziendali ad assumersi le proprie responsabilità. Invitiamo i cittadini a vigilare e a seguire le vicende del servizio per evitare la riduzione delle tutele sanitarie