Un corteo di oltre 2000 persone ha sfilato questa mattina per le strade di Faenza, con tutta la città che si è stretta al fianco dei lavoratori della Allegion-CISA., contro il piano presentato dal nuovo presidente EMEA della Allegion-CISA, multinazionale americana che ha 8500 lavoratori nel mondo di cui 2300 in Europa e 760 in Italia, che prevede la delocalizzazione delle lavorazioni meccaniche e 238 licenziamenti a Faenza e 20 Monsampolo di Ascoli. «Diciamo no ad un piano industriale che giudichiamo irricevibile in quanto prevede licenziamenti - afferma Romina Rossi, Fim Cisl Marche, a Faenza con i lavoratori del sito di Monsampolo - ci aspettiamo che il 16 luglio prossimo, nell'incontro al Ministero dello Sviluppo Economico con l'azienda, si arrivi con un piano di rilancio che prevede investimenti e che salvaguardino l'occupazione»
Un altra multinazionale che con il suo piano di riorganizzazione prevede la perdita di posti di lavoro con conseguenze ben più gravi sicuramente per Faenza «ma altrettanto problematiche per un territorio martoriato in questi anni come quello ascolano. - ribadisce Romina Rossi - Oggi qui a Faenza, tutti insieme, chiediamo con forza la modifica del piano industriale e nuovi investimenti per evitare i licenziamenti.»
Presenti anche i leader nazionale di Fim, Fiom e Uilm . Marco Bentivogli, Fim Cisl, intervenendo dal palco del comizio: «il piano industriale ferisce al cuore l’industria della Regione e della città di Faenza e di Monsampolo. Dopo aver costretto alla retromarcia gli americani di Whirlpool – dice - lo faremo anche con la Allegion-CISA, perché la ricetta, per il rilancio si chiama investimenti e salvaguardia dell’occupazione non tagli, l’azienda deve investire in macchinari, che ad oggi sono ancora quelli degli anni ‘70.Ci aspettiamo un cambio di piano già a partire dal prossimo incontro, che si terrà il 16 luglio al Mise. Altrimenti la nostra mobilitazione continuerà fino a quando l’azienda non farà marcia indietro.»