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  • Calzatura: Cessano aziende storiche, urge politiche di filiera, “made in”, ammortizzatori sociali.

Il distretto Fermano-Maceratese ha da sempre sopperito da solo alle esigenze del mercato e della clientela, con la propria capacità di adattamento e di inventiva, grazie ad imprenditori ed artigiani, lavoratrici e lavoratori noti per la propria artigianalità e disponibilità.

Temiamo che il 2018 ed il 2019 ci mettano difronte ai limiti di un distretto (soprattutto nel territorio Fermano) che ha bisogno di evolversi come “soggetto”, un'evoluzione fatta di visione imprenditoriale, ruolo della politica, apporto degli attori sociali tra i quali ovviamente anche il sindacato.

 

«È da un po che sta suonando un campanello d'allarme, il problema vero è che non ci sono mai state politiche attive. O meglio, sono rimaste solo sulla carta». È questo uno dei gridi d'allarme, una delle richieste reali che la Femca Cisl Marche pone all'attenzione della politica Marchigiana e Nazionale.

«Stanno iniziando a precipitare contesti produttivi che, sino a ieri, erano di altissima qualità. Anche diverse aziende che producono calzature di fascia alta stanno accusando dei colpi terribili.

In un contesto così cupo, si aggiunge un altro dramma, l'esaurimento degli ammortizzatori sociali: «questa è un'ulteriore mazzata per le aziende che volevano cercare quanto meno di riorganizzarsi, oltre che per i lavoratori che non hanno più una copertura adeguata».

A dimostrazione che riforme sul lavoro fatte a colpi di maggioranza, senza il coinvolgimento delle OO.SS. si dimostrano anacronistiche poiché decontestualizzate dalla vera realtà produttiva.

Si auspica un ripristino del contratto di solidarietà alla sua vera natura di ammortizzatore sociale alternativo ai licenziamenti, strumento che se ben usato ha permesso di evitare numerosissime chiusure aziendali, grazie ad una riorganizzazione sia della cultura imprenditoriale d'impresa sia dei diretti dipendenti, frutto di un lavoro sinergico tra azienda ed organizzazione sindacale.

Né va dimenticata la questione dell'indotto: «quando chiude una grande azienda, c'è un universo di terzisti che da mesi stanno già vivendo delle difficoltà».

A dimostrazione dell'urgenza di politiche di filiera ancora in uno stato troppo embrionale rispetto al ritmo tambureggiante di una crisi che avanza sul nostro contesto produttivo.

«Infine, ci sono alcune aziende che stanno giocando sulle spalle dei lavoratori: portando il lavoro fuori Italia, passando attraverso chiusure, per poi riaprire sotto forma di attività commerciali».

Su questo la Femca Cisl Marche sta facendo quanto possibile, anche ribadendo il proprio impegno su tutte le sedi istituzionali, affinché si difenda il lavoro. Siamo in un'area quasi esclusivamente monosettoriale, il lavoro va difeso, e per farle urge tutelare le aziende che decidono di lavorare in loco, legittimandole ad usare un “Made in” che realmente rappresenti la tutela del consumatore, troppe volte ingannato da un “made in italy” non sempre garanzia di 100% fatto in Italia.