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  • Cgil Cisl e Uil Marche bocciano la bozza di Delibera sul Fondo di solidarietà

È negativo il giudizio complessivo di Cgil Cisl e Uil Marche sulla bozza di Delibera con la quale la Giunta regionale approva i criteri di riparto e le modalità di utilizzo del Fondo regionale di solidarietà.  

Istituito con legge regionale 35 del 2016, il Fondo ha la funzione di coprire gli incrementi di compartecipazione delle rette in capo agli utenti - o ai Comuni che ad essi si sostituiscono nel loro pagamento - delle strutture socio sanitarie per anziani, disabili e persone con disturbi mentali.

La Delibera è stata oggetto di discussione nell'incontro avuto il 4 giugno scorso tra Sindacati, Presidente della IV Commissione Consiliare permanente e Dirigenti dei servizi socio sanitari. In quell'occasione sono state evidenziate alcune criticità, prima tra tutte l'esiguità delle risorse messe a disposizione, (2 milioni l'anno per il triennio 2017-19) rispetto alle quali è stato chiesto alla Regione di attivarsi da subito, in sede di variazione di bilancio, per aumentarne l’importo. 

Non convincono i criteri adottati per definire i beneficiari del Fondo, che in questa prima fase saranno solo persone con disturbi mentali. Cgil Cisl e Uil Marche sostengono invece che la selezione vada effettuata con riferimento all'effettiva condizione economica - certificata dall'Isee - e non dalla categoria di appartenenza. Per questo è necessario, da subito, dare un segnale di attenzione anche ad altre tipologia di utenti, a partire almeno dalle persone con disabilità. 

Allo stesso tempo, le organizzazioni sindacali chiedono alla Regione un confronto organico e strutturato per definire l'utenza potenziale del fondo, valutare l'impatto finanziario che la misura avrebbe qualora si volesse garantire una copertura completa, quantificare le risorse complessivamente disponibili e condividere in modo trasparente i criteri di selezione della platea degli utenti. 

Sullo sfondo va tenuto infine conto del fatto che il Fondo di solidarietà, così come concepito dall'accordo Regione- Sindacati del febbraio 2014, ha la funzione di sostenere in modo temporaneo le situazioni di maggiore difficoltà, in attesa che vengano ridefinite le tariffe dei servizi e le modalità di compartecipazione al loro costo, in modo equo, sostenibile ed omogeneo.