“Eppure il vento soffia ancora“ . La giornata del IX Congresso Regionale della FIM, Federazione italiana Metalmeccanici, è stata caratterizzata da pioggia , vento e, nonostante Marzo inoltrato, da temperatura invernale. Come se le avverse condizioni meteo avessero deciso di rappresentare lo stato del settore: dal 2009 pesantissime flessioni dei volumi produttivi e dell’attività commerciale, perdita di occupazione e ammortizzatori sociali alle stelle. Eppure il vento della Fim soffia ancora ed è un vento di speranza; la Fim c’ è e rimane protagonista nel rappresentare il lavoro come dimostra la partecipazione dei tanti delegati a questa giornata; la Fim c’è e cresce; la Fim c’è nonostante le condizioni difficilissimi del settore ed il massimalismo della Fiom. La Fim c’è e, come scrive nella sua relazione il Segretario Regionale Leonardo Bartolucci, riconfermato dai delegati alla guida della Federazione, in questi anni ha avuto il coraggio di fare scelte contrattuali difficili, fatte in nome della responsabilità che le compete e portando risultati alle persone. La Fim c’è, ha continuato Bartolucci, nelle difficili vertenze nazionali e in quelle regionali, dando risposte ai bisogni e provando a costruire la speranza di un futuro, cercando di essere collante di una coesione sociale più che lo scontro fine a se stesso. Una relazione densa di spunti e carica di riflessioni e di progettualità quella di Bartolucci: dalla valorizzazione del secondo livello di contrattazione che impegnerà la Fim e la Cisl ad “ un nuovo protagonismo nei luoghi di lavoro” come via per ricomporre “lo specchio rotto” della” frantumazione degli interessi”. Il senso politico della riorganizzazione della Cisl e, con essa, della Fim è del resto proprio quello di favorire “una maggior presenza nei luoghi di lavoro, rafforzando il protagonismo decisionale e di impegno dei nostri delegati, per poter sindacalizzare anche quelle aziende in cui non siamo presenti.” Nella convinzione che “la partecipazione è vera quando si condividono le responsabilità”, Bartolucci si sofferma sulla necessità di realizzare una nuova architettura organizzativa che riqualifichi i collettivi aziendali composti da delegati ed attivisti, valorizzi a livello territoriale il ruolo dei coordinatori e delle assemblee dei delegati, assegni ruolo e potere decisionale al direttivo regionale e rafforzi ad ogni livello la comunicazione e la formazione. Anche Bartolucci , come il collega Schibeci, guarda al futuro, al dopodomani, alla prospettiva e quindi all’accorpamento con la Femca e sottolinea come questo possa rappresentare un primo passo verso un sindacato dell’industria che si ponga come obiettivo, tra gli altri, anche una semplificazione dei contratti collettivi nazionali. Un progetto di riorganizzazione sottolineato e accolto nei tanti interventi dei delegati al Congresso, che hanno animato un dibattito partecipato e ricco di analisi e di riflessioni, carico di senso e di consapevolezze rispetto alle difficoltà che imprese e lavoro stanno attraversando nel nostro paese e nella nostra regione. Un dibattito arricchito ulteriormente dagli interventi del Segretario generale della Cisl Marche Stefano Mastrovincenzo, tutto incentrato sulla importanza di tessere rete tra persone e di essere punti di riferimento, e quello del Segretario Nazionale Alberto Monticco, che ha evidenziato la necessità per il Paese di una politica economica che affronti i problemi del lavoro e che metta in condizione le aziende di recuperare competitività, di interventi strutturali sui costi dell’ energia , di investimenti in infrastrutture, di una pubblica amministrazione più efficiente, di una riforma fiscale che riduca il cuneo fiscale a vantaggio dei lavoratori e delle imprese per favorire la ripresa interna dei consumi e degli investimenti.