Con la Sentenza n. 1355/2019 del 16/07/2019 si è conclusa una dolorosissima vicenda che vedeva coinvolti due anziani pensionati il cui conto nel dicembre del 2017 stato svuotato da un attacco informatico per loro devastante.
I due pensionati si erano rivolti all’Adiconsum Marche che per il tramite dell’Avv. Ezio Gabrielli si sono visti restituire il maltolto dopo che l’istituto per mesi rifiutava il rimborso delle somme, negando qualsiasi conciliazione e opponendo il classico “muro di gomma”.
Il decreto legislativo 11/10 impone, in casi come quelli in esame, una prova particolarmente rigorosa a carico del sistema bancario. Gli istituti stanno spingendo molto sull’informatizzazione del sistema ma si rifiutano di accollarsi i relativi oneri di sicurezza e garanzia nei confronti dei clienti.
Quando un consumatore viene attaccato per via informatica deve disconoscere le operazioni di prelievo e pretendere il rimborso dall’istituto il quale a sua volta, per opporre rifiuto, deve dare la prova dell’eventuale trascuratezza, errore o addirittura della frode del correntista. (è l’istituto che deve offrire la prova e non il correntista, e non valgono generiche resistenze o insinuazioni: la prova deve essere stringente e concreta).
La particolarità del caso risiede anche nella condanna della compagnia telefonica dei correntisti.
Sta andando sempre di più di “moda” da parte di questi hacker di sconnettere la linea telefonica del correntista in modo che gli stessi truffatori possano agire senza il pericolo che le vittime vengano avvisate dai messaggi sms di alert che normalmente vengono inviati dagli istituti.
La compagnia telefonica coinvolta – senza nemmeno produrre la registrazione della telefonata – ha semplicemente staccato la linea a richiesta di terze persone non identificate le quali, offrendo il numero di telefono e il codice fiscale (elementi facilmente reperibili all’interno del web banking), hanno di fatto isolato i poveri malcapitati i quali non si sono resi conto di quello che stava loro succedendo.
Ora banca e compagnia telefonica si sono viste condannate a restituire le somme illegittimamente sottratte dovendo anche pagare le spese del giudizio.
Spesso le vittime di queste frodi pensano di poter risolvere il problema ricorrendo alla sola segnalazione agli organi di polizia. Purtroppo il sistema penale, davanti a queste tipologie di frodi, poco riesce ad ottenere. Più utile il percorso civile e ancor più semplice sarebbe la collaborazione trasparente da parte degli istituti bancari coinvolti.