I sindacati regionali della scuola Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal hanno inviato una lettera al Presidente della Regione Luca Ceriscioli, all'assessore regionale Loretta Bravi e ai Prefetti della regione per chiedere di farsi portavoce con il Governo e con il Ministero dell'Istruzione per bloccare la procedura di mobilità del personale docente, educativo ed Ausiliario, Tecnico e Amministrativo (ATA) per l'anno scolastico 2020/2021, avviata nonostante l'emergenza nazionale rappresentata dal Coronavirus.
«In questo periodo di grave emergenza, in cui il Paese si ferma con senso di responsabilità e i lavoratori, compresi quelli della scuola, stanno lottando contro il virus pagando a prezzi enormi e rispondendo all’emergenza con serietà e dedizione, siamo rimasti sconcertati dalla decisione del Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina di emanare ieri sera, alle 21.30 del 23 marzo, a scuole chiuse e senza neanche consultare le rappresentanze dei lavoratori della scuola, l’ordinanza con cui avvia le operazioni di mobilità del personale docente, educativo ed Ausiliario, Tecnico e Amministrativo (ATA) per l'anno scolastico 2020/2021 - scrivono le Segretarie generali regionali Anna Bartolini (Cisl Scuola), Leonilde Gargamelli (Flc Cgil), Claudia Mazzucchelli (Uil Scuola) e Paola Martano (Snals Confsal) -. È difficile comprendere come si faccia a sostenere che si tratta di una decisione presa nell’interesse del personale scolastico, in un momento in cui i lavoratori sono costretti nei loro domicili per l’emergenza sanitaria».
Da anni le domande di trasferimento si fanno on line, ma nel periodo di presentazione delle domande numerosissime persone hanno necessità di ricorrere alle segreterie scolastiche, agli uffici dell’Amministrazione, alle sedi sindacali, affollate ogni anno all’inverosimile per soddisfare richieste di informazione e assistenza da parte del personale docente e ATA. «Pensare dunque di prevedere lo svolgimento di questi adempimenti come se questa fosse una situazione ordinaria significa essere completamente fuori dalla realtà - proseguono le sindacaliste -. Fissare il termine delle domande al 21 aprile è assoluta mancanza di buon senso, incompatibile con le restrizioni alla circolazione delle persone giustamente adottate dal Governo, ma anche e soprattutto totale mancanza di rispetto per tante lavoratrici e lavoratori che oltre a vivere situazioni personali e familiari pesantissime, purtroppo in molti casi anche direttamente colpite dalla malattia, stanno producendo uno sforzo encomiabile per mantenere viva, tra mille difficoltà, l’attività didattica e la relazione educativa con gli alunni. Il provvedimento è stato adottato ancora una volta anche in grave violazione delle regole che assegnano la mobilità all’ambito della disciplina negoziale. Il confronto, negato, avrebbe consentito fra l’altro di individuare modalità diverse per gestire in tempi e modi ragionevoli la mobilità del prossimo anno scolastico, tenendo anche contro dell’impatto devastante di questa emergenza».
La richiesta alle Istituzioni regionali è dunque di farsi parte attiva con il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte per veicolare una richiesta di bloccare il decreto di mobilità del personale della scuola. Questo anche alla luce della complessa situazione in cui si trova la scuola marchigiana e più in generale tutta la nostra regione che attualmente detiene il triste primato del più alto numero di contagi dell’intero Paese in proporzione al numero degli abitanti.