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  • Don Gnocchi: cresce la protesta nei centri delle Marche

Si sono svolte martedì 14 febbraio presso il centro Bignamini Don Gnocchi di Falconara le assemblee delle lavoratrici e lavoratori della Fondazione Don Gnocchi delle Marche per decidere l’avvio della mobilitazione decisa dalle segreterie nazionali di FP CGIL, FP CISL e UIL FPL a seguito del blocco delle trattative che erano seguite alla decisione unilaterale di disdetta del CCNL “Sanità Privata” in favore del CCNL “ARIS RSA” intervenuta con decorrenza 01/01/2016, un’applicazione quella del nuovo contratto prima paventata poi subito sospesa e sempre osteggiata delle organizzazioni sindacali di categoria.

Dal 1 gennaio 2016 fino al mese di settembre i lavoratori della Don Gnocchi delle diverse sedi marchigiane presenti ad Ancona, Camerano, Falconara, Osimo, Senigallia e Fano, hanno svolto, in virtù di un accordo di crisi che avrebbe dovuto scongiurare l’abbandono del contratto nazionale di riferimento della “sanità privata” ed il passaggio definitivo alle 38 ore, 2 ore in più a settimana non retribuite, sacrificando anche 2 giorni di ferie in nome di una crisi mai ufficializzata e mai compiutamente dimostrata dalla Don Gnocchi nazionale e comunque non ascrivibile alle performance delle strutture FDG delle Marche.

A settembre dello stesso anno le segreterie regionali hanno notificato ufficiale disdetta dell’accordo di crisi marchigiano, senza che tuttavia la Direzione marchigiana abbia effettivamente ripristinato, come avrebbe dovuto, le 36 ore settimanali, con la conseguente pretesa di proseguire nello svolgimento delle 2 ore in più settimanali non giustificate da alcun accordo di crisi e dunque da considerarsi, sotto tutto gli aspetti, orario straordinario.

Da qui la decisione dei lavoratori delle Marche e delle altre regioni d’Italia di avviare una vera e propria azione legale contro la Fondazione Don Gnocchi tesa ad ottenere il pagamento delle ore in più svolte al di fuori dell’accordo di crisi, contestualmente ad una ampia mobilitazione per rivendicare l’applicazione del contratto di riferimento “Sanità Privata” ed il conseguente ripristino del regime orario di 36 ore settimanali.

I lavoratori hanno deliberato un pacchetto di iniziative a sostegno della mobilitazione che prevedono: informative alla stampa sulla condizione dei dipendenti dell’ente, volantinaggi all’utenza, predisposizione di striscioni e soprattutto l’avvio delle procedure per la proclamazione di 2 ore di sciopero da effettuarsi presumibilmente il 10 marzo in orario da definire.