È stato firmato stamattina ad Ancona il Patto per la Ricostruzione e lo Sviluppo della Regione Marche, progetto strategico per la rigenerazione e il rilancio dei territori colpiti dal sisma 2016/2017 non solo sotto l'aspetto della ricostruzione materiale ma anche di una ricostruzione economica e sociale il cui sviluppo determinerà il futuro dell’intero “sistema regione”.
Il documento, elaborato da Regione, parti sociali, università, associazioni di categoria, Anci, Upi e Istao, raccoglie le necessità manifestate dai territori colpiti dagli eventi sismici del Centro Italia per elaborare le risposte necessarie e delle strategie conseguenti. Le aree di intervento integrate nel Patto riguardano i servizi alla coesione sociale, la competitività ed innovazione dei processi produttivi, la green economy, la sicurezza del territorio, la valorizzazione del patrimonio, la mobilità, la ricerca e le nuove competenze, le tecnologie e sistemi innovativi. Per attuare queste linee di lavoro, sono previsti investimenti di almeno 2 miliardi di euro, con un impatto occupazionale stimato di oltre 9.500 unità.
«L’azione sinergica di tutti i firmatari del Patto, dalle Istituzioni alle parti sociali, è un passo fondamentale per il ripristino del “sistema regione”. Ci aspettiamo che questa rinnovata convergenza possa dare un nuovo impulso all’economia e al tessuto sociale dei territori colpiti dal sisma e della Regione tutta – dichiara Sauro Rossi, Segretario Generale della Cisl Marche -. Su questo versante sarà cruciale il monitoraggio costante di tutti gli interventi destinati alle aree colpite dal terremoto per qualificare le politiche di sviluppo future».
Con particolare riferimento al territorio del “cratere” marchigiano del sisma è inoltre molto importante prevedere azioni supplementari che configurino meccanismi di “tutela economica speciale” e predispongano, per le porzioni più deboli, condizioni di maggior favore per intraprendere processi di rivitalizzazione e sviluppo attraverso l'individuazione di una zona a fiscalità di vantaggio con procedure semplificate atte a invertire i processi di declino in atto, favorire la resilienza del tessuto socioeconomico del territorio e, insieme, capace di stimolare l’avvio di nuove iniziative imprenditoriali, lungo un tragitto finalizzato al progressivo ripristino della vivibilità, dell’attrattività e della sostenibilità economica dell’intero sistema territoriale.
I soggetti sottoscrittori del Patto si impegnano ad attivare un processo di accompagnamento all’attuazione del Patto, attraverso la costituzione di una “cabina di monitoraggio” che, dello stesso, verifichi avanzamento, realizzazione e efficacia. La “cabina di monitoraggio” vedrà il diretto coinvolgimento dei soggetti sottoscrittori del Patto e sarà convocata dal Presidente della Giunta Regionale, con cadenza almeno trimestrale, vigilando sullo stato di avanzamento dei processi di utilizzo delle risorse e sulla realizzazione delle azioni intraprese, all’interno delle singole aree integrate di intervento. La “cabina di monitoraggio” dovrà altresì valutare l’attuazione del Patto, mediante un’attenta misurazione ed esame qualitativo dell’efficacia e dell’impatto esercitati dall’azione integrata dei Fondi europei, regionali e nazionali in termini di capacità di generare sviluppo e occupazione, estensibili anche all’intero sistema regione.
«Sarà vitale definire insieme il nuovo ruolo dei territori – dichiara Marco Ferracuti, Segretario Regionale della Cisl Marche - che, tramite i tavoli territoriali, la regia della Regione e la partecipazione delle parti sociali, dovranno trovare un loro specifico protagonismo per dare attuazione alle linee programmatiche del patto, ragionando insieme sui progetti strategici per il rilancio».
Il Patto avrà una prospettiva temporale di almeno 10 anni. I suoi principi saranno soggetti a periodica verifica e revisione in concerto con i soggetti sottoscrittori, con i quali si valuteranno eventuali opportune azioni correttive.