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  • Gli stipendi non arrivano: braccia incrociate per i lavori di pulizia alle poste

posteLa conferma arriva dalla  Filcams Cgil e Fisascat Cisl nelle province di Ancona e Macerata. L’astensione dal lavoro previsto dal 28 dicembre al 9 gennaio. “Ma se la situazione non si sblocca non ci fermeremo” sostengono le categorie sindacali 

Buoni profeti, e questo non fa che accrescere l’amarezza. Era una previsione evidentemente troppo facile quella delle segreterie provinciali di Ancona e Macerata di Fisascat Cisl e Filcams Cgil le quali avevano già anticipato a Poste Italiane e al Consorzio Re Mida la possibilità (divenuta in effetti realtà) di ritardo nel pagamento della prima retribuzione dall’inizio dei lavori di pulizia degli uffici postali delle province in questione da parte dell’ennesima ditta associata (Ecolucania srl) allo stesso consorzio. Di fatto, lavoratori ancora senza stipendio. “E tutto questo – sottolineano i sindacati – malgrado l’accordo sottoscritto in sede di cambio ditta lo scorso ottobre quando ci era stata assicurata la  consegna degli stipendi entro il 20 del mese. Ad oggi gli stipendi non risultano neppure spediti. La pazienza ha un limite, noi l’abbiamo abbondantemente superato”. E così da parte delle stesse categorie sindacali è arrivata la risposta. Dura, decisa, senza possibilità di contrordine: stato di agitazione a partire dal 28 dicembre, a prescindere dal “difficile arrivo”, sostengono i sindacati, degli stessi assegni.  Un pacchetto di scioperi di dieci giorni, sino al 9 gennaio compreso, con la certezza di ulteriori giorni nel caso non si arrivi ad una soluzione definitiva e certa della vertenza che si trascina ormai da 4 anni e 4 ditte diverse. “La gestione di questo appalto – sostengono i rappresentanti di Fisascat e Filcams - è divenuta ormai intollerabile. Oltre al fatto che il consorzio intestatario del contratto con Poste Italiane può tranquillamente, direttamente o indirettamente, cambiare le ditte che eseguono di fatto il servizio e ad ogni cambiamento la ditta uscente si trova puntualmente nella condizione di non poter onorare gli impegni con i propri dipendenti costretti, sotto il ricatto di aspettare i tempi lunghi di una vertenza, a rinunciare a parte di quanto spettante pur di percepire subito quanto l’azienda è disponibile a pagare, c’è anche da tener conto della natura delle aziende a cui il Consorzio ha affidato nel tempo il servizio con l’assenso dell’altro contraente, Poste italiane S.p.a.”. La storia è lunga e dolorosa soprattutto per gli stessi lavoratori “che hanno visto mutare ditte improbabili e rapporti di collaborazione sempre insoddisfacenti. Abbiamo atteso abbiamo mostrato disponibilità nelle trattative, ma ora ogni tempo possibile è scaduto”. L’arco è teso la freccia sta per essere scoccata: buone feste certamente, ma intanto i sindacati sono usciti dai confini della pazienza quasi infinita, braccia incrociate. 27 dicembre 2009