La gestione associata dei servizi è una sfida di innovazione che i Comuni devono cogliere per reagire alla crisi. E' quanto emerge dal convegno organizzato dalla Cisl di Macerata in occasione dell'Assemblea territoriale svoltasi ieri, mercoledì 27 febbraio all'Anton di Recanti.
Il tempo dell'associazionismo. Non a caso il titolo scelto per questa iniziativa fa riferimento ad una stagione, quella attuale, particolarmente difficile per il territorio maceratese e per le comunità locali. La crisi accresce le difficoltà di delle famiglie, compromette lo sviluppo del sistema produttivo e riduce la capacità di spesa delle amministrazioni pubbliche. La gestione associata di servizi e funzioni comunali, che fino a poco fa era considerata un'opportunità, ora diventa necessaria.
«Per questo - sostiene Lidia Fabbri, Segretaria della Cisl di Macerata - l'associazionismo deve diventare un modello generalizzato di funzionamento delle amministrazioni locali, e non solo dei Comuni piccoli o piccolissimi, ad essa obbligati dalle norme nazionali».
Di normativa "incoerente" parla Silvia Spinaci, Docente dell'Università di Macerata. Il Decreto 95 del 2012 sancisce l'obbligo, per i Comuni con meno di 5.000 abitanti, di gestire in forma associata tutte le funzioni fondamentali entro il 2014 ( e almeno tre funzioni a partire dal 1 gennaio 2013). L'anomalia sta nel fatto che scegliendo il più incisivo strumento dell'Unione dei Comuni, il limite demografico minimo da raggiungere è di 10.000 abitanti. Se invece scelgono quello, più leggero, della Convenzione intercomunale, la legge non fissa soglie minime.
«Il rischio - secondo la Spinaci - è che le amministrazioni ripieghino verso il semplice adempimento dell'obbligo normativo attraverso convenzioni che coinvolgano piccole porzioni di territorio». Un rischio "colabrodo" che la nostra realtà locale non può permettersi in un momento come questo.
Per la Cisl, La creazione di nuovi “sistemi locali” che trascendono i confini dei singoli Comuni si riflette anche sui sistemi economici e delle imprese. Tesi fatta propria dal Presidente della Camera di Commercio di Macerata Giuliano Bianchi, secondo il quale « la crisi della produzione si riflette anche sulle amministrazioni locali che faticheranno ad andare avanti. E' necessario quindi superare l'individualismo degli imprenditori e della politica, lavorando su progetti di valorizzazione delle aree interne».
Fondamentale la Provincia, che deve recuperare un ruolo di programmazione e coordinamento. «Su questo - conferma il Presidente Antonio Pettinari - siamo disponibili a mettere disposizione dei Comuni esperienze e professionalità in campi come appalti, contratti, gestione personale, ambiente, progettazione ecc». Un obiettivo può essere quello di recuperare il progetto di Macerata come "città diffusa", la città dei 100.000.
Sulla necessità di fare passi avanti nella gestione associata concordano anche i Sindaci . Secondo Francesco Fiordomo, primo cittadino di Recanati «l'integrazione è uno strumento per costruire un'architettura dello stato capace di dare risposte diverse e migliori ai cittadini, rimettendo al centro le loro esigenze reali».
Un'esperienza positiva di integrazione viene dal settore dei servizi sociali. «L'Ambito sociale 15 - racconta Romano Carancini, Sindaco di Macerata - è un'esperienza efficiente e collaborativa, che ci fa capire come sia possibile riorganizzare l'attività dei nostri comuni salvaguardando dignità e identità delle singole amministrazioni». Un'esperienza che il Sindaco di Macerata propone di replicare anche su altri versanti, specie quelli di respiro provinciale come il turismo. Un settore che, se ben organizzato, potrebbe produrre benessere e ricchezza per tutto il territorio.
La gestione associata dei Comuni presuppone un ruolo forte della Regione Marche. Una Regione - afferma il Segretario generale della Cisl Marche Stefano Mastrovincenzo - apprezzata per molte cose (accordi anticrisi, accordi sul credito, patto di stabilità coi comuni, iniziative positive per internazionalizzazione e promozione delle Marche) ma che perde colpi quando si affrontano questioni di ampio respiro». Servono invece azioni di innovazione da tradurre in un ridisegno complessivo del territorio.
«Su questo - ha concluso Mastrovincenzo - decisiva sarà la capacità di intercettare i fondi strutturali europei con progetti che facciano riferimento a bacini territoriali più ampi, le cosiddette "città unite». Un lavoro importante e difficile da fare insieme per contribuire a ridare credibilità alla classe dirigente, proprio a partire da quella locale.
Il Convegno ha seguito i lavori dell'Assemblea territoriale della Cisl di Macerata, svoltasi nella mattinata. Significativo è che, mentre chiede alle sue controparti percorsi di accorpamento e riduzione di inefficienze, la Cisl decida di auto riformarsi. Non più 5 strutture provinciali ma 13 Aree Sindacali Territoriali distribuite su tutta la Regione (3 nella Provincia di Macerata). Accentrate alcune funzioni tecniche e amministrative, saranno potenziati sul territorio la presenza sindacale (delegati e rappresentanti) e i servizi (caf, patronato, adiconsum ecc.). Una Cisl ancora più vicina ai suoi iscritti.