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  • La crisi non va in ferie

L’estate è tempo di vacanze e di riposo meritato per tantissimi lavoratori e per le loro famiglie. Purtroppo però la crisi non va in ferie e al contrario impedisce a molti di loro di trascorrere un periodo estivo sereno. Al giro di boa dell’anno 2010 è opportuno analizzare alcuni dati da cui si può desumere che se la discesa si sta lentamente arrestando, la strada per risalire resta ancora molto lunga e difficoltosa. Gli ammortizzatori sociali A giugno 2010, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, la Cig ordinaria è diminuita del 27%. Un dato positivo, da valutare confrontandolo con quello di giugno 2008, rispetto al quale l’incremento rimane notevole (+172%). Per molte aziende l’incentivo sta per terminare e per i lavoratori si prospetta la trafila della Cig straordinaria e della mobilità. Non a caso entrambi questi due ultimi ammortizzatori sociali continuano a crescere. La prima lo fa a ritmi altissimi (+ 80% rispetto a giugno 2009). Più o meno stabile è invece il flusso delle iscrizioni nelle liste di mobilità (+ 6% rispetto a giugno 2009). I lavoratori iscritti alle liste di mobilità Alcune considerazioni sui lavoratori in mobilità, solo la metà dei quali godono della relativa indennità. Una volta iscritti nelle liste poi non è semplice rientrare nel mercato del lavoro. Il principale motivo di cancellazione è infatti la decadenza automatica (60%). Stiamo parlando di lavoratori che il sistema non è riuscito a riassorbire neanche con gli incentivi della mobilità; persone in età generalmente avanzata (il 55% ha tra i 40 e i 59 anni), con bassa scolarizzazione e specializzazione, a forte rischio di ingresso nei circuiti del lavoro in nero e dell’illegalità. Meno qualità nell'occupazione Per quanto riguarda il mercato del lavoro, nei primi quattro mesi del 2010 diminuiscono le assunzioni (-7,5%) così come le cessazioni (-8,4%). Il saldo è positivo ma anche in questo caso sono necessarie delle precisazioni. Peggiora infatti la qualità dell’occupazione, in quanto diminuiscono le assunzioni a tempo indeterminato mentre aumentano l’apprendistato e il lavoro intermittente. Soprattutto però aumentano le collaborazioni a progetto, che sono la forma giuridica più utilizzata per mascherare, precarizzandoli, dei veri e propri rapporti di lavoro subordinato. Non è detto poi che dietro ogni collaborazione ci sia un lavoratore, nel senso che, nei confronti della stessa persona possono essere stipulati, da una stessa o da più aziende, diversi contratti di collaborazione nello stesso anno. I giovani pagano la crisi A pagare la crisi sono infine i più giovani, per i quali peggiorano le già difficili condizioni di accesso al mercato del lavoro. Rispetto ai lavoratori in età compresa tra 15 a 24 anni diminuiscono le assunzioni (-11%) e aumentano le cessazioni (-88%). Necessario convocare le parti sociali In conclusione, è evidente che i deboli segnali di ripresa non possono farci abbassare la guardia. Il livello di attenzione sulla crisi e sulle sue ricadute nei confronti dei livelli occupazionali deve rimanere alto. Per questo chiediamo al Commissario della Provincia di Macerata di assumere come prioritarie queste problematiche, convocando le parti sociali per valutare insieme quali misure adottare con urgenza per farvi fronte. Marco Ferracuti Segretario Generale Cisl Macerata