• Home/
  • Lavoro e sviluppo nel Maceratese: troppi precari e nessuna ripresa

sviluppo macerataOccupati in calo, crescono disoccupazione giovanile e precarietà. In discesa anche il numero di lavoratori dipendenti, mentre sale il popolo delle partite Iva e degli autonomi. Questo lo scenario che trapela dal rapporto su sviluppo e mercato del lavoro nella provincia di Macerata, presentato da Cgil, Cisl e Uil in occasione del 1 Maggio.

I dati delineano una situazione economica ancora difficile, con segnali di ripresa molto modesti - se non assenti - e caratterizzata da un'accentuazione dei fenomeni di precariato. Se il numero di occupati si riduce di poche unità (- 0,6% dal 2014), a registrare un deciso calo è il numero dei lavoratori dipendenti (- 4,7%), a fronte di un aumento del 10,8% dei lavoratori autonomi. Tra i lavoratori dipendenti gli unici per i quali si registra un aumento rispetto ai valori del 2014 sono quelli occupati nei servizi (+ 4,1%); negli altri settori gli occupati diminuiscono: - 12,9% nell’industria, - 24,8% nelle costruzioni.

In calo di un punto percentuale il tasso di occupazione in provincia, passato dal 63,8% del 2014 al 62,8% dello scorso anno. Si allarga invece il divario tra occupazione maschile (70,7%) e femminile (54,9%)«Le donne disoccupate sono oltre 6 mila - ricorda Silvia Spinaci, Cisl Marche - e sono in calo del 12,4% sul 2014 mentre il numero degli uomini in cerca di occupazione aumenta dell' 11,4%. Continua a preoccupare la disoccupazione per i giovani di età compresa tra i 15 e 24 anni, con le ragazze che scontano una disoccupazione superiore rispetto ai maschi: il 43% contro il 24%».

Scende lievemente il numero dei disoccupati, da 13.278 a 12.987, ma il tasso di senza lavoro nella fascia d'età 15-29 anni si porta al 22,9% dal 21,5% del 2014. A livello medio regionale il tasso di inattività, pari al 30,7% e in aumento rispetto al 2014 (29,7%). Rimane invariato quello maschile (22,9%), che risulta tuttavia più alto rispetto alla media regionale, mentre è cresciuto di oltre due punti, pur rimanendo sotto la media, quello femminile (38,5%).

La fase di criticità è confermata dal record della cassa integrazione, per la quale i dati di riferimento sono aggiornati al 31 marzo 2016. Quella ordinaria, negli ultimi 12 mesi, è cresciuta del 212,7%, seguita da quella straordinaria (123,6%), mentre diminuisce la cassa in deroga (- 58,4%).

Da Youtube