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  • #FuturoalLavoro 9 febbraio a Roma la manifestazione nazionale Cgil, Cisl, Uil . Dalle Marche un treno speciale e decine di pullman per gli oltre 4 mila, tra lavoratori e pensionati

FuturoalLavoro: è lo slogan della manifestazione nazionale, promossa da Cgil, Cisl e Uil, in programma sabato 9 febbraio a Roma: il concentramento è previsto per le ore 9 a Piazza della Repubblica, il comizio conclusivo alle 11 in Piazza San Giovanni in Laterano. Dalle Marche partiranno oltre 4mila tra  lavoratori  e pensionati; per l’occasione, sono stati organizzati un treno speciale e decine di pullman.

 Le ragioni della protesta sono molteplici. Si comincia dal lavoro e dallo sviluppo per i quali i sindacati chiedono più investimenti pubblici, che aumentino occupazione, crescita e sviluppo, si prosegue con il fisco per il quale si chiedono meno tasse su lavoratori e pensionati e lotta all’evasione mentre si dice no a Flat tax e condoni. Un altro capitolo importante riguarda la necessità di garantire i livelli essenziali delle prestazioni relative ai diritti civili e sociali dei cittadini in maniera uniforme, a partire dall’istruzione alla sanità.

Per quanto concerne le pensioni, si chiede il superamento della legge Fornero, con flessibilità in uscita a 62 anni, 41 anni di contribuzione a prescindere all’età per tutti, quindi la pensione di garanzia per i giovani, tutela delle donne, risposte per lavori di cura, discontinui, usuranti e gravosi.

Cgil, Cisl e Uil affrontano anche il tema della povertà sollecitando un sistema che preveda strumenti di natura economica e il rafforzamento delle reti sociali. Per la sanità, i sindacati sostengono la necessità di aumentare in modo progressivo il finanziamento del Servizio sanitario nazionale e di eliminare i super ticket. Per istruzione e conoscenza , si chiedono più fondi e investimenti e, infine, per la pubblica amministrazione si chiedono più risorse per il rinnovo dei contratti e la necessità di un piano straordinario di assunzioni.

Alla manifestazione partecipano Maurizio Landini, segretario Cgil nazionale, Annamaria Furlan, segretaria nazionale Cisl e Carmelo Barbagallo, segretario nazionale Uil.

 

 

 

 Lettera di Annamaria Furlan agli iscritti: " Mobilitiamoci insieme per cambiare  le scelte economiche del Governo"

 

 

 

 

Care amiche e cari amici,   

il 9 febbraio sarà una data importante per la Cisl e per tutto il movimento sindacale italiano. Abbiamo deciso  di organizzare una giornata di mobilitazione nazionale ed un momento di rinnovata unità del mondo del  lavoro, con la quale, assieme a Cgil e Uil, faremo sentire a Roma la voce di tredici milioni di iscritti ai sindacati  confederali: lavoratori, pensionati, giovani, donne, immigrati che sono il cuore pulsante del nostro Paese. 

Non scendiamo in piazza per motivazioni politiche ma esclusivamente sindacali: per cambiare le scelte del  Governo e sollecitare un confronto vero, per difendere gli interessi generali dell'Italia e delle persone che  rappresentiamo, a partire dai più deboli e bisognosi.   

Siamo molto delusi e preoccupati dai provvedimenti economici e sociali annunciati dal Governo Conte. I  venti della recessione sono di nuovo alle porte in tutta Europa ed anche in Italia si susseguono segnali  negativi, con tante aziende che rischiano di chiudere, tante vertenze nazionali e locali aperte, con un calo  continuo  dell’occupazione  stabile  e  della  produzione  industriale.  Doveva  essere  questo  il  momento  di  decisioni nette, più eque, concrete, dopo tanti anni di sacrifici enormi fatti dalle famiglie italiane per uscire  definitivamente dalla crisi. Ed invece c'è il rischio fondato di una minore crescita, di un aumento del divario  tra Nord e Sud e delle diseguaglianze sociali, per di più con una ipoteca di ben 52 miliardi sulle tasche degli  italiani per far quadrare i conti nelle prossime leggi di bilancio.   

Si è deciso di tagliare gli investimenti in innovazione, ricerca, alternanza scuola‐lavoro. Si continuano a  tenere fermi i cantieri delle infrastrutture che sono un volano per lo sviluppo, bloccando decine di opere  pubbliche, la costruzione di tante importanti autostrade, ferrovie, viadotti, ponti, che servono ad unire le  varie aree del Paese, a collegarlo meglio all'Europa, oltre che a dare lavoro a migliaia di persone. Ancora una  volta si rinviano le assunzioni nella pubblica amministrazione, nelle scuole, negli ospedali, nei servizi sociali,  oltre a non prevedere risorse per il rinnovo dei contratti pubblici e non parificare i tempi di erogazione del  Tfr  con  il  settore  privato.  Si  usano  le  pensioni  come  un  bancomat,  bloccando  nuovamente  la  giusta  rivalutazione per tante donne e uomini che hanno fatto grande l’Italia con la loro umiltà, la loro creatività, la  loro generosità nell' accudire anche i nostri figli e nipoti dopo tanti anni di dura fatica nelle fabbriche ed in  altri luoghi di lavoro.  

La quota 100 rappresenta sicuramente un ulteriore canale più flessibile di uscita dal lavoro, ma non risolve,  purtroppo, il problema di tante donne che difficilmente raggiungono i 38 anni di contributi, visto che non  viene riconosciuto il lavoro di cura e la maternità che spesso costringe molte donne ad abbandonare il lavoro  per  dedicarsi  alla  famiglia.  Il  reddito  di  cittadinanza  può  essere  uno  strumento  assistenziale  utile  per  affrontare il grave livello di povertà presente nel Paese, ma una cosa è certa: non creerà alcun posto di  lavoro.   

L’occupazione per i giovani e per chi perde la sicurezza lavorativa viene solo da più investimenti privati e  pubblici, con vere politiche attive, formazione delle nuove competenze, sgravi fiscali per le assunzioni a  tempo  indeterminato,  incentivi  per  la  digitalizzazione,  una  pubblica  amministrazione  moderna.  Senza,  inoltre, una vera riforma organica ed equa del fisco, c'è ora il rischio fondato di un aumento della pressione  fiscale, in particolare a livello locale, un fatto che rischia di penalizzare i redditi già tartassati di lavoratori,  pensionati e famiglie. Oggi è per noi cruciale rispondere anche alle esigenze della terza età, delle persone  non  autosufficienti  e  di  tutti  i  cittadini  italiani,  con  un  nuovo  e  moderno  sistema  socio‐sanitario  ed  assistenziale, con interventi che garantiscano il rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni in ogni regione e  territorio,  aumentando  le  coperture  finanziarie  del  Servizio  Sanitario  Nazionale  in  modo  da  assicurare  prestazioni di qualità in tutto il Paese.   

Ecco perché vi chiediamo di sostenere la nostra decisione di scendere in piazza il 9 febbraio: bisogna  mobilitarsi insieme, convintamente, perché solo uniti si vince questa battaglia di equità e solidarietà tra le  generazioni e tra le varie aree del paese. Noi non vogliamo far cadere i governi perché rispettiamo da  sempre  la  volontà  popolare.  Ma  con  il  vostro  contributo  vogliamo  cambiare  profondamente  le  scelte  economiche del Governo, come sempre partecipare ad un confronto costruttivo su una vera politica di  crescita, di diritti essenziali per tutti, rimettendo al centro la persona umana, la dignità del lavoro, la sua  sicurezza, la necessità di rilanciare il progetto di una Europa politica senza nuovi muri, barriere economiche o  sociali.   

Il nostro tesoro di entusiasmo, di energie, di competenze rappresenta la base per costruire una società dove  la giustizia sociale, l'opportunità di una formazione per tutti, il dovere umanitario all’accoglienza ed alla  inclusione  sociale,  sono  gli  strumenti  per  un  nuovo  modello  alternativo  al  populismo,  valorizzando  la  partecipazione dei lavoratori ed il ruolo dei corpi sociali che sono indispensabili, come ha ricordato il nostro  Presidente della Repubblica, Mattarella, per favorire la coesione sociale, l’equità ed il progresso economico  del nostro Paese.     

Fraterni saluti                       

                            Annamaria Furlan      

Segretaria Generale Cisl

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