In questa società dei furbi vige ancora una volta la logica dei “contenti e gabbati”
Con questo comunicato, vogliamo esporre alla regione un disagio che ha colpito in questi giorni i cittadini costretti a prendere il treno per recarsi sul posto di lavoro.
Come Federazione dei Pensionati Cisl di Ancona – avendo vissuto insieme a loro questa esperienza – abbiamo deciso di fare un comunicato, le cui linee sono condivise dai pendolari normalmente presenti sui treni regionali.
Nel mese di febbraio 2012, la disfunzione del trasposto ferroviario ha raggiunto vette assolute. Oltre ai classici ritardi di oltre 30 minuti sugli orari di partenza e arrivo – una routine ormai scontata per quanti si servano di mezzi ferroviari – si è assistito infatti ad una cancellazione selvaggia di treni, ad una riduzione estrema che ha colpito soprattutto i pendolari, gli studenti e i lavoratori che di quei mezzi hanno bisogno per raggiungere il proprio ambiente di studio o lavorativo. Ogni cancellazione è stata annunciata con un preavviso estremamente scarso (praticamente assente) ed è spiacevole evidenziare come la cosa si sia verificata parecchie volte, non solo nel corso del mese, ma addirittura nell’arco della stessa giornata. Del resto, la Regione conosce molto bene i disagi di cui si parla: i reclami inoltrati sono stati parecchi.
Tra le molte conseguenze negative del fenomeno, si possono ricordare la ricerca di un trasporto alternativo (che non sempre è possibile), la necessità di richiedere ferie non previste, per non rischiare un’assenza ingiustificata (un fattore ad alto rischio per il posto di lavoro) e la possibilità di guastare i rapporti con il proprio datore di lavoro. Secondo la logica di un normale contratto tra le parti, di fronte a tutto questo, la soluzione migliore sarebbe stata la chiusura del contratto con Trenitalia. Così non è stato.
A distanza di tempo, è stato maturato un nuovo accordo, che prevede per i pendolari un’agevolazione del 50% sull’abbonamento mensile di Ottobre: un’offerta apparentemente vantaggiosa, che risarcisce – almeno parzialmente – i pendolari delle difficoltà incontrate. C’è solo un piccolo problema: perché il pendolare possa usufruire di questo sconto, è necessario che mostri l’abbonamento di Febbraio 2012 (una condizione sicuramente presentata già nell’accordo con la regione). Poiché nessuno poteva sospettare un patto di questo genere, dal momento che l’abbonamento non è di alcuna utilità per detrazioni fiscali et similia, la maggior parte degli abbonati ha gettato via il foglio e ha dovuto pagare il prezzo pieno dell’abbonamento. Così, di fronte alla Regione – che ha salvato la propria immagine, proponendo ai suoi cittadini un’apparente contropartita dei disagi subiti – e a Trenitalia – uscita da una fase critica, pagando un prezzo insignificante – gli unici rimasti (come al solito) nelle loro difficoltà sono stati sempre i pendolari. Molti di questi, tra l’altro, lavorano all’interno della Regione.
Perché la Regione possa realmente garantire i pendolari, senza limitarsi all’inutile palliativo di soluzioni parziali, essa deve conoscere il numero preciso di persone coinvolte nella vicenda: quanti hanno usufruito dello sconto e quanti non ci sono riusciti. Due sono i passaggi che può percorrere per concedere il diritto al beneficio. Essa può far riconoscere il diritto all’agevolazione da parte di Trenitalia sulla base di una documentazione fornita dalle aziende pubbliche, private e dalle scuola di ogni ordine e grado in cui lavorano e studiano i pendolari; inoltre, può prendere sotto esame gli abbonamenti fatti con il computer dalle biglietterie da molti lavoratori.
Da una Regione che dovrebbe essere attenta ai bisogni e alle esigenze dei propri cittadini, ci aspettiamo qualche provvedimento in questa direzione.
Il Segretario Generale FNP Ancona
Giovanni Focanti