Era una grave pratica discriminatoria nei confronti dei cittadini stranieri e l'Inps l'ha finalmente mandata in soffitta, anche grazie all'impegno del Centro Patronati (Acli, Inas Cisl, Inca Cgil, Ital Uil): l'istituto previdenziale ha infatti riconosciuto che tutti gli immigrati regolarmente soggiornati in Italia, che siano titolari del requisito del permesso di soggiorno da almeno un anno, possono ottenere, se in possesso dei requisiti sanitari richiesti, l'indennità di accompagnamento, la pensione di inabilità, l'assegno mensile di invalidità e l'indennità mensile di frequenza, anche se privi di permesso di soggiorno Ce di lungo periodo.
In questo modo, l'ente recepisce quanto stabilito dalla Corte Costituzionale in diverse sentenze sull'argomento. Il fatto che la concessione di alcuni tipi di prestazione assistenziale fosse vincolata al possesso della carta di soggiorno era infatti già stato dichiarato incostituzionale.
La decisione dell'Inps è anche merito del patronato INAS che si è attivato ottenendo dai tribunali diverse sentenze positive.
In base a quanto precisato ha precisato l'ente previdenziale, eventuali domande di riesame potranno essere accolte solo nei limiti della prescrizione decennale e in assenza di giudicato.