Macerata - Da alcuni mesi a questa parte alcune strutture residenziali per anziani della provincia di Macerata sono sotto pressione per i controlli incrociati da parte dei NAS e dell’Ispettorato del lavoro. Oggetto del positivo e costante lavoro degli ispettori sono le condizioni di vita delle persone, le condizioni igienico sanitarie delle strutture, il rispetto dei requisiti strutturali ed organizzativi necessari per l’autorizzazione delle attività, nonché la legalità e la genuinità degli appalti dei servizi assistenziali.
Lacune scaricate sui lavoratori Il caso delle dipendenti della casa di riposo Sant’Agostino di Pievetorina, indagate per concorso nel reato di esercizio abusivo della professione infermieristica, rende necessario affrontare con urgenza alcune gravi lacune del sistema regionale di assistenza agli anziani non autosufficienti. Lacune sulle quali la Cisl da tempo chiede risposte, e le cui conseguenze non possono in alcun modo essere scaricate sui lavoratori.
Gli standard di assistenza e le capacità del sistema La normativa in vigore stabilisce che ad ogni anziano non autosufficiente ospitato in una residenza protetta regionale debbano essere garantiti almeno 20 minuti al giorno di assistenza infermieristica. Le difficoltà nel reperire personale infermieristico sul mercato del lavoro, ma soprattutto la mancanza di risorse finanziarie sufficienti, ha fatto si che su circa 3.400 ospiti delle residenze protette marchigiane, circa 3.000 ricevano solo la metà di quanto previsto. Oltre ad essere insufficiente per assistere efficacemente anziani afflitti da patologie croniche, invalidanti o degenerative, 10 minuti al giorno è un tempo che mal si concilia con l’assunzione diretta di personale, viste le limitazioni alle assunzioni imposte agli enti locali e le difficoltà di gestione degli infermieri derivate da orari di servizio vincolati ai momenti della somministrazione delle terapie.
Lavoratori tra l'incudine e il martello In attesa che le istituzioni risolvano questa problematica nelle Residenze Protette sono gli operatori di assistenza – Operatori Socio Assistenziali o Operatori Socio Sanitari - che indirettamente vengono costretti alla giornaliera ed impropria funzione della somministrazione dei farmaci e delle terapie, con la conseguenza, come nel caso di Pievetorina, di vedersi denunciati per abuso della professione infermieristica. La questione è crocevia di interessi distinti e contrapposti. Da un lato la necessità di garantire un’assistenza sanitaria di qualità ai nostri anziani ospitati in residenza protetta. Dall’altro quella di tutelare i lavoratori del settore, costretti a scegliere tra due rischiosissime opzioni: incorrere in un procedimenti disciplinare e penale o lasciare gli ospiti senza la necessaria assistenza.
Un problema di costi Deve essere chiaro che non esistono soluzioni a buon mercato. Per garantire l’assistenza prevista dalla normativa vigente la Regione Marche dovrebbe investire da subito circa 45 milioni di €, certamente difficili da trovare in tempo di crisi.
Riqualificare il personale OSS L’unica alternativa è quella di riqualificare gli Operatori Socio Sanitari attraverso i corsi di formazione per OSS Specializzato previsti dall’Accordo Stato – Regioni del 22 febbraio 2002, non solo per il comparto sanità ma anche per le strutture assistenziali a titolarità sociale. Questa figura professionale, competente ad eseguire mansioni sanitarie ridotte e semplici (medicazioni, terapie orali, intramuscolo, insulina, ecc.), sarebbe una soluzione legale, concreta ed economica alle necessità delle Residenze Protette per anziani.
Chiediamo pertanto alla Regione di attivarsi immediatamente per far partire i Corsi di riqualificazione per OSS Specializzati per le strutture socio assistenziali, così da risolvere questa grave problematica.
Nazzareno Tartufoli per la Segreteria Cisl Macerata Luca Talevi per la Segreteria Funzione Pubblica Cisl Macerata