L’Intersindacale ASUR dei veterinari e medici, che rappresenta i 1.230 dirigenti dell' ASUR, pari al 74 %, annuncia lo stato di agitazione e di mobilitazione dei lavoratori con assemblee e incontri con la cittadinanza in tutte le aree vaste e chiede «con urgenza al Direttore Generale ASUR, dott.ssa Storti, un confronto in merito, alla determina n. 742 del 31.12.2019, relativa alla riorganizzazione della articolazione aziendale dell' ASUR, che prevede la soppressione di 130 incarichi fra strutture complesse e semplici, contestando sia il merito che il metodo utilizzato» lo scrivono in una nota le Segreterie regionali della Intersindacale veterinaria e medica Asur, FVM, CIMO, FASSID, FESMED, CISL MEDICI, CGIL, ANPO, UIL.
In particolare si contesta nel metodo «il fatto che il 23.12.2019, l’ ASUR ha trasmesso alle OO.SS il testo del Piano di riorganizzazione aziendale dell' ASUR , senza un preventivo confronto né con le OO.SS., né con la Conferenza dei Sindaci, né con le delegazioni trattanti di Area Vasta , necessario per analizzare il testo del documento, senza dare alcuna informativa . Il 31 dicembre 2019 l' ASUR ha pubblicato la determina di riorganizzazione aziendale, senza rispettare le normali regole delle relazioni sindacali in vigore. - precisano i rappresentanti sindacali, tra i quali il Segretario Generale della Cisl Medici, Gabriele Brandoni - Si contesta nel merito la determina poiché taglia brutalmente 130 incarichi fra strutture complesse e semplici, in modo non omogeneo e difforme tra le 5 Aree Vaste , senza potenziare le strutture territoriali e le cure intermedie per la cronicità, con la conseguenza che si verrà a determinare un pesante disservizio per i cittadini e serie difficoltà per i Medici e Veterinari nello svolgere il loro impegno professionale .»
La Intersindacale ASUR ritiene inoltre «che la determina n. 742, poiché ha una valenza molto ampia e vasta, riguardando gli effetti sulla salute di tutti i cittadini e sui lavoratori, avrebbe avuto bisogno di un confronto corretto e scientifico fra le parti, ciò avrebbe potuto permettere di dare risposte quali-quantitative più efficaci per i cittadini e attuare condizioni lavorative più adeguate per i dirigenti sanitari , sia pure nel rispetto delle norme nazionali.»