“Salute, diritti, lavoro e sviluppo. Le Marche che vogliamo”: è questo lo slogan della manifestazione regionale che si è svolta ad Ancona sabato 13 aprile.
Sono arrivati ad Ancona in tremila, da tutte le Marche, lavoratori, pensionati, operatori della sanità. Un lungo corteo, dagli Archi a piazza del Papa, per sostenere le proposte CGIL CISL UIL Marche nel confronto con la giunta regionale e per richiamare l’attenzione dei cittadini sulle tante criticità della sanità marchigiana.
La manifestazione ha avuto inizio alle ore 9,30, con concentramento al Piazzale Parcheggio Archi e si è conclusa a Piazza del Plebiscito.
«Vogliamo riportare al centro dell’attenzione la situazione della sanità sostenendo che il diritto alla salute e alle cure deve essere garantito, su livelli adeguati, in ogni territorio». hanno affermato Daniela Barbaresi, Sauro Rossi e Graziano Fioretti, rispettivamente Segretari Generale di CGIL, CISL, UIL Marche.
Sul fronte regionale, per CGIL, CISL, UIL, «i problemi sono tanti e urgenti». Riguardano i tempi di attesa, i Pronto soccorso e la rete dell’emergenza-urgenza. Ma ci sono anche i servizi territoriali e l’integrazione socio-sanitaria e la prevenzione. E poi, la rete ospedaliera e le Case della salute. Infine, la questione della mobilità passiva e degli organici insufficienti. «Su tutto questo, ancora, neanche il Piano Sanitario Regionale ha dato risposte adeguate».
Le richieste dei Sindacati alla Regione e al Governo sono chiare. Sul fronte del personale sono necessarie politiche di valorizzazione degli operatori e servono investimenti consistenti per completare i piani di assunzione. Si prosegue con la necessità di un rafforzamento della sanità sul territorio con la riorganizzazione delle cure primarie e con un progetto condiviso di dislocazione e operatività delle Case della Salute. È poi urgente avviare un percorso per rendere coincidenti gli Ambiti territoriali sociali, i distretti sanitari e i servizi per il lavoro. Vanno inoltre potenziate le strutture residenziali e l’assistenza domiciliare.
È necessario, inoltre, aumentare le risorse per la prevenzione, a partire da quella sui luoghi di lavoro, con una particolare attenzione ai cantieri post sisma. Occorre rendere capillare la rete dell’emergenza-urgenza e definire un piano efficace per ridurre i tempi di attesa. Ma anche maggiore attenzione per la medicina di genere e la piena applicazione della Legge 194.
È poi necessario fermare la progressiva privatizzazione della sanità e garantire l’esercizio da parte del pubblico di una forte funzione di committenza e di controllo sia dei servizi che del rispetto delle condizioni contrattuali. Peraltro, è inaccettabile che i lavoratori della sanità privata abbiano il CCNL scaduto da 13 anni.
Concludono Barbaresi, Rossi e Fioretti: «La manifestazione si inserisce nell’ambito di una mobilitazione nazionale per rilanciare il Servizio Sanitario Nazionale pubblico e universale e definire, con Governo e Regioni, un nuovo Patto per la Salute».