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  • Sanità Marche, Pdl 145, Apertura al privato da parte della Regione Marche. Talevi: «Urge incontro, serve chiarezza»

Il 17 aprile 2018 si rinnovano le Rsu in tutte le strutture sanitarie pubbliche  marchigiane  e nello stesso giorno il Consiglio Regionale discuterà i contenuti della proposta di legge 145 che disciplinerà le sperimentazioni gestionali pubblico - privato in sanità.

Da una parte oltre 14.000 lavoratori del comparto si recheranno alle urne per eleggere coloro che per i prossimi tre anni si confronteranno con la parte pubblica per valorizzare la sanità pubblica ed i professionisti che vi lavorano, (con la Cisl Fp Marche che si presenta all'appuntamento elettorale con oltre 300 candidati solo per il comparto Sanità), mentre contestualmente i consiglieri regionali discuteranno di una apertura al privato che avrebbe necessità di un confronto  con i sindacati della funzione pubblica, che rappresentano anche i lavoratori della sanità privata. Un confronto che ad oggi è completamente mancato, nonostante le ripetute richieste unitarie ai tavoli regionali. La Regione si faccia parte attiva affinché il privato accreditato preveda l'erogazione di un salario di produttività, come accade nel pubblico. Attualmente i lavoratori della sanità privata lavorano 38 ore la settimana con un contratto nazionale fermo da oltre dieci anni ed un salario accessorio  che, nonostante i contratti nazionali lo prevedano per le realtà con bilanci sani , e  purtroppo non viene previsto o regolamentato con i sindacati. Inoltre quando il Governatore Ceriscioli afferma che grazie alla futura nuova legge i macchinari funzioneranno per più ore ci chiediamo quali saranno le modalità di utilizzo del personale pubblico nelle sperimentazioni gestionali e come mai non si investa in progettualità che coinvolga il personale pubblico, come avviene in alcune regioni del Nord Italia che non solo non hanno mobilità passiva ma mobilità attiva da altre regioni tra cui le Marche.Il privato è importante perché serve  ad aumentare e migliorare i servizi , ma l'impressione che si ha da tempo è che il pubblico stia arretrando dal territorio. Quando si legge nella proposta di legge regionale n. 145 che i programmi di sperimentazione riguarderanno "la riqualificazione e riorganizzazione dei servizi e strutture" e potranno essere utilizzati "beni mobili ed immobili" pubblici , ci si chiede se era cosi necessaria la chiusura dei cosiddetti piccoli ospedali che ora diventano "appetibili" per le strutture private. Un privato complementare al pubblico esiste in ogni regione  ma si discuta delle problematiche con le categorie sindacali che rappresentano sia i lavoratori pubblici che privati.

Si velocizzino nel frattempo le stabilizzazioni dei 1200 precari "storici" del servizio sanitario regionale, si investa sul personale, si avviino sperimentazioni progettuali che coinvolgano il personale pubblico. Gli annunciati nuovi ospedali vedranno la luce, se mai la vedranno, tra molti anni, mentre da subito si possono avviare , con i sindacati, progetti tesi a coniugare la valorizzazione della professionalità dei lavoratori con l'esigenza di risolvere gli annosi mali cronici della sanità marchigiani: liste di attesa e mobilità passiva. Vi sono dei servizi come i pronto soccorsi che hanno bisogno di investimenti e strutture adeguate per evitare, come capitato recentemente, che una semplice influenza mandi in tilt il sistema.

Per questo urge un incontro urgente sul personale, per dare risposte ai lavoratori che si recheranno tra pochi giorni al voto per rinnovare le loro rappresentanze interne e contestualmente dare garanzie anche ai lavoratori della sanità privata.