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  • Slot machine e gioco elettronico: quanto ci costano?

Da un’indagine condotta dal gruppo L’Espresso emerge un dato di estrema preoccupazione sulla diffusione delle slot machine, le macchinette elettroniche presenti nei bar e locali pubblici, nel comune di Urbino e alle quali ricorrono incessantemente giovani e anziani alla perenne ricerca del momento fortunato che possa far realizzare sogni e speranze mai sopite.

Su 19.041 abitanti presenti nel Comune, nel 2016, il 2,43% della popolazione ha giocato pro-capite ben 464 euro. Cresce anche il numero degli apparecchi presenti in città: sono 77 nel territorio comunale, il 2,7% in più rispetto al 2015.

Un dato di grande preoccupazione, se si raffronta con la vicina città di Pesaro che, pur presentando una giocata pro-capite di 845,7 euro, doppia di quella urbinate, vede giocare solo lo 0,89% della popolazione, che si compone di 94.813 abitanti.

Il gioco elettronico è una realtà di sofferenza diffusa e preoccupante tra le fasce di popolazione più deboli e che non emerge concretamente alla visibilità quotidiana. U pericoloso elemento se si considera che sempre di più giovani, anziani e cittadini comuni ricorrono a questa pratica di illusoria speranza per tentare di risalire la china da situazioni sociali, personali e familiari di particolare disagio.

Come AST CISL di Urbino e FNP, unitamente anche alle altre organizzazioni sindacali, abbiamo posto questo tema all’attenzione dell’amministrazione comunale, dell’Assessorato ai Servizi Sociali e dell’Ambito Sociale 4 durante il confronto che si sta portando avanti sulla contrattazione sociale per sostenere le persone e le famiglie in disagio sociale o che hanno al proprio interno situazioni di disabilità particolari.

Il rischio concreto è quello di trasformare la necessaria ricerca nei bilanci comunali di risorse economiche per sostenere e far emergere le situazioni di difficoltà in un involontario sostegno che incentiva le persone a ricorrere al gioco elettronico, ormai diventato una vera patologia diffusa, inquadrata con il nome di ludopatia.

Siamo convinti, come CISL, che proprio in occasione della contrattazione sociale si debbano prevedere azioni che ostacolino fortemente l’ulteriore sviluppo della presenza di slot machine, attraverso la messa a disposizione di risorse che aiutino e incentivino gli operatori economici a bonificare le loro attività, anche utilizzando le provvidenze messe a disposizione dalla recente legge regionale delle Marche n.3/2017 e dalle leggi nazionali, oltre a coinvolgere in una campagna di educazione e rieducazione le autorità sanitarie, il mondo della scuola, le Federazioni dei Pensionati FNP, SPI e UIL Pensionati, oltre a tutte le parti sociali interessate.

LEONARDO PICCINNO AST CISL URBINO