Studi e ricerche

06/07/2016 La donna e il lavoro in Marocco: pubblicato il rapporto di ricerca
Pubblicato il "RAPPORTO SULLA CONDIZIONE DELLA DONNA NEL MERCATO DEL LAVORO IN MAROCCO". La maggioranza delle lavoratrici del mondo è confinata nei settori meno produttivi e costretta a sopportare maggiori rischi economici rispetto agli uomini, in condizioni ancora lontane da quelle di un lavoro dignitoso. Cristiana Ilari Lo studio fornisce una panoramica sulle condizioni delle donne e delle ragazze nel mercato del lavoro marocchino, sui casi più gravi e più frequenti di violazione dei diritti e sulla partecipazione delle donne ai processi politici, economici e decisionali.E' stato condotto nell'ambito del progetto "Promozione e rafforzamento del ruolo e dell'attività dei sindacati e delle organizzazioni della società civile nella protezione dei lavoratori, delle donne, dei bambini e dei migranti in Marocco" iniziativa promossa da ISCOS Marche Onlus, e finanziata da Regione Marche, 5 per mille, Unione delle Chiese Valdesi. Clicca qui per ottenerlo gratuitamente
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03/12/2015 Rapporto 2015 dell'Osservatorio regionale mercato del lavoro
La Regione Marche ha pubblicato il Rapporto annuale 2015 dell'Osservatorio regionale mercato del lavoro. Il Rapporto contiene una serie di dati (anno 2014) sul contesto economico, sugli indicatori di crisi (cassa integrazione e mobilità) sulla demografia delle imprese, sul mercato del lavoro (dati a fonte Istat), su assunzioni e cessazioni e sul Programma Garanzia Giovani. Rapporto Osservatorio regionale Marche mercato del lavoro 2.pdf
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14/03/2015 Il welfare in azienda e nella comunità: esperienze a confronto
Lunedì 16 Marzo 2015 ore 9,30- 17,00 seminario di studio, promosso dalla Cisl Marche in collaborazione con l’Università di Macerata, sulle prospettive del welfare prodotto mediante la contrattazione aziendale e l’attivazione delle comunità locali. Ai lavori della mattina interverranno Emmanuele Pavolini,  Università di Macerata, e  Gino Mazzoli, Studio Praxis Reggio Emilia. Nel pomeriggio verranno analizzate esperienze concrete di welfare contrattuale e di welfare di comunità, con il contributo di Giorgio Caprioli, Cisl Lombardia e di Nicoletta Spadoni, del Comune di Castellarano ( RE). «Le dinamiche conseguenti alla grave crisi internazionale degli ultimi anni, le politiche di austerity dell’Europa e i processi di spending review messi in campo dai governi nazionali succedutisi nel recente passato mettono a dura prova il welfare pubblico. – afferma Stefano Mastrovincenzo, segretario generale della Cisl Marche - In questa cornice, pur continuando a negoziare servizi sociali e sanitari pubblici e di qualità per tutti ma soprattutto per le persone più deboli,  riteniamo necessario come Cisl approfondire e sviluppare  altre e nuove strade di creazione del welfare, chiedendo a  istituzioni, aziende, associazioni, comunità territoriale di dare il proprio contributo in questa direzione.» All’iniziativa, che è aperta agli studenti dell’Università di Macerata e a tutta la cittadinanza, è prevista la partecipazione del Magnifico Rettore dell’Università di Macerata, prof. Luigi Lacché.
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30/09/2013 La macroregione Adriatico - Ionica per lo sviluppo dell'Europa
La Macroregione Adriatico-Ionica e’ composta da quattro Stati della UE (Italia, Grecia, Slovenia, Croazia) e da Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Serbia, che si sono associati per promuovere la prosperità economica e sociale dell'area, migliorandone l’attrattività, la competitività e l’interconnessione.Copre una superficie di circa 520 mila Kmq, con 59 milioni di abitanti, un PIL di circa 1 miliardo di €uro (1,83% del PIL mondiale) ed una forza lavoro di 21,8 milioni di persone (Servizi 71%, Industria 25%, Agricoltura  4%).Costituisce una forma innovativa di cooperazione territoriale, in grado di rafforzare la coerenza e il coordinamento delle azioni politiche, razionalizzare l’uso delle risorse finanziarie, valorizzare il ruolo degli enti regionali e locali, coinvolgendo in modo ampio le organizzazioni della società civile.Intende operare prioritariamente per la preservazione dell’ambiente, il miglioramento dell’accessibilità e delle comunicazioni (autostrade del mare, pesca, sicurezza della navigazione e dei porti), lo sviluppo economico, con riferimento alle scelte operate dalla UE nell’ambito delle politiche settoriali; ulteriori settori di intervento possono essere stabiliti dai partner.Può diventare uno strumento efficace ed efficiente per la gestione integrata delle politiche settoriali a forte radicamento territoriale come trasporti, sviluppo economico, sanità, ambiente, cultura, politiche agricole e rurali.Agevola l’ingresso nella UE degli Stati che hanno attivato le procedure di pre-adesione e promuove il rafforzamento dei processi democratici. Insieme alle altre due Macroregioni del Baltico e del Danubio, costituisce l’asse ideale tra Nord e Sud Europa. Sarà infine un’occasione di collaborazione tra alcune regioni italiane del nord, centro e sud. Percorso e sviluppo Sin dal 2010, in collaborazione con il Ministero Affari Esteri e con l’Iniziativa Adriatico Ionica, la Regione Marche ha attivato una serie di azioni per sensibilizzare le istituzioni europee  al riconoscimento ufficiale della Macroregione Adriatico-Ionica.Nel marzo 2011, la Commissione Cooperazione Territoriale del Comitato delle Regioni (COTER) ha affidato alle Marche la redazione del Parere sulla “Cooperazione Territoriale nel Bacino del Mediterraneo, attraverso la Macroregione Adriatico-Ionica”. Il percorso di approvazione del Parere si è concluso positivamente, ad opera del Consiglio d’Europa, nel dicembre 2012.Nel gennaio 2013 è stato formato l’Intergruppo Adriatico-Ionico del Comitato delle Regioni d’Europa, composto da tutti i gruppi politici presenti nel Parlamento europeo, guidato dal presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca.Il Consiglio Europeo è ora in attesa della  presentazione da parte della Commissione di una nuova Strategia UE per la Regione adriatico-ionica (EUSAIR) prima della fine del 2014. La Strategia marittima per il Mare Adriatico e il Mar Ionio, adottata dalla Commissione il 30 novembre 2012, è una delle (principali) componenti di questa più ampia strategia macro-regionale per la Regione adriatico-ionica, che coprirà anche l’hinterland. E' stato pubblicato un discussion paper su questa strategia, che fa da base per la preparazione del piano.Dopo ampie consultazioni con gli stakeholder, analisi di dati tecnici e preparazione di una valutazione dell’impatto – da concludersi entro il 2013 – la Commissione adotterà nel primo semestre 2014 una bozza di comunicazione corredata da un Piano di azione.Questa bozza sarà proposta al Consiglio Europeo per l’adozione nel secondo semestre 2014 (in coincidenza con la Presidenza italiana dell’Unione Europea), al fine di poter fruire degli interventi finanziari previsti dalla nuova programmazione europea 2014-2020. Contenuti La Strategia UE per la Regione adriatico-ionica (EUSAIR)  si focalizza su aree di interesse reciproco (macro) regionale con un’alta rilevanza per i paesi adriatici e ionici. I principali obiettivi ed aree di priorità del Piano di Azione sono rappresentati da aspirazioni condivise e soluzioni da adottare a sfide comuni.La strategia è strutturata intorno a 4 pilastri tematici. Per sviluppare il piano di azione sono stati istituiti 4 gruppi di lavoro (uno per pilastro), ognuno dei quali guidato da uno stato membro dell’UE in collaborazione con un paese non membro. Ciascun gruppo di lavoro deve coinvolgere i rappresentanti di tutti gli 8 paesi partecipanti. A partire da luglio e sino a dicembre 2013, i gruppi di lavoro incontreranno gli stakeholder dei Paesi della Macroregione per raccogliere osservazioni, integrazioni e proposte.La CISL ha avviato un lavoro di analisi e proposta a livello nazionale che coinvolge le strutture sindacali regionali interessate dall’iniziativa. I pilastro: risorse marittime e marine – (Grecia e Montenegro) Promozione della crescita economica sostenibile, della creazione di lavoro e opportunità di business dai settori economici “blu” (come acquacoltura, pesca, biotecnologie blu, servizi marini e marittimi, ecc.). II pilastro: collegamenti nella Regione – (Italia e Serbia) Collegare la macro-regione e ridurre la lontananza delle comunità  insulari e rurali migliorando il governo dei corridoi nell’hinterland e marittimi e l’interoperabilità di tutte le modalità di trasporto. III pilastro: preservazione e gestione degli ecosistemi – ( Slovenia e Bosnia) Migliorare la qualità dell’ambiente degli ecosistemi regionali e preservarne la biodiversità. IV pilastro: incremento dell’attrattività regionale – (Croazia ed Albania) Migliorare la forza di attrazione turistica della regione supportando lo sviluppo sostenibile del turismo nell’entroterra, costiero e marittimo, riducendo la richiesta di stagionalità, limitando le aree occupate e promuovendo un brand regionale comune.Inoltre, Ricerca & Innovazione e Capacity Building rappresentano due aspetti trasversali di ogni pilastro.Il raggiungimento dell’obiettivo generale richiede inoltre: semplificazione e standardizzazione amministrativa, miglioramento della governance, necessità di competenze, ricerca, sviluppo e innovazione, modelli (compresi quelli marittimi), tecnologie a basso utilizzo di carbone, infrastrutture intelligenti e a prova di cambiamento climatico, forza lavoro qualificata e mobile.  Sensibilità e orientamenti della CISL Marche In attesa del piano d’azione, la CISL Marche sottolinea e sostiene alcune tra le priorità ed azioni individuate dalle istituzioni competenti per la Macroregione. In particolare: Occupazione a. Rafforzare e qualificare l’inserimento lavorativo dei migrantib. Migliorare l’efficacia e la qualità dei servizi per il lavoroc. Favorire l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro Inclusione sociale e lotta alla povertà a. Facilitare l’accesso ai servizi da parte della popolazione Rom e migliorare l’inclusione sociale attiva e la partecipazione istituzionale Istruzione e formazione a. Migliorare l’offerta formativa ed educativa per agevolare la mobilità, l’inserimento/reinserimento lavorativo ed accrescere le competenze dei lavoratorib. Elevare i livelli di competenze, di partecipazione  e di successo formativo nell’istruzione universitaria e/o equivalentec. Accrescere la pertinenza dei programmi di istruzione superiore rispetto alle esigenze del mondo del lavoro Sostegno allo sviluppo Rafforzare e qualificare la domanda di innovazione delle imprese b.   Tutelare e promuovere gli asset culturalic.   Potenziare il servizio ferroviario e aumentare la competitività di porti e aeroportid.  Sostenere progetti di promozione dell’export in grado di creare reti di impresee.   Sostenere il settore della pescaLa CISL Marche ritiene inoltre necessario che lo sviluppo della Macroregione si basi sul rispetto delle persone, delle famiglie, delle comunità locali, a partire dall’obiettivo del lavoro dignitoso. In particolare considera necessario: Occupazione a. Sostenere la creazione di posti di lavoro stabili e a lungo termineb. Favorire il riconoscimento reciproco dei titoli di studio e professionali in tutti gli stati della Macroregione  Protezione sociale a. Individuare e perseguire obiettivi di tutela sociale, sanitaria e previdenziale per tutti i lavoratori della Macroregioneb. Favorire la sottoscrizione di accordi tra istituti di previdenza per il riconoscimento dei contributi previdenziali versati in paese diverso da quello di origine Dialogo sociale e tripartitismo a. Costituire un Forum delle Organizzazioni sociali dei paesi interessati Principi e diritti fondamentali del lavoro a. Contrastare il lavoro nero e garantire la sicurezza  nei luoghi di lavorob. Garantire la trasparenza degli appalti pubblicic. Promuovere  la responsabilità sociale delle imprese  Per approfondimenti http://www.ai-macroregion.eu/
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16/09/2013 Diminuiscono gli infortuni sul lavoro, aumentano le malattie professionali
Il Dipartimento di Sicurezza sul Lavoro di Cgil, Cisl, Uil di Ascoli ha analizzato i dati sugli infortuni sul lavoro: nelle Marche c'è un calo del 12% degli infortuni denunciati mentre per quelli mortali il calo è del 38%. Aumentano, invece, le malattie professionali, che conoscono un'impennata di circa il 18%.Sono questi dati estremamente positivi anche se vanno contestaulizzati con la crisi in atto che ha prodotto un calo degli occupati, delle ore lavorate, dell'utilizzo degli impianti.Cgil, Cisl, Uil ritengono che sia importante utilizzare le risorse attive giacenti presso l'Inail siano destinate ad aumentare le rendite, gli indennizzi, le cure oltre a potenziare le attività di prevenzione in materia di sicurezza sul lavoro.Per la nostra regione deve essere effettuata una riflessione sull'andamento delle malattie professionali, in aumento rispetto al dato nazionale che è in diminuizione.Una riflessione specifica per il Piceno e per le Marche sarà possibile solo a novembre quando l'Inail Regionale presenterà i suoi dati per settore e tipologia infortunistica.
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22/01/2013 Mercato del lavoro, report di fine anno 2012
Il report dell'Osservatorio provinciale sul mercato del lavoro della Cisl di Macerata al 31 dicembre 2012.IL REPORT
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17/01/2013 L'Assicurazione Sociale per l'Impiego
La legge 92 del 28.6.2012 (“Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita”) ha dettato, tra l’altro, anche nuove norme in materia di ammortizzatori sociali.In particolare, l’art. 2, comma 1, della suddetta legge istituisce – con decorrenza 1° gennaio 2013 - due nuove prestazioni per il sostegno al reddito dei lavoratori subordinati che abbiano perduto involontariamente l’occupazione:• l’indennità di disoccupazione denominata “ASpI” (Assicurazione Sociale per l’Impiego”), in sostituzione della “disoccupazione ordinaria a requisiti normali”. L’INPS regolamenta le nuove disposizioni attraverso la circolare 142 del 18.12.2012;• l’indennità di disoccupazione denominata “mini-ASpI” (in sostituzione della “disoccupazione ordinaria a requisiti ridotti”).Mini-ASpI - Alcune precisazioni e novità (a regime)RequisitiLa “mini-ASpI” si differenzia dall’“indennità con requisiti ridotti” perché prevede l’erogazione del beneficio nel momento in cui si diventa disoccupati e non nell’anno successivo. E’ rivolta a coloro che abbiano almeno 13 settimane di contribuzione (a differenza delle 78 giornate previste dalla disciplina precedente).Base di calcoloPer il 2013 l’’importo dell’indennità è ottenuto calcolando il 75% della retribuzione di riferimento nei casi in cui quest’ultima sia pari o inferiore all’importo di Euro 1.180 mensili (annualmente rivalutato sulla base della variazione dell’indice ISTAT). Nei casi in cui la retribuzione di riferimento sia superore al predetto importo, l’indennità è incrementata di un ulteriore 25% del differenziale tra la retribuzione mensile e il predetto importo. Durata della prestazioneL’indennità è corrisposta mensilmente per un numero di settimane pari alla metà delle settimane di contribuzione conseguite nei dodici mesi precedenti la data di cessazione del rapporto di lavoro. Nel computo saranno sottratti i periodi eventualmente già fruiti. “mini-ASpI 2012”Con messaggio 20774 del 17.12.2012 l’INPS disciplina le modalità di liquidazione della “mini-ASpI” esclusivamente per coloro che – avendo maturato nel 2012 il diritto all’“indennità di disoccupazione con requisitiridotti” - erano in attesa di effettuare la domanda all’inizio del 2013.RequisitiQuesta prestazione sarà riconosciuta, indipendentemente dallo stato di disoccupazione attuale del lavoratore richiedente, qualora siano accertate per l’anno 2012 le condizioni richieste dalla “vecchia” normativa, e cioè:• anzianità assicurativa di due anni• 78 giornate di lavoro individuateCalcolo e durata della prestazioneIl sistema di calcolo e la durata della prestazione saranno, invece, quelli previsti per il calcolo della nuova “mini-ASpI”.Presentazione della domandaLa domanda dovrà essere presentata dai soggetti interessati:• nel periodo 1° gennaio / 2 aprile 2013 (il 31 marzo e il 1° aprile sono giorni festivi)• esclusivamente per via telematica attraverso uno dei canali previsti (patronati; portale web Inps “servizi online per il cittadino”; contact center multicanale) 
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17/01/2013 Seminario formativo su accordo produttività
Venerdì 18 Gennaio 2013 i quadri, dirigenti e delegati Cisl si incontreranno per un seminario di studi sull'accorso produtività siglato lo scorso 16 Novembre 2012.L'iniziativa, integrata all'interno di un persorso iniziato ocn Marco Lai sulla L.92/2012, ha la finalità di rafforzare la "cassetta degli attrezzi"sulla contrattazione di 2° livello, strumento utile per perseguire la crescita della produttività e della competitività del territorio, aumentare la sensibilità alla condivisone della attività, e nello specifico, l'importanza dell'osservatorio OCSEL.Appuntamento, quindi, al Palazzo dei Capitani, Sala dei Savi, alle ore 9:00.Programma9,00: Accoglienza partecipanti a cura della Segreteria Cisl;9,15: Apertura lavori, Segretario Ust-Cisl AP-FM, Alfonso Cifani;9,30: Osservatorio Contrattazione 2° livello (OCSEL: il punto della situazione nelle Marche. Segretario USR Marche, Antonio Angelini;10,00: Accordo produttività, Uliano Stendardi, Coordinatore Politiche Contrattuali IndusProgramma
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27/12/2012 Mercato del lavoro, i dati a novembre 2012
I dati su cassa integrazione e mobilità dell'osservatorio sul mercato del lavoro della Cisl di Macerata. Scarica il REPORT
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20/06/2012 Mercato del lavoro, maggio 2012
Leggi e scarica il REPORT con i dati su cassa integrazione e mobilità redatto dall'Osservatorio sul mercato del lavoro della Cisl di Macerata
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15/12/2010 Osservatorio mercato del lavoro
I dati dell'Osservatorio sul mercato del lavoro della Cisl di MacerataOttobre 2010Agosto 2010
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14/12/2010 Energie per il domani
UN PAESE MIGLIORE, LA SCUOLA CI CREDE - RICERCA SWG PER CISL SCUOLA Lamentano paghe troppo basse, uno scarso riconoscimento sociale e la difficoltà di lavorare con strutture e mezzi inadeguati. Eppure, la maggioranza dei docenti si dice soddisfatta del proprio lavoro e dell’opportunità di rapportarsi ai giovani, sicura delle proprie capacità e pronta ad essere “messa sotto esame”. Malpagati, preoccupati per il proprio futuro e per quello della Scuola, sottovalutati nel loro ruolo sociale e in attesa di una maggiore meritocrazia, ma anche soddisfatti dell’attività che svolgono e felici di poter dialogare con i giovani, contribuendo al loro percorso di crescita. Il mondo della Scuola sta vivendo con lo stesso fiato corto che caratterizza il Paese; il suo destino non può prescindere dal contesto e dal clima sociale. Tra crisi economica e sconvolgimenti politici, tra proteste e istanze di cambiamento sempre più urlate dall’opinione pubblica, l’Italia ha bisogno di ricomporre un puzzle sgretolato, i cui tasselli sembrano essere sempre più lontani; necessita di ritrovare orientamenti perduti e nuovi punti di riferimento. Anche quello della pubblica istruzione è un ambito che deve necessariamente ritrovare senso e prospettiva. Ma come vivono la quotidianità scolastica gli insegnanti? Come si pongono rispetto al presente e che futuro intravedono? Quali sono gli stati d’animo, le attese e le speranze più diffuse? Per rispondere a queste domande, l’istituto di ricerche SWG ha realizzato uno studio molto articolato per conto di CISL Scuola dal titolo “Energie per il domani. La scuola italiana: valori e consapevolezza a servizio dei giovani e del Paese”. La crisi economica che attanaglia da tempo l’Italia di certo non ha risparmiato gli insegnanti. Dilaga il senso di precarietà, e il tema delle scarse retribuzioni pesa non poco sul livello di soddisfazione personale. Decisamente affievolito, inoltre, il riconoscimento sociale tradizionalmente legato alla figura professionale del docente. E poi mancano strumentazioni e strutture adeguate per far funzionare al meglio “la macchina scolastica”. Senza contare che i tagli imposti dalla recente riforma stanno mettendo a repentaglio la qualità dell’offerta formativa e cancellando qualsiasi visione prospettica, soprattutto tra gli insegnanti più giovani. Eppure i docenti non mollano, anzi testimoniano, più di altre categorie professionali, un forte senso di appartenenza, una fiducia di fondo che - nonostante tutto - non se ne va. L’85% degli intervistati si sente orgoglioso e soddisfatto di stare in cattedra. Forti, consapevoli e sicuri di sé e delle proprie capacità, gli insegnanti non temono i giudizi, anzi auspicano l’introduzione di sistemi di valutazione oggettivi e premianti per chi davvero lo merita. Gli insegnanti, infine, sono felici di potersi rapportare alle nuove generazioni, di poter stringere un rapporto stretto con quei giovani verso i quali nutrono diverse perplessità. Agli occhi dei docenti, infatti, i ragazzi di oggi appaiono fragili, più che mai disorientati, scomodi e impacciati nel ruolo di futuri protagonisti dello sviluppo del Paese. Allo stesso tempo, però, la professione di insegnante rappresenta l’occasione per toccare le corde più intime dei giovani, per contribuire in qualche modo alla loro crescita, per far parte del loro percorso di formazione culturale ed umana. Lo studio ha voluto identificare e misurare, attraverso un insieme di percorsi metodologici di natura qualitativa e quantitativa, nella pienezza delle articolazioni territoriali, di genere e generazionali che lo distinguono, i valori di fondo, gli ideali e le aspirazione che contraddistinguono gli insegnanti, operatori e primi attori del sistema scolastico formativo. Il profilo emerso è stato confrontato con le evidenze dell’opinione pubblica italiana al fine di definirne i tratti peculiari: quella degli insegnanti appare come un’immagine per certi versi inaspettata che esprime tutte le potenzialità di un gruppo socio-professionale che, incompreso, trattiene energie e con difficoltà riesce a proiettarsi nel domani. Per approfondire: Sintesi dell' Indagine Gli insegnanti protagonisti del cambiamento
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20/07/2010 DONNA, GIOVANE, IMMIGRATA: IL PROFILO DEL LAVORATORE DOMESTICO
  Donna, giovane, immigrata: è questo il profilo del lavoratore domestico che emerge dall’indagine Censis condotta presso un campione di 997 lavoratori. Il 71,6% dei collaboratori sono infatti stranieri, provenienti in prevalenza dell’Europa dell’Est, Romania (19,4%) Ucraina (10,4%) Polonia (7,7%) e Moldavia (6,2%), ma sono numerosi anche i Filippini (9%).   Più di 8 collaboratori su 10 sono donne, presenza che si mantiene costante sia tra gli italiani che tra gli stranieri, mentre con riferimento all’età, emerge un profilo piuttosto giovane, soprattutto la componente straniera: il 15,8% ha meno di 30 anni, il 51,4% meno di 40 (tra gli stranieri la percentuale sale al 57,3% contro il 36,5% degli italiani) e soltanto il 17,5% è al di sopra dei 50. Questi alcuni dei dati emersi oggi durante la presentazione della ricerca realizzata dal Censis  con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che è stata presentata il 15 luglio a Roma.
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05/07/2010 L'organizzazione e il livello di rappresentanza dei sindacati albanesi
Pubblichiamo il rapporto finale di ricerca sui sindacati albanesi in italiano.La ricerca è stata effettuata nell'ambito del progetto di rafforzamento dei sindacati albanesi di ISCOS Marche.Rapporto Finale Ricerca ITA 02Jul10 Questo documento è stato prodotto con l'assistenza finanziaria dell'Unione Europea. I contenuti di questo documento sono unicamente responsabilità di ISCOS Marche Onlus e in nessun caso possono essere considerati come espressione della posizione dell'Unione Europea.
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25/05/2010 I sindacati albanesi: i risultati della ricerca
Pubblichiamo i risultati della ricerca sui sindacati albanesi svolta all'interno del progetto di ISCOS Marche in Albania.Da un’analisi complessiva emerge come in Albania non ci sia una diffusa percezione dell’utilità’ sociale del sindacato. La negazione del ruolo e della missione del sindacato (fino ad un atteggiamento violentemente antisindacale di alcuni settori padronali) è inserita in un contesto caratterizzato da una forte illegalità e informalità dell’economia e dove prevale un sistema di PMI, con una forte presenza del settore dei servizi (in particolare commercio). In altre parole è una economia dov’è fortemente presente il lavoro nero e dove regnano robustamente tutte le componenti di quella che viene chiamata economia informale (dall’autoproduzione in agricoltura all’economia criminale).Per saperne di più: - le conclusioni (italiano); - il rapporto completo (inglese)Alcune immagini di attività sindacale in Albania: la campagna per la sicurezza sui cantieri edili.
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08/03/2010 Infortuni: solo un terzo riguarda le donne. Ma il pericolo è la strada
dal sito www.inail.it 8 marzo 2010. Nel 2008 il 28,6% del totale delle denunce pervenute all'INAIL ha interessato delle lavoratrici e i casi mortali sono stati 87 su 1.120 complessivi. Ma per quanto riguarda gli incidenti in itinere la percentuale sale al 47,6% ROMA - Le donne si infortunano sul lavoro in media molto meno degli uomini, ma il vero pericolo per loro è la strada, dove si concentra oltre la metà dei casi mortali che le riguardano: è quanto emerge dagli ultimi dati dell'INAIL, secondo i quali su 875.144 incidenti denunciati nel 2008 solo 250.674 hanno interessato delle lavoratrici (il 28,6%). Sono 87 su 1.120 totali gli episodi mortali (7,8%). L'incidenza cambia se si considerano solo gli incidenti in itinere, ovvero quelli nel percorso tra casa e lavoro: qui, infatti, su 98.962 casi complessivi il 47,6% ha riguardato donne (una percentuale superiore a quella delle occupate). Ancora, spetta a loro il 18,2% dei 286 incidenti mortali in itinere complessivi (52 casi). "La spiegazione di questo andamento è nel tipo di attività in cui sono impegnate", sottolinea Andrea Bucciarelli, statistico dell'INAIL. "Le donne, infatti, lavorano prevalentemente nei servizi - pubblica amministrazione, sanità, servizi alle famiglie, ecc -, settori tradizionalmente meno pericolosi dell'industria (quella metalmeccanica e delle costruzioni, in particolare) e dell'agricoltura, che sono comparti ad alta presenza maschile. Anche quando sono impiegate nell'industria le donne hanno ancora per lo più compiti amministrativi, piuttosto che a diretto contatto con lavorazioni pericolose". Nell'industria le donne rappresentano il 21,6% degli occupati ma il 10,6% degli infortuni mentre nell'agricoltura sono il 30,1% degli occupati e hanno avuto il 22,3% degli incidenti. Nei servizi le donne occupate sono il 48,6% con una incidenza infortunistica del 43,8%. La crisi economica con la flessione dell'attività soprattutto industriale ha portato alla diminuzione prevalentemente gli infortuni al maschile con un -13,9% di incidenti tra gli uomini tra il primo semestre 2009 e lo stesso periodo del 2008 (-11,7% i casi mortali). Per le donne si è registrato un calo degli incidenti sul lavoro pari al 2,1% complessivo, anche se si è registrato un arretramento significativo per i casi mortali (-18,2%). I comparti dove gli infortuni sul lavoro riguardano soprattutto le donne sono il lavoro domestico (tra colf e badanti l'89,3% degli infortuni riguarda le donne ) e la sanità (74,5% degli infortuni riguarda le donne), in quanto settori ad alta concentrazione femminile. Pur restando ampiamente al di sotto dell'incidenza media di infortunio degli uomini, infine, l'aumento dell'occupazione femminile superiore a quello degli uomini ha comunque portato con sé anche un aumento percentuale sugli incidenti nel complesso, passati dal 2005 al 2008 dal 26,6% del totale al 28,6%.
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05/02/2010 Economia verde impatto economico e occupazionale
L'ultimo Dossier Adapt, (numero 2 del 1° febbraio 2010) è dedicato al tema della relazione fra la cosiddetta “economia verde” ed il sistema economico nel suo complesso, con una particolare attenzione all’impatto sul mercato del lavoro. Clicca sul link sottostante per visualizzare il Dossier in formato pdf. http://www.adapt.it/acm-on-line/Home/Pubblicazioni/docCatDossierAdapt.1458.1.15.2.1.html
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13/01/2010 Cassa integrazione: record anche nelle Marche
Era un dato atteso e non inaspettato nel segno e  nella dimensione; dopo l’uscita dei dati Inps sulle ore di cassa integrazione autorizzata a livello nazionale che hanno  fatto registrare un incremento nel 2009 sul 2008 del 311%  sono usciti anche i dati relativi alle Marche che confermano tutta la pesantezza della crisi che ha “stretto” il lavoro manifatturiero nella nostra regione nell’ anno passato. Infatti i dati della Cassa Integrazione nelle Marche nel 2009  fanno registrare 22.663.908 ore  contro le 5.912.088 ore del 2008  pari ad un incremento del + 283% Rapporto sulla cassa integrazione periodo gennaio - dicembre 2009      PROVINCIA   genn- dicembre 2009 genn-dicembre 2008 Differenze %          ANCONA ordinaria            4.645.876              645.710 + 619%    straordinaria            3.529.941            1.863.988  + 89%   totale            8.175.817           2.509.698  + 225%          ASCOLI P.-FERMO ordinaria            2.372.764               484.257 + 385%   straordinaria            2.187.633           1.106.477 + 97%   totale            4.560.397           1.590.734 + 186 %          MACERATA ordinaria            1.585.996              440.632           +259%   straordinaria            1.808.160               612.903 + 195%   totale            3.394.156           1.053.535 + 250%          PESARO-URBINO ordinaria            4.817.221              735.480   +  554 %   straordinaria            1.716.317                22.641 Raffronto non significativo   totale            6.533.538              758.121 + 761%          TOTALE MARCHE  ordinaria          13.424.857           2.306.079 +482%  straordinaria            9.242.051           3.606.009  +156%  TOTALE          22.663.908           5.912.088 + 283% Emerge  chiaramente, leggendo i dati che l’incremento è consistente; anche se inferiore agli aumenti fatti registrare a livello nazionale è sicuramente un dato “pesante” ; l’ utilizzo  molto consistente dalla cassa ordinaria, che è uno strumento di tipo congiunturale, rispetto alla straordinaria che invece uno strumento volto ad affrontare problemi più strutturali come le crisi o le ristrutturazioni  ci dice che  le imprese stanno soffrendo  di una forte crisi di mercato  e di domanda ma  che, nonostante le difficoltà, hanno tentato nel corso dell’anno e attraverso accordi con il sindacato,  di mantenere i lavoratori, con  le professionalità e le conoscenze che gli stessi esprimono,  all’interno delle proprie aziende.  I DATI DEI SETTORI La meccanica Il comparto produttivo che fa registrare le difficoltà maggiori, prima limitate ad alcune crisi aziendali ed ora diffuse in tutto il territorio regionale, è quello della meccanica e della metallurgia; nel periodo preso in esame  i dati delle ore autorizzate nel comparto della meccanica  risultano essere allarmanti: gennaio – dicembre  2009  10.972.563 ore gennaio -  dicembre   2008   2.193.612 ore                                            + 8.778.951 ore incremento del + 400% La moda Altro settore, fondamentale per l’economia regionale ed in forte difficoltà, è quello della moda; l’insieme del sistema moda marchigiano è in affanno: Questi i dati: gennaio – dicembre  2009   4.897.146  ore autorizzate gennaio -  dicembre  2008   1.645.215  ore autorizzate                                          +  3.251.931  ore. Incremento pari al + 197% All’interno del comparto moda l’industria della calzatura, concentrata nelle province di Fermo e Macerata, si vede  autorizzate nel periodo gennaio -  dicembre 2009  3.110.365  ore                                           + 1.196.386 ore (+ 171% )  sullo stesso periodo del 2008   L’industria del legno  fa registrare in termini percentuali gli incrementi maggiori: gennaio –  dicembre 2009 1.841.019 ore autorizzate  gennaio –  dicembre 2008    338.309 ore autorizzate                                         + 1.502.710 ore pari al + 444 %   Chimica e gomma plastica Fortissimi aumenti anche per quanto riguarda questo comparto gennaio – dicembre 2009  1.655.432 ore autorizzate gennaio – dicembre 2008     327.451 ore autorizzate                                         + 1.327.981 ore con un incremento del + 405 % In difficoltà la filiera dell’edilizia; i dati sulla cig  autorizzata alle imprese edili e dei lapidei: gennaio –  dicembre 2009  1.055.914 ore gennaio –  dicembre 2008     710.384 ore                                            +  345.530 ore ; incremento del + 48% La crisi nel commercio: gennaio – dicembre 2009   224.342 ore gennaio – dicembre 2008     29.515 ore                                          + 194.827 ore; incremento + 660% l’incremento, molto significativo,  riguarda un numero limitato di aziende in quanto in questo comparto hanno accesso  alla  cassa integrazione solo aziende con più di 50 addetti; le piccole imprese del settore hanno fatto ricorso alla Cassa integrazione in deroga.   Ore di cassa integrazione autorizzate: Focus sugli ultimi tre mesi 2009       Ottobre 2009     Novembre 2009            Dicembre 09 CIG ORDINARIA           1.130.472                 1.055.787                 1.520.919                (- 6. 6% su ottobre)            (+ 44% su novembre)   CIG STRAORDINARIA           1.051.365                 1.208.283                 1.192.884             (+14. 9% su ottobre)              (-9.8 % su novembre)   CIG TOTALE                   2.181.837                 2.264.070                2.713.803             (+ 3. 8% su ottobre)                 (+19. 8 su novembre) Nelle Marche a dicembre 2009 tornano a salire in modo deciso le ore di Cassa integrazione autorizzate dall’Inps, con un +19,8 % rispetto al mese precedente. A novembre l’incremento rispetto ad ottobre era stato limitato al 3,8%. L’aumento di fine anno dipende in particolar modo dalla CIG ordinaria che cresce del 44%, mentre si registra una flessione della Cig straordinaria del 9,8%. La ripresa della domanda è lenta, molte aziende sono ancora alle prese ancora con problemi di ordinativi La cassa in deroga A questi numeri, riferiti all’utilizzo della Cassa integrazione nelle imprese industriali,  vanno aggiunti i dati che riguardano la Cassa integrazione in deroga che interessa le piccole imprese e le imprese artigiane. I dati dal 1 gennaio 2009 al 22 dicembre 2009 (ultima rilevazione) evidenziano una richiesta da parte delle imprese di 9.134.457 ore. In particolare l’analisi in dettaglio dell’andamento delle richieste di cassa in deroga evidenzia come vi sia stato un  forte appesantimento nell’ultima parte dell’anno: infatti dal 21 settembre al 22 dicembre 2009  (ultimo trimestre) le ore richieste sono state 4. 898.608,  interessando 13.388 lavoratori, contro  4.235.849 ore  richieste nei primi nove mesi del 2009.             Elaborazione Cisl Marche su  Dati Inps e Regione Marche A cura di Tonino Bori Dipartimento Mercato del Lavoro CISL Marche   Ancona, 11 gennaio 2010
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05/01/2010 Linee guida sui bilanci comunali preventivo 2010, sui protocolli regionali socio-sanitari, sui piani di zona degli ambiti territoriali, sul bilancio provinciale
Linee Guida Sui bilanci comunali preventivi 2010, sui protocolli regionali socio-sanitari, sui piani di zona degli ambiti territoriali, sul bilancio Provinciale Premessa Le Confederazioni CGIL CISL UIL di Ancona unitamente alle categorie dei Pensionati SPI-FNP-UILP ritengono irrinunciabile l’avvio dei confronti con la Provincia e con gli Enti Locali sui bilanci comunali di assestamento 2009 e di previsione per l’anno 2010, sull’attuazione nei territori dei protocolli stipulati tra  Sindacati e Regione Marche e sui Piani Zonali di Ambito triennali e annuali. Le OO.SS. sollecitano la definizione d’incontri in tempi brevi in considerazione anche della continua riduzione dei trasferimenti nazionali delle risorse determinate dalle scelte del Governo. In particolare la riduzione di risorse sul fronte delle politiche sociali e sanitarie, quali: quelle del fondo sociale e di quelle della non autosufficienza, il ridimensionamento del finanziamento al servizio sanitario nazionale. Oltre alla minore disponibilità complessiva del fondo nazionale per il Welfare, passato da 1.464.233.000 miliardi del 2008 ai 1.420.580.157 del 2009. Il sistema delle Autonomie locali lamenta, quindi, un taglio sul fondo per le politiche sociali che associandosi ad altre riduzioni nei trasferimenti nazionali del comparto sociale, provocano una generalizzata difficoltà a mantenere i livelli attuali dei servizi. Si è in presenza di scelte che potrebbero portare in alcuni casi alla diminuzione o alla cancellazione di importanti servizi sociali, e a potenziali aumenti di tasse, d’imposte o di tariffe, o addirittura l’inserimento di tasse di scopo. Si ritiene necessario intervenire anche per sollecitare le istituzioni a dare risposte  di carattere sociale  ai cittadini e lavoratori colpiti da una grave crisi economica ed  occupazionale, i cui effetti sono rilevanti nel  territorio provinciale. In generale sui Bilanci comunali occorre:  sollecitare le amministrazioni locali ad approntare politiche di bilancio agendo sul versante dell’evasione territoriale, sottoscrivendo protocolli d’intesa con Direzione Regionale dell’Entrate per gli accertamenti di evasione/elusione sull’IRPEF che permetterebbero ai Comuni di ricevere il 30% degli accertamenti eseguiti,  adottare politiche fiscali che promuovano l’equità,  disincentivare gli sprechi ancora presenti, anche se in misura minore, in alcuni Enti Locali e nei Consigli di Amministrazioni delle aziende e/o società pubbliche partecipate. Imposte Le OO.SS. sono contrarie a qualsiasi ulteriore aumento delle imposte locali, quali la TIA (Tariffa di igiene ambientale), la TARSU (Tassa sui rifiuti) ed all’eventuale istituzione di tasse di scopo. Tariffe Occorre:  contenere l’eventuale aumento delle tariffe dei servizi pubblici locali entro il tasso di inflazione che per il 2009 e' pari a +0,7%, considerando la possibilità di agevolazioni tariffarie per gli ultrasessantacinquenni, per gli anziani non autosufficienti, per i disabili e per le famiglie più numerose e disagiate attraverso l’applicazione dell’ISEE;  introdurre tariffe sociali (luce, gas, acqua..), anche attraverso la sottoscrizione di accordi a livello provinciale con gli enti e/o le aziende interessate. Isee  riaffermare a tutti i livelli l’importanza dell’applicazione dell’ISEE di ambito quale strumento di equità per l’accesso alle prestazioni sociali e socio-sanitarie. Gestione dei servizi  favorire l’introduzione di forme associative e/o consortili per l’erogazione dei servizi anche tra ambiti limitrofi, al fine della razionalizzazione dei costi e del miglioramento della qualità dei servizi erogati ai cittadini;  discutere le problematiche relative ai trasporti locali (linee, fermate, sicurezza..). Politiche degli investimenti  attivare, da parte degli EE.LL., tutte le iniziative ed opere pubbliche subito cantierabili;  intervenire da subito sulla manutenzione straordinaria degli edifici scolastici, sia per interventi di messa in sicurezza  sia per interventi di risparmio energetico. Politiche sociali e sanitarie famiglie/ minori  potenziare le politiche per l’infanzia ove carenti,  favorire la sperimentazione di servizi innovativi per potenziare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, anche attraverso l’utilizzo di risorse stanziate a livello Europeo e Nazionale,  monitorare il funzionamento dei servizi scolastici (mense, trasporti, servizi di sostegno..) e le relative rette anziani  monitorare l’assistenza domiciliare socio-assistenziale (SAD) e l’assistenza domiciliare sanitaria (ADI) attuando le intese scaturite a livello regionale; nel contempo prevedere verifiche sul potenziamento del SAD (formazione del personale e di ore aggiuntive di assistenza ai non autosufficienti) e sullo stato d’integrazione tra il SAD e l’assistenza domiciliare;  coinvolgere i Centri Sociali per dare risposte ai problemi legati al disagio elaborando, ove possibile, progetti di raccordo con il volontariato. Piani di ambito/piani di distretto  impegnarsi per far rispettare i tempi previsti per l’approvazione dei piani d’ambito annuali (28 Febbraio 2010) ed entro il 31 Dicembre 2009 i piani triennali;  dare concreta attuazione al significato di concertazione prevista dalla L.3280 con il Comitato dei Sindaci e il Coordinatore d’Ambito;  costituire un tavolo di monitoraggio unico tra il sociale ed il sanitario;  rendere concreta l’integrazione tra il piano annuale e quello distrettuale;  introdurre il Punto Unico Accesso al fine di favorire l’informazione e l’orientamento agli utenti sui servizi socio-sanitari;  sviluppare i diritti di cittadinanza politici e sociali dei migranti ed ampliare gli interventi d’integrazione a cominciare dalle istituzioni scolastiche sul territori. Politica abitativa e della casa  potenziare il contribuito affitti per le situazioni di disagio-sociale ed economico;  allargare lo stock di residenze ad affitto temporaneo o permanente con prezzi calmierati compatibili con il reddito medio dei lavoratori;  estendere la stipula dei contratti di locazione a canone concordato in tutta la provincia; Politica dei prezzi  promuovere accordi tra enti locali e associazioni di categoria per sperimentare la cosidetta “filiera corta” che favorisce la produzione locale di qualità ed il contenimento dei prezzi.  Provincia Le OO.SS. propongono le seguenti questioni da affrontare nella negoziazione con la Provincia di Ancona:  determinare le politiche del lavoro e della formazione professionale adeguate per rispondere alle difficoltà derivanti dalla crisi economica ed occupazionale;  definire con la Provincia, l’INPS e l’INAIL interventi di contrasto al lavoro nero, in particolare nei servizi di assistenza alle persone.  attivare tavoli di concertazione per questioni attinenti alla politica Idrica, Energetica, dei Rifiuti, coinvolgendo anche i rispettivi ATO (servizi, reti degli impianti, tariffe, tariffe agevolate etc.);  affrontare le problematiche della mobilità urbana ed extra urbana e lo sviluppo dei trasporti pubblici locali;  attivare sinergie tra Enti proposti per vigilare sull’applicazione delle norme in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro. Ancona, 26 ottobre 2009
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03/07/2009 Crisi economica brutte notizie
Il Dipartimento Mercato del Lavoro della Cisl Marche ha diffuso i dati di maggio 2009 sull’andamento del mercato del lavoro: la crisi continua a colpire duro. Tonino Bori: “Forze politiche e sociali lavorino nel dialogo e nella comune responsabilità per i cittadini più esposti”. È ancora pesante la crisi che stanno vivendo le imprese ed i lavoratori nei nostri territori. Lo confermano le ultime tabelle elaborate dalla Cisl Marche su dati dell’Inps, della Regione e delle Province. Cassa integrazione, mobilità e apprendistato mostrano chiaramente un andamento preoccupante. “La crisi morde ancora, al di là degli ottimistici pronostici, e avrà effetti ancora negativi sull’occupazione nei prossimi mesi – commenta Tonino Bori, del Dipartimento Mercato del Lavoro della Cisl Marche - bisogna chiedere ulteriori impegni al governo nazionale, nella tutela del lavoro, specie per i lavoratori precari, nella politica industriale, mentre a livello regionale va proseguita e rafforzata l’azione di vicinanza alle persone, che la Regione e le organizzazioni sindacali stanno mettendo in campo con le misure sui contratti di solidarietà, sui contributi per chi ha perso il lavoro, sugli ammortizzatori in deroga, sul sostegno alle famiglie che vivono il dramma della non autosufficienza”. E Bori detta la priorità dei prossimi mesi che ancora dovranno essere tutela dell’occupazione e rilancio dell’economia, con la pressante necessità di “un clima di dialogo tra le forze politiche e le forze sociali, di comune responsabilità verso il Paese e soprattutto verso i suoi cittadini più esposti”. I dati parlano chiaro, a partire da un ulteriore incremento, in maggio, delle ore di cassa integrazione autorizzate sia rispetto al mese di Maggio 2008, sia se il confronto viene sviluppato rapportando i dati in modo dinamico con Aprile 2009 o se si considerano tutti i primi cinque mesi dell’anno. Maggio 2009 registra infatti un + 67% di ordinaria ed un – 8% di straordinaria rispetto ad aprile 2009. E se la provincia di Ancona continua ad essere interessata dalla fortissima crisi della meccanica ed in particolare della Antonio Merloni (con 1.206.598 ore di cassa integrazione straordinaria e 694.578 ore di ordinaria nei primi cinque mesi del 2009), nelle province di Ascoli e Fermo i comparti più in difficoltà risultano essere il chimico con 173.763 ore di cassa autorizzate, il calzaturiero con 603.193 ore e l’alimentare con 149.585 ore. Nella provincia di Macerata, gli aumenti significativi interessano tutti i settori: le calzature con 306.901 ore, la meccanica con 183.237, la gomma plastica con 141.911 ed il legno con 40.000 ore. Pesaro è la provincia che vede incrementare in maniera fortissima la cassa ordinaria ed esplodere le ore di straordinaria, che lo scorso anno non è stata praticamente utilizzata: il legno (270.000 ore) e la meccanica (518.000) i settori più colpiti, seguiti dall’industria di trasformazione di minerali non metalliferi (vetro, ceramica, laterizi ecc.) con 180.000 ore e dall’abbigliamento che si vede autorizzate 127.000 ore. Anche l’andamento delle iscrizioni alle liste di mobilità dei lavoratori licenziati nel periodo Gennaio-Maggio 2009 fa registrare un fortissimo incremento in tutte le province se raffrontato allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre i contratti di apprendistato avviati nei primi cinque mesi del 2009 sono stati 4.248, a fronte dei 7.086 dello stesso periodo del 2008: una contrazione del - 40% con punte che arrivano al - 61 % in territori particolarmente colpiti dalla crisi come il Fabrianese.
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