 La riorganizzazione del sistema sanitario ha già comportato, nella Regione Marche, la riduzione dei posti letto passati da 4 ogni 1.000 abitanti a 3,9; la spending review, poi, prevede dal 2013 un ulteriore abbassamento a 3,7, con una perdita di altri 310 posti letto che si aggiungono ai 159 già “tagliati
La riorganizzazione del sistema sanitario ha già comportato, nella Regione Marche, la riduzione dei posti letto passati da 4 ogni 1.000 abitanti a 3,9; la spending review, poi, prevede dal 2013 un ulteriore abbassamento a 3,7, con una perdita di altri 310 posti letto che si aggiungono ai 159 già “tagliati”.  
Scenari che creano un forte stato di preoccupazione per il presente, e soprattutto per il futuro tra gli operatori e i sindacati di categoria, in particolare della funzione pubblica Cisl, la quale, attraverso proprie iniziative, ha raccolto anche il parere della cittadinanza per fare proposte concrete: «La contestualità tra la diminuzione dei posti letto per acuti e l’incremento dei posti letto per lungo degenza non è stato condiviso con le parti sociali - afferma Luca Talevi, Segretario generale della Fp Cisl Marche -. Certo il momento è difficile e non si può dire che la Regione Marche sia tra le più spendaccione, però è indispensabile che avvii un serio percorso di tagli ai costi della politica e alle consulenze destinando i risparmi alla sanità e alle necessità delle persone più deboli. Finora, invece, ha risparmiato solo sul personale (ben 20 milioni di euro nel biennio 2011/2012) creando uno stato di malessere diffuso tra gli operatori che rischia inevitabilmente di ripercuotersi sulla qualità dei servizi erogati».  
  All’interno delle strutture ospedaliere Asur e delle aziende ospedaliere persistono situazioni di estrema difficoltà per i lavoratori che accumulano decine di ore di straordinario, saltano i riposi e aumentano i carichi di lavoro a causa della sempre più ridotta copertura del turn-over e non conferma dei contratti a tempo determinato: «La Fp Cisl - aggiunge il Segretario generale 
  Talevi – chiede alla Regione di mettere al centro della propria azione la copertura del turn-over del personale e la riduzione delle ancora troppo lunghe liste di attesa e della mobilità passiva».  
  Le Marche ancora non riescono a essere un polo “attrattivo” da parte di utenti di altre regioni, anzi, troppo spesso, per alcune discipline specialistiche come ortopedia e cardiochirurgia, gli stessi cittadini marchigiani scelgono di operarsi in strutture romagnole: «Non basta essere tra le regioni più ‘virtuose’ contabilmente - conclude Talevi - è necessario programmare la sanità del futuro tenendo sì conto delle risorse economiche, ma soprattutto del tipo di assistenza che si vorrà garantire nel prossimo futuro. E per questo è fondamentale migliorare la sinergia tra le strutture ospedaliere Asur e le aziende ospedaliere».
    Ancona, 19 novembre 2012