Alla vigilia dalla manifestazione nazionale dei lavoratori del gruppo Eni e Saipem, indetta per domani, Filctem-Cgil, Femca Cisl e Uiltec-Uil scrivono "Il 19 febbraio sarà la terza volta che effettueremo 8 ore di sciopero, saremo a Roma a piazza SS. Apostoli per farci ascoltare e per spiegare le nostre ragioni, perché non consentiremo a nessuno di riscrivere la storia industriale del nostro paese" nella lettera, sottoscritta dalle oltre 400 RSU di tutti gli stabilimenti italiani di Eni e Saipem, al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Le maggiori preoccupazioni del sindacato sono non solo relative alla “prospettiva di vita per decine di migliaia di lavoratori di Eni e delle sue controllate, ma al rischio che un distacco progressivo di Eni dal suo paese accentuerebbe il declino dell’Italia sul piano economico, infrastrutturale e industriale”.
«Questo non è il caso di una mera scelta imprenditoriale, di un'azienda cioè che decide di lavorare in Italia o meno. - dichiara Piero Francia, segretario generale Femca Cisl Marche - Siamo molto preoccupati per le eventuali conseguenze della scelta di Eni. Con lo sciopero del 19 febbraio, al quale invitiamo alla partecipazione tutti i lavoratori Eni, Saipem, Syndial,diciamo no alla scelta aziendale, non possiamo permetterci di perdere un'azienda così importante per la chimica e raffineria italiana»
Lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella