"Trasmettiamo quei valori ai giovani per far vincere la pace" A.Furlan, L'Unità, 23 aprile 2107 " In questo tempo in cui stiamo vivendo la 'terza guerra mondiale a pezzi' di cui parla con insistenza Papa Francesco, ci vorrebbe un movimento popolare capace di alimentare il 'desiderio universale di pace'. Per questo è importante celebrare il 25 aprile, per ricordare un patrimonio di idee, di valori, di passione civile che non bisogna disperdere, ma che, anzi, occorre continuare a trasmettere ai giovani, nelle scuole, nel mondo del lavoro ed in tutti gli ambiti della nostra società".
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Intervento unitario di Silvia Spinaci, responsbile Cisl Marcerata, in occasione del 25 aprile 2017 – Macerata, Piazza Mazzini
Il 25 aprile è giorno di festa, di memoria e di gratitudine. Celebrare il 25 aprile significa ricordare un patrimonio di idee, valori, passione civile. Significa non dimenticare che la nostra democrazia è frutto delle lotte partigiane e del sacrificio di una generazione che si è battuta per la difesa della libertà e dell'unità del nostro Paese. Il sacrificio di una generazione che ha scelto di lottare e morire per la libertà di tutti. A nome di CGIL CISL UIL saluto e ringrazio l’ANPI, il Comune di Macerata e Sua Eccellenza il Prefetto per l’invito a portare oggi in questa piazza il contributo di memoria del mondo del lavoro. E da questa piazza vogliamo dire che insieme abbiamo resistito e continuiamo a resistere contro chi umilia i riti della memoria comune, etichettandoli come desueti, guardandoli con indifferenza o addirittura con insofferenza o, peggio ancora, cerca di costruire una memoria alternativa infarcita di revisionismo. Il 25 aprile non è rievocazione retorica, ma è giorno di responsabilità e di rinnovo di un impegno condiviso. “Eppur Resiste” sono le parole scelte per le celebrazioni maceratesi di questo 72°anniversario della Liberazione dal nazi-fascismo. Sono parole che richiamano il senso di una Resistenza che è ancora viva, parole in cui risuona il monito di Calamandrei: “ora e sempre Resistenza!” Perché la Resistenza può e deve continuare nell’impegno quotidiano a cui tutti siamo chiamati per custodire e diffondere il lascito morale, storico e civile di chi ci ha affrancato dall’oppressione. La nostra Resistenza continua per affermare libertà, pace e giustizia in uno scenario globale che in ogni luogo vede fronti di guerra e minacce terroristiche che si moltiplicano, rigurgiti nazionalisti e integralismi che crescono e si radicalizzano, nutriti dal populismo. La nostra Resistenza continua nella gioia per la liberazione del giornalista italiano Gabriele Del Grande, inspiegabilmente detenuto per 15 giorni in Turchia. Ma continua anche nella ferma volontà di verità e giustizia per Giulio Regeni, il giovane ricercatore italiano barbaramente torturato e ucciso lo scorso anno in Egitto dove svolgeva attività di ricerca sui sindacati indipendenti. La nostra Resistenza continua nell’appello per la pace che CGIL CISL UIL e ANPI hanno condiviso con altre associazioni la vigilia di Pasqua, richiamandosi alla “civiltà suprema del dialogo, della sua umanità, della sua intelligenza” e chiedendo di “fermare questo irresponsabile e impressionante gioco alla guerra” a cui stiamo assistendo da troppo tempo. La nostra Resistenza continua nel mantenere fiducia nell’Europa come nostra casa comune e nel chiedere però un’Europa più unita e più solidale, capace di interpretare meglio i valori di integrazione pacifica, giustizia sociale, fratellanza, solidarietà e accoglienza su cui è stata fondata. In 60 anni, l’integrazione europea da sogno di pochi è divenuta speranza per molti. Per non tradire questa speranza abbiamo bisogno di un’Europa che torni a crescere sulla strada dell’integrazione politica, rimettendo al centro del dibattito europeo la coesione sociale, l’occupazione e il lavoro delle cittadine e dei cittadini dell’Unione. Rimettere il lavoro al centro. A nome di CGIL CISL UIL, vorrei allora fare memoria con voi del contributo che il mondo del lavoro ha dato alla lotta di liberazione nazionale. Ricordo le tre ondate di sciopero sostenute tra il marzo del ’43 e il marzo del ’44 dagli operai del Nord Italia. Scioperarono prima contro la guerra e il caro vita, chiedendo “pane e pace”, poi contro l’occupazione nazista e la normalizzazione imposta dalla Repubblica Sociale di Salò, chiedendo libertà e democrazia. Parteciparono a quegli scioperi centinaia di migliaia di lavoratori e migliaia furono gli operai deportati e uccisi nei campi di concentramento. È stata una Resistenza non armata, espressione del risveglio della coscienza sociale e civile della nazione e primo innesco del processo di ricostruzione democratica culminato nella Costituzione del ’48, sintesi di valore delle diverse anime dell’Italia liberata. In quella Costituzione che proprio sul Lavoro fonda la nostra Repubblica. Il lavoro, ora come allora, resta condizione essenziale di libertà. Il lavoro è libertà, ma la disoccupazione, il lavoro che si cerca e non si trova, il lavoro che si perde e si fa fatica a ritrovare, il lavoro nero, il lavoro sfruttato, il lavoro che uccide sono la peggiore delle catene. 25 aprile, Festa della Liberazione: oggi la nostra Resistenza continua perché abbiamo ancora tanto bisogno di costruire libertà nel lavoro e attraverso il lavoro. Eppur Resiste: sono le parole di una terra che trema, ma non si rassegna, sono le parole della nostra terra maceratese che, seppur ferita nel profondo dal sisma, continua a resistere.
“E come potevamo noi cantare con il piede straniero sopra il cuore, fra i morti abbandonati nelle piazze?”Scriveva 70 anni fa Salvatore Quasimodo per raccontare il dolore dell’occupazione nazi-fascista e il sacrificio della guerra di liberazione. Queste stesse parole sembrano oggi raccontare l’amarezza, il senso di precarietà e la sofferenza delle nostre comunità devastate dal sisma. Ma proprio in questa sofferenza, la nostra Resistenza continua. Continua nella volontà di rinascita della nostra gente, nel desiderio delle nostre montagne e dei nostri borghi di tornare alla vita. La nostra Resistenza oggi continua nella nostra richiesta a tutti i livelli istituzionali di uno sforzo corale per non abbandonare l’Appennino ferito, di un impegno concreto e di lungo termine per costruire insieme una prospettiva di rigenerazione per la nostra terra. Uno sforzo corale di rigenerazione che come CGIL CISL UIL di Macerata vogliamo stimolare e sostenere con un contributo di proposta, ascolto e rappresentanza, anche attraverso le riflessioni contenute nel documento unitario presentato nei giorni scorsi e in cui abbiamo voluto raccogliere proposte aperte per il rilancio sociale ed economico delle aree colpite dal sisma. Proposte aperte per ripartire insieme dalla persona, dal lavoro, dalle comunità. Da questa terra ferita che “eppure resiste”, diciamo oggi insieme, viva la Resistenza, viva il 25 aprile, giorno di speranza e di luce per tutti.»