La Cisl Fp Marche, tramite il Segretario regionale Giuseppe Donati, si appella alla nuova amministrazione regionale chiedendo discontinuità nella gestione dei servizi sanitari nell'Area Vasta 4 e il riconoscimento dei premi per il personale attivo durante l'emergenza Covid 19.
«Non vi sono dubbi che gli errori compiuti nell’organizzazione dei servizi sanitari, le diseguaglianze tra territori, l’incomprensibile centralizzazione di tutte le politiche sociosanitarie con l’esclusione dei professionisti e delle forze sociali dalle decioni di programmazione sanitaria, siano stati alcuni dei motivi principali della richiesta dei marchigiani di cambiamento - dichiara Donati -. Per questo, è prioritario da parte della nuova amministrazione regionale, dare da subito segnali di grande discontinuità con il presente ed il passato a cominciare dall’intervento sui fondi premio per il personale che ha opeato in prima linea durante la fase acuta della pandemia».
I professionisti e gli operatori dell’Area Vasta 4 sono infatti ancora in attesa di vedersi riconosciuti i premi economici promessi dalla Giunta Ceriscioli e mai corrisposti per l’insufficienza del fondo messo a disposizione delle Aziende. «Per il Fermano - prosegue Donati - sono stati stanziati miseri 290.000 euro che sono serviti a pagare indennità, straordinari e risorse aggiuntive dovute contrattualmente, ma del tutto insufficienti per premiare i dipendenti con una forma di produttività speciale. Il bluff della Giunta uscente è stato quello di far passare per premi, somme economiche dovute obbligatoriamente per contratto».
In Area Vasta n.4 lavorano circa 636 infermieri e 120 OSS che durante i mesi di marzo, aprile e maggio si sono prestati - tutti o quasi - a fare fronte all'emergenza. Dati certi parlano che il 50% di questi operatori sono stati impegnati in reparti con pazienti Covid-positivi. I turni svolti in ambiti infettivi o intensivi sono stati in numero considerevole: circa 10.000 turni sia a marzo che ad aprile, che sono stati indennizzati secondo quanto stabilito dal CCNL Sanità per una spesa di circa 80.000 euro in due mesi. Non andrebbe mai dimenticato che nei mesi di marzo ed aprile, gli operatori contagiati direttamente o indirettamente sono stati quasi 200 nel territorio fermano, chiaramente non tutti dipendenti dell’Area Vasta 4.
Gli operatori dell’Av4 attendono una risposta dal Presidente Acquaroli che sia sostanzialmente diversa da quella del recente passato. Chiedono un cambio di passo che dimostri la voglia di riprendere un dialogo costruttivo con chi lavora sul campo.
«Varrebbe la pena ricordare che l’emergenza non è finita - aggiunge Donati - e che infermieri, OSS, tecnici sanitari, assistenti sanitari e personale della prevenzione stanno ancora lottando in prima linea per combattere il Covid. Non andrebbe dimenticato nemmeno che il Reparto Malattie Infettive dell'ospedale Murri è reparto di riferimento per il sud delle Marche e che attualmente ospita vari malati Covid-positivi, per la maggior parte di fuori territorio. La richiesta di considerazione “concreta” quindi e non di targhe di ricordo appese ai muri, è pienamente giustificata e degna di considerazione. Non voglia nessuno che ritorni un picco di contagi, ma se ciò avvenisse, con quale faccia la Politica chiederebbe nuovi e tremendi sacrifici ad infermieri ed OSS, che fino ad oggi sono stati solo illusi da promesse?».
Al presidente Acquaroli, facciamo presente che al momento, a fronte della promessa di 1000 euro di premio, al personale dell’Area Vasta 4 andrebbero:
- Fascia 1 (più alta del rischio) 400 euro lordi.
- Fascia 2 (rischio medio) circa 150 euro lordi
- Fascia 3 (rischio basso) 50 euro lordi
«Attendiamo che il nuovo Governo regionale batta un colpo - continua il Segretario regionale della Cisl Fp Marche - e sblocchi una situazione che vede il personale dell’Asur preso in giro ed umiliato non solo dalla strumentalizzazione di cui è stato oggetto in una sorta di propaganda mediatica ma anche perchè il confronto con quanto fatto da Regioni vicine anche più piccole, vede la Marche come cenerentola in fatto di riconoscimento degli ormai domenticati “eroi” del Covid».
Per la Cisl Fp, oltre a questa priorità, occorre mettere mano con estrema urgenza al metodo fallimentare di reclutamento del personale sanitario e non ( anche questo fortemente centralizzato “male”) da parte delle Aziende. «Non è giustificabile - conclude Donati - che tra il momento della richiesta di figure professionali delle Aree Vaste o delle Aziende e l’arruolamento vero e proprio, passino diverse settimane. Questo vuoto crea immensi problemi organizzativi che ricadono tutti sul personale che deve sopperire alla copertura dei turni. Anche su questo c’è da lavorare da subito».