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  • Area Vasta 5, Ascoli e San Benedetto senza sanità di base

Di seguito il comunicato della CISL FP Ascoli-Fermo.

Ciò che si legge sulla stampa locale, riguardo la situazione della sanità nei due centri di Ascoli e San Benedetto, fa accapponare la pelle perchè ci si rende conto in quali mani la collettività picena sia caduta.

Il vicepresidente della Giunta, assessore al piceno, che è anche medico ma evidentemente lo ha momentaneamente dimenticato, è ripetutamente intervenuto sulla stampa, anche a sproposito quando ha cercato di sminuire il Sindacato e quello che rappresenta, ma ha dimostrato la pochezza delle argomentazioni politiche alla base di uno sconvolgimento dell'assetto assistenziale, organizzativo, qualitativo e dell'offerta, messo in piedi da svariate riforme sanitarie, tutte volte solamente a fare cassa nel territorio del piceno. Infatti, nel farlo, non si è adoperato un metro uguale per tutti.

Mentre altre realtà marchigiane, protette come fortezze inespugnabili, mantengono un assetto organizzativo praticamente intonso, il sud della Regione è stato assunto come cavia da laboratorio per sperimentare forme di collaborazione che di reti cliniche hanno nulla a che fare.

Lo spieghi Canzian, con la sua tanto sbandierata eloquenza a quei cittadini-pazienti che vengono sballottati da San Benedetto ad Ascoli o viceversa, non per essere sottoposti a cure superspecialistiche ma a banali trattamenti di base, le ragioni macroeconomiche di una Regione che taglia gli infermieri e gli OSS ma spende soldi pubblici per tante attività inutili.

Le notizie degli ultimi giorni, pongono un interrogativo enorme su come si poteva e doveva risparmiare, prima di tagliare sulla salute. Non so come molti dei politici regionali, possano continuare a guardare negli occhi i tanti professionisti giovani precari ai quali hanno tagliato il posto di lavoro.

Sull'alta specialità, tutti ci siamo messi l'anima in pace, comprendendo che per uno strano destino geografico, le strutture dovessero essere poste al nord della regione, lasciando agli altri territori il ruolo di "trasportatori sanitari" o peggio di utenti viaggiatori. Ma quello che si sta mettendo in ginocchio nel piceno, è la sanità di base. Sono i servizi elementari ed i reparti che una volta erano definiti inidispensabili perchè un ospedale fosse classificato come tale.

La Regione attraverso atti legislativi e normativi sta sancendo l'abbassamento quali-quantitativo dell'assistenza di base e sta portando, nel silenzio omertoso di gran parte della politica allineata, un attacco mortale anche ai principi di assistenza sociale e di aiuto alle famiglie con malati cronici e fragili.

Ad esse sta imponendo sacrifici ulteriori a causa della diminuzione del tempo assistenziale sul territorio,soprattutto delle periferie e dei piccoli centri dell'entroterra, delle figure professionali che compongono le equipe multidisciplinari, moltiplicando le procedure autorizzative per accedere alle prestazioni ma anche portando via loro i riferimenti di strutture alle quali da anni fanno accesso.

Quando si parla di salute e di malattie croniche con impatto forte sulla sfera relazionale, ogni cambiamento, alterazione dei rapporti di fiducia tra paziente ed operatore, comportano sconvolgimenti inimmaginabili che fanno regredire i malati e annientare i progressi ottenuti con grande sacrificio.

Di tutto questo i ragionieri cinici dell'ASUR ed i burocrati politici della Regione Marche se ne sono fregati altamente.

Come CISL FP, più volte, insieme alle altre Organizzazioni Sindacali e alla RSU dell’AV5, ci siamo sforzati, di far ragionare le nostre controparti, portando numeri e dati inequivocabili, pensando che dall'altra parte vi potessero essere persone e rappresentanti delle istituzioni, capaci e pronti a capire il disagio che il personale tutto e l'utenza soprattutto, stanno vivendo.

E' stata purtroppo solo un'illusione perchè davanti a noi abbiamo riscontrato di avere dei "ragionieri cinici" e dei liquidatori insensibili ad ogni grido di aiuto.

Qual'è oggi la situazione sul campo? Giornalmente il Direttore Stroppa ed i Direttori Sanitari delle strutture di San Benedetto ed Ascoli, dopo aver fatto il solito viaggetto ad Ancona e preso gli ordini dall’ASUR, tagliano sui servizi di ogni tipo, con rivoluzionarie riorganizzazioni che hanno tutte la stessa logica: razionare.

Ecco allora che sparisce il personale al Day Surgery, gli infermieri al dipartimento chirurgico, gli OSS al Pronto Soccorso, l'intero reparto di psichiatria ad Ascoli, i centralinisti ai due centralini, i Tecnici di neurofisiopatologia, gli sportelli di front office rimangono chiusi, si allungano i tempi per le prestazioni diagnostiche, i tecnici del Centro Trasfusionale devono coprire il doppio dei turni di pronta disponibilità stabiliti per contratto, si mette a rischio la guardia attiva del Laboratorio Analisi, ma soprattutto non si rinnovano i contratti degli infermieri e quindi si riducono le dotazioni organiche presenti nei reparti.

Di tutto questo macello, ne devono essere consci i cittadini, quando si recheranno nelle strutture sanitarie picene, perché i tagli mettono a rischio la qualità dell'assistenza ed aumentano fortissimamente i rischi di errori professionali. Solo la grandissima professionalità e serietà di gran parte degli operatori ospedalieri e del territorio, per ora, hanno impedito eventi avversi importanti.

Quando non si rispettano gli standard minimi o anche quando si lavora sempre con standard minimi assistenziali e tecnologici, si mette a rischio la salute, e purtroppo, talvolta, anche la vita del malato. Lo devono sapere gli utenti, che presto troveranno sempre più code agli sportelli, attenderanno sempre più tempo prima di essere sottoposti a prestazioni sanitarie, attenderanno prima che qualcuno risponda al campanello in corsia, forse nemmeno il centralino dell'ospedale risponderà sempre, le liste d'attesa aumenteranno, i tempi per le consulenze al pronto soccorso si dilateranno, ecc.

Come Sindacato chiediamo ai cittadini - di fare uno scatto di maturità.

Di tutto questo non sarà responsabile il primo operatore che incontreranno. Il problema del ritardo o della fila non è sarà ascrivibile alla poca voglia di lavorare di chi avrà davanti.

Questo è quello che vorranno far credere quelli che non ci mettono mai la faccia ma che con le loro scelte politiche e gestionali procurano danni al già fragile sistema della sanità pubblica senza mai sporcarsi le mani per andare a vedere i cattivi risultati che procurano.

Ma di certo l'obbiettivo di molti di questi, in primis il Direttore dell'ASUR e l'Assessore alla Sanità Regionale, non è quello di abbassare i disagi agli utenti del piceno; il loro solo fine è quello di far quadrare il bilancio regionale, così tutto potrà continuare come prima, nel bene e nel male.

I cittadini ed i lavoratori imparino a mirare in lato.

La protesta civile deve montare ed il Sindacato in modo unitario, già nelle prossime settimane, se non vi sarà una radicale inversione di tendenza, proporrà delle iniziative, ma dovranno mirare a smascherare chi ha originato tutto lo sconquasso a cui stiamo assistendo, non le ultime linee, gli operatori da 1000 euro al mese.

Diciamo basta anche ai soldi spesi per figure gestionali incapaci di assumere autonomamente delle decisioni,che si nascondono dietro a “vorrei ma non posso”.

                                                                                        IL SEGRETARIO REGIONALE

                                                                                              Giuseppe Donati