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  • Ascoli, sindacato dei pensionati unito contro la crisi

La crisi economica ricompatta a livello locale il fronte sindaca­le a partire dalla categoria dei pensionati ascolani che hanno svolto un'assemblea unitaria. Molto allarmanti i dati 'emersi dal confronto tra i segretari provinciali di Spi/Cgil, Uilp e Cisl/Fnp: «In provincia -affer­mano i segretari Carlo Mesti­chelli (Spi), Francesco Fabiani (Uilp) e Giulio Grazioli (Fnp)- la maggior parte delle 90.000 pensioni erogate non supera l'importo medio mensile di 700 euro, nonostante l'aumen­lo della pressione fiscale, del costo della vita e di una serie di provvedimenti come l' Imu che ne hanno ridotto ulteriormen­te il potere di acquisto».

Si tratta di numeri significativi visto che in città gli «over 65» sono un quarto della popolazio­ne residente (24,)%) ed in pro­vincia circa il 22% dei residen­ti. All'assemblea che si è svolta alla Sala Scatasta dei centro Docens di piazza Roma ha preso parte anche il segretario nazionale dello Spi/Cgil, Ivan Pedretti in previsione della ma­nifestazione del 20 giugno in programma a Roma.

Sotto os­servazione da parte dei pensio­nati ci sono anche i rapporti con le Istituzioni locali a parti­re dai Comuni e dall'Asur. «I rapporti con le amministrazio­ni locali sono apprezzabili -fan­no notare i sindacati- anche alla luce degli accordi sul welfa­re locale che sono stati siglati con le più importanti realtà del Piceno (Ascoli, Folignano, San Benedetto, Grottammare, Offi­da, Comunanza, Maltignano, Monsampolo ed altri in via di definizione). Meno apprezzabi­li sono invece i rapporti con l'Asur.

Se si riduce il potere d'acquisto dei pensionati, che in tutta Italia sono 15 milioni, si rischia di creare un circolo vizioso in grado di comprimere la spesa complessiva e di conseguenza la produzione e i posti di lavoro. E' necessario spostare la tassazione dagli sti­pendi e dalle pensioni delle persone fisiche, da cui deriva il. 97% del gettito Irpef, ai grandi patrimoni».

Un altro grido allarme arriva sul fronte servizi sociali. «L'allungarne to dell'età media -dicono ancora i segretari- aumenta considerevolmente il numero degli anziani non autosufficienti correlativo appesantimento per le famiglie. Per questo abbiamo chiesto ai Comuni di non tagliare i servizi domiciliari auspi­cando anche il varo di un Pia­no nazionale perla non autosuf­ficienza per la tutela delle perssone non autosufficienti e delle loro famiglie delineando un si­stema di servizi e sostegni omo­genei su tutto il territorio nazio­nale».

Anche il segretario pro­vinciale della Uil-Pensionati, Francesco Fabiani esprime preoccupazione: «E' il lavoro il problema più grave del nostro territorio -dice- dove ci sono 23.000 disoccupati che non rie­scono a trovare un'occupazio­ne. Rischiamo di perdere un'in­tera generazione senza dimenticare i problemi dei pensiona­ti e degli esodati presenti anche nel Piceno dopo le chiusure delle grandi fabbriche. Ci sono tanti giovani che tornano a vivere in famiglia perché non ce la fanno più a pagare le rate del mutuo e non so quello che potrà succedere a dicembre quando scadrà la proroga degli sfratti. Anche chi ha una casa -aggiunge- e vuole venderla non riesce a trovare comprato­ri. Le famiglie non ce la fanno più a svolgere la funzione di ammortizzatori sociali con le pensioni e i risparmi e per questo è ora che le Istituzioni facciano fronte comune pertro­vare una via d'uscita senza an­dare ognuno per conto pro­prio.

I sindacati a livello locale hanno dimostrato di essere uni­ti in questo momento di crisi».

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