In merito alle decisione assunte in queste ultime ore dall’Arbitro per le Controversie finanziarie (Acf) che apre la strada, ai risparmiatori clienti di Banca Marche e delle altre banche coinvolte, per rivalersi sugli istituti che hanno inglobato le banche salvate, Adiconsum Marche, unica associazione a perseguire tale strada, accanto a quella della giustizia civile, precisa che «Il 30 gennaio 2017 - tramite i legali dell’associazione avv. Erica Micucci e avv. Ezio Gabrielli - ha depositato 37 ricorsi per i risparmiatori rimasti coinvolti nel crack Banca Marche».
La decisione arrivata dall’Arbitro per le Controversie Finanziarie si è basata proprio su alcuni ricorsi depositati da Adiconsum Marche lo scorso gennaio, accogliendo la tesi avanzata dal Centro Giuridico Regionale di Adiconsum Marche secondo la quale il nuovo soggetto doveva rispondere delle mancanze della vecchia Banca Marche nella collocazione di strumenti finanziari.
Ora la strada è tracciata: per quanto riguarda i ricorsi davanti all’arbitro, Ubi deve rispondere delle ipotesi di collocamento irregolare delle azioni della società Banca Marche (il che non vuol dire che tutti hanno diritto al rimborso ma che Ubi deve rispondere di eventuali mancanze di Banca Marche nella collocazione dei titoli).
Lo strumento arbitrale è stato imboccato con decisione da Adiconsum Marche - pochi giorni dopo l’avvio dell’attività dell’arbitro stesso che ha aperto i lavori nel gennaio del 2017 – per i casi di tutti quei piccoli e piccolissimi risparmiatori che avrebbero rinunciato a qualsivoglia tutela spaventati dalla complessità dello strumento processuale ordinario. Adiconsum dunque rivendica il proprio primato nell'aver creduto in tale percorso, così venendo incontro anche a tanti piccoli e piccolissimi azionisti che avrebbero rischiato di non attivare alcuna azione per il timore dei costi di una causa. «Le pronunce dell'ACF - afferma l’avv. Ezio Gabrielli uno dei legali di Adiconsum Marche - confermano l'impostazione da sempre seguita da Adiconsum, secondo cui i risparmiatori danneggiati dal crack Banca Marche hanno il diritto di rivalersi sulla Banca acquirente, oggi Ubi Banca».
L’ Arbitro, si legge «vuole affermare che i clienti della Vecchia Banca...così come avrebbero potuto avanzare pretese risarcitorie nei confronti della Vecchia Banca ... allo stesso modo non possono non ritenersi legittimati a procedere in tal senso anche nei confronti della Nuova Banca, che...è da ritenersi subentrata, senza soluzioni di continuità, nelle situazioni giuridiche attive e passive facenti capo alla Vecchia Banca..».
Questo è principio fondamentale che Adiconsum ha da sempre affermato e che ora trova riscontro nelle prime decisioni dell’Arbitro e attorno a questo principio dovranno articolarsi le prossime iniziative di quanti hanno a cuore l’interesse di quanti sono stati coinvolti nella vicenda Banca Marche.
Adiconsum, lo si ricorda, continua a segnalare l’esigenza di un approccio concreto alla vicenda Banca Marche che, al di là del clamore provocato dall’aspetto penale, veda quanti hanno subito un danno essere attivi in tutte le sedi percorribili – cause civili e arbitrati regolati – dove poter avanzare una pretesa di risarcimento.
Ora, dopo la decisione dell’8 novembre 2017 del tribunale di Milano abbiamo l’ulteriore conferma di quanto Adiconsum ha sempre sostenuto e cioè che Ubi dovrà rispondere anche agli azionisti sul comportamento scorretto di Banca Marche.
Adiconsum informa che nell’Assemblea pubblica che si terrà il giorno 15 gennaio alle ore 18.00 a Macerata presso la Domus San Giuliano, Via Cincinelli n. 4 verrà fatto il punto della situazione con gli azionisti di Banca Marche.