La Cisl guarda avanti ai problemi del paese e del territorio e da appuntamento al prossimo 11 febbraio per la manifestazione nazionale a carattere regionale “Più lavoro più salario meno fisco” “Bisogna spostare il carico sui consumi in Italia l’unico modo per far pagare di più chi è più ricco e meno chi ha meno risorse. Certo è anche necessario proseguire intensamente la lotta alla evasione fiscale che ha dato discreti risultati ma va ulteriormente intensificata” ha spiegato il Segretario Generale della Cisl Raffaele Bonanni a San Benedetto del Tronto durante l’intervento alla Consiglio Generale della Cisl di Ascoli Fermo. “Sono stati recuperati 11 miliardi di euro ma ne mancano altri 140” ha spiegato ancora Bonanni. La Cisl insomma punta ancor l’indice sul fisco e lo farà ancora di più il prossimo 11 febbraio nelle piazze italiane e quelle marchigiane: La questione delle Entrate diventa fondamentale ma non è l’unica. E’ necessario sostenere i lavoratori e i pensionati, specificare meglio gli aiuti da dare alla famiglie. In Italia è sbagliato per difetto anche la quota di tassazione che è al 43% a questo vanno aggiunti altri 10 11 punti”. L’Italia secondo Bonanni necessita di investimenti e quindi quel sì agli accordi che portano investimenti al paese è pronunciato senza alcun dubbio e senza tentennamenti “Quanto tempo è che non investe in Italia e così pure nelle Marche 5 anni? Di più? Noi abbiamo bisogno di investimenti perché senza di essi non c’è fabbrica e senza fabbrica non c’è lavoro e senza lavoro non ci sono diritti. Bisogna così attrezzare i territori perché possano essere in grado di accogliere investimenti e quindi tutti quegli accordi, come nel caso Fiat, in cui si creino le condizioni adeguate per farvi approdare gli investimenti e produrre così quella ricchezza necessaria per far avanzare l’economia. Noi siamo pronti sottoscriverne altri 10, 100, 1000 se in grado di garantire investimenti e quindi lavoro. Se ce ne sarà l’occasione anche nelle Marche. Siamo orgogliosi del senso di responsabilità che abbiamo mostrato nel caso Fiat e che continueremo a dimostrare ogni volta che ce ne sarà bisogno in Italia, dove c’è chi crede di essere negli Emirati Arabi per ricchezza diffusa. L’Europa è in crisi profonda e l’Italia ne rappresenta il suo apice”. Ma Bonanni prova a guardare anche oltre il caso Fiat: “Siamo nella necessità di dover riorganizzare nuovi modelli di relazioni industriali dove allo stato attuale la forza decisionale è ancora troppo in mano distributori di ricchezza di denaro pubblico che contano molto più di chi produce. E’ necessario garantire un riequilibrio tra questi due fattori”.
28 gennaio 2011