In data 27/06/2013 presso la Regione Marche fu sottoscritta una ipotesi d'accordo (poi validata dalla maggioranza dei dipendenti nella consultazione del 03/07/2013) che garantiva ai lavoratori parte del salario variabile cancellato con il recesso dalla CIA che l'azienda aveva comunicato in data 02/08/2012. Quell'accordo sarebbe scaduto improrogabilmente il 31/12/2014.
Senza eventuale rinnovo, il salario dei lavoratori sarebbe tornato a quanto previsto dal CCNL (paga base e contingenza).Quell'accordo fu necessario per evitare la sospensione di tutti gli affidamenti bancari, generata dalle ingiunzioni di pagamento presso terzi consegnati alle banche stesse da parte degli avvocati di 57 ricorrenti .Tale sospensione avrebbe determinato la paralisi economica dell'azienda con conseguente chiusura dello stabilimento.In quella occasione la UGL, ignorando gli altri 140 dipendenti NON-ricorrenti, fece la scelta di sfilarsi dalla discussione lasciando ad altri (CGIL e CISL) la responsabilità di trovare soluzioni che garantissero la continuazione dell'attività lavorativa.
Quell'accordo ha dato la possibilità di continuare a lavorare nell'ultimo anno e mezzo.Ha anzi permesso di abbassare il prezzo del prodotto, garantendo nuove commesse di lavoro, come riconosciuto nelle premesse del Contratto di Solidarietà sottoscritto da TUTTE le OOSS (UGL compresa) presenti nello stabilimento (firmato il 25/09/2014).
Nel Dicembre 2014, come previsto dall'accordo, le Organizzazioni Sindacali firmatarie e la RSU nel frattempo entrata in carica furono convocate per verificare la possibile proroga di quell'accordo. L'incontro saltò a causa dell'irresponsabilità di una parte della RSU (UGL) che non si presentò all'incontro.
Non essendoci stato spazio per una discussione democratica (oltretutto le assemblee unitarie vengono convocate all'insaputa di FIM e FIOM contrariamente a quanto previsto dal Testo Unico sulla Rappresentanza), la Regione Marche ha ritenuto opportuno convocare le parti allo scopo di trovare le eventuali condizioni per una proroga. Anche in questo caso la UGL ha ritenuto più comodo defilarsi dalla discussione e dal confronto, trincerandosi dietro una pseudo piattaforma in barba alle regole sindacali (non si capisce né da chi redatta, né da chi condivisa, né da chi validata).
Piuttosto che abbandonare la discussione, le scriventi OOSS hanno preferito rimandare alle valutazioni dei lavoratori una ipotesi di accordo che prevedesse la proroga del precedente e una eventuale condizione migliorativa in termini economici (in quanto erano state evidenziate delle criticità nella organizzazione del lavoro da parte aziendale).
A fronte di quanto sopra esposto è doveroso precisare che:
-TUTTI i lavoratori erano invitati e democraticamente tenuti a partecipare all'assemblea che si è svolta il 16/02/2015 indetta appunto per spiegare i dettagli dell'ipotesi di rinnovo.
-Che le consultazioni sindacali, in particolar modo quella di Giovedì 19 Febbraio sono lo strumento di massima democrazia partecipativa.
Pertanto riteniamo ASSURDO ed INCOMPRENSIBILE uno sciopero di 8 ore proclamato nello stesso giorno della consultazione, quasi a voler condizionare la libertà di espressione di ognuno nei confronti del futuro del proprio posto di lavoro.
I Responsabili Sindacali di Ascoli Piceno
FIM CISL - FEMCA CISL - FIOM CGIL - FILTEM CIGL