A fine Gennaio 2016 la ARA (Associazione Allevatori) delle MARCHE ha chiuso i battenti mettendo alla porta 23 tecnici e controllori.
Sommersa da una pesante situazione debitoria, frutto di una gestione semplicistica e arruffona, la Associazione Regionale Allevatori è stata commissariata per anni, ma di fatto sempre coordinata dalla Associazione Italiana Allevatori, e non ha saputo riorganizzare i suoi servizi, essenziali per la gestione zootecnica del territorio marchigiano.
FAI CISL MARCHE da tempo ha denunciato la grave situazione gestionale ed il rischio che i pochi controlli producano danni sulla tracciabilità delle produzioni zootecniche e la conservazione della razza bovina marchigiana.
L’epilogo giunge dopo un’agonia durata circa tre anni, ma lavoratori e FAI CISL continuano a sperare in un intervento da parte della Regione Marche, confidando nella sensibilità dimostrata dalla Vice Presidente Anna Casini, che ha anche la delega all’Agricoltura, perché l’attività a sostegno degli allevatori possa rinascere e perché i dipendenti licenziati senza motivo oggettivo possano contare nella ripresa di una occupazione.
“Stiamo concretizzando azioni legali a difesa dei nostri assistiti - dichiara Giuseppe Giorgetti della FAI CISL MARCHE - perché non possiamo accettare che dipendenti con competenze dimostrate in anni di lavoro, siano stati cacciati e abbiano anche 15 mesi di stipendi arretrati da percepire, mentre altri “tecnici” vengano a sostituirli nel loro ruolo da fuori regione, come sta accadendo in queste settimane” .
“La Regione - continua Giorgetti - deve darci un sostegno, occorre una regia per una riorganizzazione della Associazione Allevatori perché la marchigianità non va tutelata solo per la razza, ma anche per il personale che per anni si è prodigato mettendoci la faccia, in primis con gli allevatori. Ci auguriamo che la Regione Marche nell'incontro che si terrà a breve con l’Associazione Italiana Allevatori, sappia farsi sentire e dia le giuste indicazioni sul futuro della Zootecnia Marchigiana.”
Il personale e la FAI CISL auspicano una intesa tra Regione, Azienda, Sindacato per individuare una giusta definizione di una vertenza con riflessi economici ed occupazionali importanti.