Non solo medici, infermieri ed OSS: la Cisl Fp Marche vuole ricordare, per rispetto di tutte le professioni socio-sanitarie, il duro compito quotidiano di lotta e resistenza contro la pandemia Covid di tutti gli operatori della sanità pubblica, di quella privata e del sociale.
Oltre al personale impegnato direttamente nei reparti, c'è tutto un mondo di figure di supporto, altrettanto importanti e strategiche per la riuscita del contrasto al Covid.
«Si pensi ad esempio ai tecnici sanitari di Radiologia e di laboratorio, ai biologi, alle assistenti sanitarie ed al personale della Prevenzione - spiega Giuseppe Donati, Segretario Regionale Cisl Fp Marche -. Ancora, andrebbero menzionati, le ostetriche, gli educatori, gli autisti di ambulanza, i volontari delle pubbliche assistenze. Non si nominano mai gli assistenti sociali ad esempio, che supportano i cittadini e le famiglie maggiormente in difficoltà, entrando nelle loro case, come nemmeno gli educatori professionali che accompagnano chi è più svantaggiato e presidiano il mondo del disagio psichico».
Con particolare riferimento alla situazione nel Fermano e nell'Area Vasta 4, Donati aggiunge: «Senza i tecnici di laboratorio, che nell’Unità Operativa Complessa del Murri e nell’area del Dipartimento di Prevenzione, analizzano giorno e notte, centinaia e centinaia dei famosi tamponi molecolari prelevati giornalmente, non si avrebbero i referti, rendendo quindi impossibile provvedere alla diagnosi precoce. Ugualmente, senza chi, come le assistenti sanitarie ed altri operatori con esse, continua stoicamente a fare tracciamento, lavorando anche sabati e domeniche da febbraio scorso, non si potrebbe risalire alla catena di contagi ed intervenire prontamente. A tutti questi lavoratori va il massimo plauso possibile».
«Purtroppo però - prosegue il Segretario Regionale -, in Area Vasta 4, al pari di quanto avvenuto per infermieri ed OSS, gli errori compiuti molto prima dell’esordio della pandemia, da chi si è occupato dei piani assunzione e del reclutamento del personale, stanno pesando enormemente sul lavoro di queste figure. Mancano molti tecnici di laboratorio e di Radiologia al Murri e questo rischia di mandare in crisi il prezioso lavoro che i servizi diagnostici stanno portando avanti».
Il numero di tecnici di laboratorio dell’Ospedale di Fermo, che da fine 2019 ad aprile 2021 sono o andranno in pensione, ammonta a 8 unità. Poche di queste unità sono state sostituite e, in un momento così intenso di lavoro e di emergenza, la carenza di organico, da prevedere a prescindere dal Covid, pesa enormemente sull’organizzazione del lavoro. Gli stessi tecnici di Radiologia, abilitati a coprire i turni sulle 24 ore, sono rimasti pochi (circa 11) anche a causa di malattie lunghe o aspettative.
«Chiaramente tutto questo non emerge dai titoli dei giornali con i quali vengono annunciati nuovi servizi o l’acquisto di nuove macchine radiologiche dal Direttore di Area Vasta 4 o da altri dirigenti - sottolinea Donati -. La Cisl Fp è la prima ad essere contenta se aumentano i servizi ai cittadini, ma dietro ogni macchina o per garantire un nuovo servizio come ad esempio la radiologia domiciliare, devono esserci uno o più operatori, che ad oggi scarseggiano. La propaganda non crea e non moltiplica i professionisti».
«Come si mandano avanti Reparti e Servizi attualmente? - continua Donati - Come si riesce a recuperare lo screening senologico, ad esempio, vista la carenza di personale tecnico sanitario? Ci risulta che una percentuale variabile tra il 20 ed il 30% delle attività assistenziali, diagnostiche ed interventistiche in generale, siano organizzate grazie al ricorso alle prestazioni orarie aggiuntive. Grazie a questa modalità di lavoro che, sarebbe bene ricordarlo, impone ai professionisti turni aggiuntivi di lavoro oltre quelli dovuti per contratto, si riesce ancora a dare le risposte sanitarie minime e, in alcuni casi, aggiuntive. Tutto questo però non è normale e non potrà durare a lungo».
Lo stress enorme al quale tutto il sistema sanitario fermano è sottoposto da troppo tempo rischia di implodere perché infermieri, OSS, tecnici sanitari, assistenti sanitarie, ostetriche, educatori, ecc «non sono robot ma persone in carne ed ossa con un limite di sopportazione».
«Dover constatare che la Regione Marche, e di conseguenza anche Area Vasta 4, si sia trovata ad affrontare la gravissima emergenza sanitaria del Covid senza le truppe necessarie è vergognoso - attacca Donati -. Organici sottodimensionati, tagli inverecondi sul personale del comparto portati avanti dalla politica regionale degli ultimi 10 anni e, in ultimo, concorsi pubblici che per essere espletati impiegano anni ed anni, l’assenza di qualunque graduatoria a tempo indeterminato delle figure sanitarie principali, sono elementi gravissimi di cui qualcuno dovrà rispondere prima o poi».
La Cisl Fp rinnova il suo ringraziamento non solo nei confronti dei lavoratori piú esposti come medici, infermieri ed OSS, ma anche di tutte quelle figure professionali del settore pubblico e privato che permettono al sistema sanitario di combattere e, ne siamo certi, vincere il Covid-19.