Si susseguono le prese di posizione e le proposte in merito alla riattivazione della tratta ferroviaria Fano - Urbino alla luce anche del suo inserimento tra le ferrovie turistiche da rilanciare, come previsto dalla legge approvata dal Parlamento Italiano n. 128/17.
Il Consiglio comunale di Fossombrone, l’Associazione Val Metauro e, per ultima, Confcommercio, circa il riutilizzo temporaneo a fini turistici come “ferrociclo” (in attesa della definizione), vanno tutti nello stesso senso: riattivare al più presto la ferrovia Fano - Urbino.
La proposta di Confcommercio non ci sembra sia da condannare, visto che si inserisce nella linea della destinazione d’uso ferroviaria e non segue le intenzioni della Regione Marche di farne un sedime per ciclismo da diporto.
Tutte queste proposte, per quanto anche condivisibili, a nostro modo di vedere ci sembrano di respiro parziale e scollegato da una azione univoca. Come Cisl Pesaro – Fano - Urbino, ci battiamo da tempo per la riattivazione della tratta ferroviaria. A volte in solitudine, sosteniamo l’importanza strategica dell’intero sistema viario (Superstrada Fano - Grosseto, completamento galleria Guinza, Tratta Pesaro - Urbino, Pedemontana, Ferrovia Fano - Urbino, ecc.), in quanto infrastrutture essenziali e vitali per l’economia provinciale.
In tempi in cui le scelte del Ministero delle infrastrutture sono orientate più verso concetti di retroguardia che al reale fabbisogno infrastrutturale del Paese, seguire percorsi che puntano a salvaguardare il distinguo del particolare e non dell’esigenza collettiva, ci sembra tanto la scusa che si offre a chi deve decidere, per non farlo mai.
Con il completamento della Quadrilatero a sud e il rafforzamento della E45 Orte - Ravenna a nord, la provincia di Pesaro Urbino rischia concretamente un pesante isolamento sia per i flussi turistici che per lo sviluppo socio economico, non solo delle aree interne, ma anche di quelle costiere.
Come Cisl, siamo convinti che non si può prescindere dal principio che la realizzazione di infrastrutture viarie o del trasporto hanno un’importanza vitale per l’intera economia provinciale.
Senza la concreta definizione primaria di quale modello di sviluppo socio-economico si vuol dare al territorio provinciale (partendo dalla valorizzazione delle esperienze distrettuali, dalla eccellenze agro-alimentari, compresa l’integrazione tra costa e aree interne), si rischia che l’importanza di tali opere si infranga contro il mancato interesse ministeriale e l’esiguità delle risorse disponibili.
Per queste ragioni, siamo convinti che bisogna abbandonare la strada delle proposte ad uso e consumo localistiche, mentre va fatto uno sforzo di sintesi sull’unicità ed importanza delle scelte collettive.
Occorre un tavolo di confronto, magari promosso dalla stessa Provincia e dalle Istituzioni locali, per rendere la richiesta dell’intero territorio di forte credibilità verso le Istituzioni centrali.