Situazione particolarmente difficile per l’occupazione giovanile nel territorio coperto dal Centro per l’impiego e la Formazione di Senigallia. Se volessimo fare una fotografia del mercato del lavoro vedremmo che i disoccupati al 31 Maggio 2012 erano 1394 contro i 1077 alla stessa data dello scorso anno. Di questi il 36,73% pari a 512 sono giovani sotto i 29 anni che hanno dato l’immediata disponibilità al lavoro (che non c’è); rispetto allo stesso periodo del 2011 si è avuto un incremento della disoccupazione giovanile del 38,38% pari a 317 unità in più disponibili a lavorare da subito. Il 58% di loro sono diplomati e laureati.
Se volessimo fare un’analisi completa della disoccupazione dovremmo aggiungere i cosiddetti neet (acronimo di “not in education, employment or training”) ovvero i ragazzi che non vanno più a scuola o all’università, sono senza impiego e non frequentano corsi formativi. Considerando la ricerca svolta a livello provinciale qualche mese fa, che ci parlava di circa 13.000 ragazzi nella posizione di neet, possiamo benissimo pensare che alcune centinaia di loro siano residenti nel territorio Senigalliese.
Quindi ci verrebbe spontaneo dire qui non c’è spazio per i giovani che vogliono lavorare. Occorre che tutti prendano coscienza di quanto sta accadendo, ma perché la legittima indignazione non diventi rabbia che ti rode l’anima o rassegnazione che ti addormenta il pensiero occorre che prima possibile arrivino proposta e impegno e che l’analisi preventiva sia lucida e oggettiva. E’ sempre stato un rapporto difficile quello tra mondo del lavoro e giovani e la prima tentazione è quella della semplificazione e della generalizzazione, fino a cadere in categorie che rasentano lo stereotipo: “i bamboccioni”, i “neet”, “il popolo delle partite IVA”, i “disorientati”, gli “illusi” delle borse-lavoro e dei tirocini, i “motivati”, i “rassegnati”, i “migranti” della ricerca; queste che abbiamo definito “categorie” stanno nel quadro di una crisi che diventa trasformazione del mondo produttivo anche nella nostra provincia a elevata vocazione manifatturiera, che negli anni ha cercato di aggiornare il suo modello industriale di piccola e media impresa esposto ai rischi di una globalizzazione negativa se non governata.
Forse, in questo contesto, la formazione, in particolare quella professionale qualificata, potrebbe rivestire un ruolo di primo piano. La creazione di ITS, la rete di IFTS, la sinergia tra Regione, Province, Istituti Tecnici e Professionali, Università, Imprese, Associazioni datoriali e sindacali, enti di formazione dovrebbero sempre di più realizzare un sistema adeguato sul territorio in termini di orientamento e acquisizione di competenze, con l’obiettivo di fronteggiare la situazione critica dell’occupazione giovanile, in relazione alle caratteristiche di un tessuto produttivo che cambia velocemente e che deve saper coniugare la sua vocazione industriale con nuovi orizzonti in settori in potenziale espansione: turismo, cultura, servizi alla persona.
Ma occorre anche saper ascoltare i giovani, dare loro modo di esprimersi, raccogliere, per quanto possibile, il loro malumore, la loro voglia di cambiare il mondo che sembra non dare loro un futuro. Come Cisl Ancona con Filca e Fai per stare, per quanto possibile, vicino ai giovani abbiamo voluto collaborare alla riuscita di un evento importante come “La festa della musica” nella quale i giovani, in modo completamente libero, hanno avuto un palco tutto per loro, dove esibirsi e farsi notare; a Senigallia la festa, conclusasi sabato scorso ha visto la partecipazione di diversi gruppi di giovani musicisti ed un numerosissimo pubblico che ha ascoltato con attenzione i giovani talenti.
Il Segretario Generale Cisl Ancona
Paolo Santini