“Enel, a suo piacimento, ha inteso applicare un sovrapprezzo generico e indefinito. La fattura, quindi, non è riscontrabile e va annullata”: questa la motivazione con la quale il Giudice di Pace di Roma ha annullato una fattura esorbitante e ingiustificata che l’azienda di energia elettrica aveva emesso nei confronti di una microimpresa pugliese. Mancanza di trasparenza e incapacità di giustificare importi in fattura sottolineano l’importanza della condanna, afferma Confconsumatori.
Il Giudice di Pace di Roma ha, infatti, dichiarato integralmente nulla una fattura di oltre 1500 euro emessa da Enel Energia, per mancanza di prova del credito richiesto, oltre che per mancata trasparenza del contratto stipulato tra le parti. Si legge nella sentenza: «Enel, a suo piacimento, ha inteso applicare un sovrapprezzo generico e indefinito. La fattura, quindi non è riscontrabile e va annullata». Oltre alla nullità della fattura, il Giudice ha disposto anche il rimborso delle spese di lite e di 100 euro per le spese stragiudiziali.
“La società fornitrice dell’energia – spiega l’avvocato Alessandra Taccogna, che ha difeso in giudizio la microimpresa – ha fornito spiegazioni non sufficienti a giustificare l’importo della fattura esorbitante, mostrando conteggi incomprensibili, come spesso accade. Questa sentenza rappresenta, quindi, un passo importante nella lotta contro le fatture esagerate ed anomale, emesse nei confronti dei consumatori, che non devono sentirsi obbligati a pagare quando non ci sono prove sufficienti a chiarire l’esattezza di quanto preteso”. Confconsumatori ricorda che, in virtù del Decreto Monti 1/2012, le microimprese godono della stessa tutela dei singoli consumatori di fronte a pratiche sleali.