La nuova Commissione per le pari opportunità regionale, eletta dal Consiglio regionale lo scorso 5 ottobre, non vede al proprio interno nessuna rappresentanza di CGIL, CISL e UIL Marche, contrariamente a quella eletta nella precedente legislatura, dove erano presenti due rappresentanti delle organizzazioni sindacali regionali, entrambe con delega alle pari opportunità per le rispettive organizzazioni. Riteniamo questa esclusione operata dal Consiglio regionale un fatto gravissimo. Le donne, in particolare, sono i soggetti più colpiti dalla grave crisi che ha investito anche la nostra regione e non aver dato spazio ad alcuna rappresentante del sindacato, che quotidianamente si confrontano con i problemi che le donne devono affrontare quando perdono il lavoro, quando faticano a trovarlo, quando sono costrette ad accettare rapporti di lavoro precario o addirittura in nero, evidenzia una assenza di coerenza tra le tante dichiarazioni roboanti e le effettive scelte operative. Il lavoro, nello specifico il lavoro femminile, rimane un’esperienza centrale nella vita delle persone e la promozione delle pari opportunità non può prescindere da una dimensione così significativa. Nulla giustifica la scelta di escludere dalla Commissione il contributo e le esperienze che le rappresentanti di Cgil,Cisl,Uil avrebbero potuto portare, come già fatto nella precedente legislatura. Ciò che appare è una applicazione inaccettabile e miope del “manuale Cencelli”, che dà forse risposte ai partiti politici di maggioranza e opposizione, ma non corrisponde affatto alle finalità della legge istitutiva che, come recita all’articolo 3, intende dare spazio nella Commissione a “donne che abbiano riconosciuta esperienza sulla condizione femminile nei suoi diversi aspetti e profili e siano rappresentative dei movimenti e delle diverse culture del mondo femminile”.