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  • I nuovi canoni di edilizia residenziale pubblica

Dopo anni di scontri con la Regione Marche sulla riforma dei criteri di calcolo per i canoni di locazione negli alloggi di proprietà pubblica, finalmente le OO. SS. CGIL, CISL, UIL, UGL Regionali e le cinque Associazioni degli Inquilini SUNIA, SICET, UNIAT, ASSOCASA, UNIONE INQUILINI, hanno raggiunto un Accordo con l’Assessore alla casa Antonio CANZIAN sottoscritto mercoledì 28 settembre, dando seguito e concreta applicazione al più ampio Protocollo d’Intesa sulle politiche abitative regionali del 5 maggio scorso.

I canoni di ERP erano sostanzialmente fermi ai valori ed ai criteri stabiliti nel 1997, comportando evidenti problemi di risorse, sufficienti almeno a garantire le manutenzioni essenziali necessarie alla conservazione di un patrimonio immobiliare pubblico sempre più dimenticato, marginale e degradato. Per cui la necessità di una revisione dei canoni è da anni riconosciuta da tutti. Ma erano  soprattutto i criteri di calcolo che dovevano essere riformati, affinché il peso degli adeguamenti non finisse per gravare sulle categorie sociali più deboli. La riforma doveva essere invece l’occasione per rendere i canoni più proporzionati, rispetto alla reale capacità economica delle singole famiglie di assegnatari, facendo cioè pagare di più a chi ha realmente di più.

Il tentativo della Regione Marche di introdurre l’Indicatore ISEE con la legge regionale n. 36/2005 per il riordino del sistema delle politiche abitative, ha già avuto una sua prima traduzione nel regolamento per i criteri di calcolo dei canoni approvato nel 2008, ma subito rinviato - nella sua piena applicazione - dall’inizio del 2009 all’inizio del 2011; avendo evidenziato fin da subito molti difetti ed iniquità, come più volte denunciato dalle OO. SS. e dalle Associazioni degli Inquilini, già da  prima che venisse approvato.

Notevoli difficoltà nel confronto con la precedente amministrazione regionale hanno impedito una correzione dei criteri di calcolo stabiliti, nonostante i due anni di tempo messi a disposizione con il rinvio. Finché, finalmente, alla fine del 2010 è stato possibile riprendere la discussione con il nuovo Assessore, con il quale sono stati raggiunti invece alcuni accordi: - per prima cosa, una applicazione graduale dall’inizio del 2011 dei nuovi canoni calcolati con riferimento all’ISEE, ma con un adeguamento parziale che non aumentasse i canoni del 2010 oltre un massimo del 20%; - quindi l’avvio immediato di un confronto tecnico per correggere i criteri approvati alla fine del 2008, al fine di salvaguardare le categorie più deboli e di rimuovere alcune disuguaglianze di trattamento tra situazioni reddituali simili, nonché rapportare l’entità dei canoni alla tipologia e caratteristiche dell’alloggio occupato; - il raggiungimento di un Protocollo d’Intesa - sottoscritto il 5 di maggio - sulle politiche abitative più in generale e sull’affronto delle emergenze legate alla crisi; - lo stanziamento di €. 1.400.000,00 per integrare il Fondo di Sostegno agli Affitti del settore privato, da destinarsi prioritariamente agli inquilini colpiti dalla disoccupazione (considerato che l’abituale fondo nazionale - invece di essere aggiornato - è stato pressoché soppresso), - la stipula di un Accordo - sottoscritto il 28 settembre - per deliberare entro dicembre 2011 alcune correzioni al regolamento regionale del 2008 sui canoni di locazione dell’ERP.

Il Nuovo Regolamento sui canoni dovrebbe essere quindi applicato fin dall’inizio del 2012, ma entrare a regime in tutti i suoi effetti dall’inizio del 2013, in quanto prevede l’introduzione di un Indicatore ISEE ERP specifico per tutte le forme di intervento pubblico a favore dell’abitazione sociale previste dalla L. R. n. 36/2005 (canoni di ERP, criteri di accesso agli alloggi  di ERP, contributi al pagamento dell’affitto, ecc.). L’adozione di un Indicatore ISEE specifico è dovuta principalmente ad una maggiore equità di trattamento e di tutela di alcune categorie sociali più deboli, sulla base dell’esperienza già verificata anche in altre regioni: - equiparando alcuni dei redditi attualmente esenti da tassazione ed esclusi dal calcolo dell’ISEE con quelli soggetti a tassazione e derivanti da lavoro o pensione (che per altro, al netto delle trattenute fiscali, restano quasi sempre più bassi); - incrementando la franchigia attualmente prevista sui patrimoni mobiliari (pari a circa €. 15.000,00) di ulteriori €. 5.000,00, per ridurre l’incidenza sul valore dell’Indicatore ISEE di quei risparmi che possono considerarsi essenziali alla vita delle famiglie; - incrementando del 20% il coefficiente - o divisore - di equivalenza (per tradurre il valore ISE nell’Indicatore ISEE) a favore delle famiglie composte esclusivamente da ultra sessantacinquenni, in analogia con quanto già previsto per altre categorie sociali meno autosufficienti, quali quelle composte da invalidi, o da un solo genitore con figli minori a carico. Le nuove Dichiarazioni così rimodulate, con in nuovo Indicatore ISEE ERP dovranno essere richieste agli assegnatari fin dal prossimo anno 2012, per cui potranno incidere sui canoni di locazione soltanto dall’inizio del 2013.

Mentre dall’inizio del 2012 dovranno essere applicate le altre correzioni introdotte con questo stesso Accordo: - l’abbattimento del canone oggettivo (ovvero rapportato alle caratteristiche dell’abitazione), relativo alle Fasce di reddito protette: fino al 40% per gli assegnatari della Fascia A, al 50% per la Fascia B1, al 60% per la Fascia B2, al 70% per la Fascia B3; - l’applicazione delle nuove percentuali minime e massime rispetto al Valore dell’Indicatore ISEE, relativamente alle singole Fasce di reddito: a) per la Fascia A minimo 10% (con un canone minimo di €. 30,00 mensili indicizzato) massimo 18%, b) per la Fascia B1 minimo 10%     massimo 20%, c) per la Fascia B2 minimo 12%     massimo 21%, d) per la Fascia B3 minimo 14%     massimo 22%; All’interno dei suddetti limiti minimi e massimi si collocano i canoni oggettivi di cui sopra, secondo la Fascia di reddito di appartenenza della singola famiglia assegnataria, in modo tale che - a parità di reddito - permanga una differenza di canone in rapporto alle condizioni dell’appartamento, alle sue dimensioni ed alla sua collocazione nel territorio.

Infine, considerando che una minoranza di assegnatari dovrebbe comunque adeguarsi ai nuovi criteri con incrementi di canone improvvisamente elevati, si è convenuto di applicare una graduazione degli stessi, tale da evitare incrementi annuali superiori al 50% in più rispetto ai canoni attualmente pagati e riservandosi di verificarne gli effetti reali dopo il primo anno di applicazione, per stabilire una eventuale ulteriore dilazione (escludendo ovviamente dalla applicazione graduale  gli aumenti dovuti ad incrementi dei redditi familiari, tali da comportare un passaggio alla Fascia superiore).

Con questo Accordo si è data applicazione concreta solo ad una parte del Protocollo del 5 maggio. Per cui il confronto con la Regione dovrà proseguire da subito sui punti restanti, che riguardano in primo luogo la revisione dei criteri di assegnazione degli alloggi pubblici ed il piano vendite finalizzato al rinnovo del patrimonio pubblico, per consentire nuovi significativi interventi pubblici rivolti soprattutto alle nuove emergenze.