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  • Incendio al Porto di Ancona: Cgil Cisl e Uil chiedono di aprire altri spazi per garantire il lavoro
Cgil Cisl e Uil di Ancona sono intervenute oggi, giovedì 24 settembre, al consiglio comunale di Ancona sull'incendio avvenuto al Porto nella notte del 15 settembre. I sindacati hanno richiesto tutele per i lavoratori, misure per scongiurare la fuga delle imprese coinvolte, l'attivazione di un tavolo di coordinamento che metta insieme tutti i soggetti istituzionali, le parti sociali e le imprese, ricordando come il porto di Ancona sia il più importante motore di sviluppo della nostra Regione.
 
Martedì scorso, i sindacano territoriali avevno incontrato il Presidente e il Segretario dell' Autorità Portuale — Giarnpieri e Paroli - e il Direttore dell'Arpam, Marchetti. L'incontro era stato richiesto da Cgil, Cisl e Uil, fortemente preoccupate, a seguito dell' incendio presso I' area ex Tubimar, sia dagli eventuali rischi per la salute dei cittadini e dei lavoratori dell'area, sia dalle possibili ripercussioni sul lavoro in ambito portuale. 

Le organizzazioni sindacali hanno preso atto dei dati forniti dall'Arpam, che evidenziano la non pericolosità della nube sprigionata dell'incendio, in quanto le sostanze contenute erano di gran lunga al di sotto dei limiti di tossicità. 

Per quanto riguarda la situazione delle attività produttive coinvolte II Presidente ha convenuto con le Organizzazioni sindacali che occorre lavorare velocemente per far in modo di rendere disponibili altre aree portuali, affinché le aziende dislocate nell'area andata a fuoco possano riprendere la produzione in tempi brevi. Così da evitare ogni ipotesi di trasferimento , facendo perdere ad Ancona posti di lavoro e lavorazioni pregiate. Già oggi vi sono lavoratori in difficoltà di ricollocazione, a seguito delle conseguenze dell'incendio. Vale per le attività di logistica e, ancor di più, per quelle della cantieristica. 

Il porto di Ancona è un asset strategico per l'economia di tutte le Marche, necessita di spazio e viabilità adeguata: ora è necessario non perdere tempo e ripristinare in tempi brevi l'area coinvolta e nel frattempo tutelare le aziende e i posti di lavoro. 

In attesa del recupero dell'area ex-Tubimar, è prioritario il riutilizzo degli spazi già Bunge — forzando i tempi d'acquisizione e utilizzando ogni percorso che ne consenta un uso anche transitorio — e una rilettura complessiva degli spazi portuali, che spinga anche al superamento dei blocchi che caratterizzano ,da anni, la realizzazione di molte opere fondamentali (vedi darsena). Soluzioni innovative, anche se transitorie, possono essere studiate — con il concorso di tutti gli enti — magari contando sulla presenza della ferrovia. 

Per fare ciò serve un azione sinergica tra tutte le istituzioni coinvolte, le parti sociali e le aziende; per questo le OO.SS. Hanno proposto che venga rapidamente istituito un tavolo di confronto per affrontare questo tema con la nuova amministrazione regionale, il Comune di Ancona e le associazioni di impresa: la questione è troppo importante per non essere discussa e affrontata con determinazione. 

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