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  • Italia di mezzo: una nuova opportunità di sviluppo

Il progetto dell'”Italia di mezzo” può mettere assieme le persone, le intelligenze, i saperi, i sistemi di accoglienza, di inclusione, di coesione e tutela sociale, le risorse finanziarie dei programmi Europei di Marche, Toscana e Umbria. Circa 6,2 milioni di persone possono, attraverso i loro rappresentanti, presentarsi agli investitori internazionali con il loro straordinario patrimonio paesaggistico, storico, artistico e culturale, far valere le conoscenze derivate dai sistemi universitari, scientifici e produttivi e al contempo quella straordinaria combinazione di tradizione e innovazione, quel saper fare in stretto connubio con il saper pensare.

Il progetto pone le condizioni perché nella discussione sullo sviluppo si superi lo schema duale Nord-Sud e si valorizzi l'Asse Est-Ovest. E’ evidente che andranno affrontate questioni costituzionali e istituzionali, ma è altrettanto chiaro che, fin da subito, si possono mettere a fattor comune molte azioni, che oggi le singole Regioni conducono separatamente, con una nuova e maggiore efficacia. In anni recenti si sono più volte avviate riflessioni che prefiguravano un percorso verso una dimensione politica unitaria; storia, arte, cultura, modello socio-economico, paesaggio hanno creato un potenziale unicum, che oggi può costituire un valore aggiunto per le politiche nazionali e soprattutto europee.

In un contesto di economia aperta e di competizione globale, le regioni dell’Italia di mezzo possono contare su fattori di specificità che, se messi a sistema, possono esprimere grandi potenzialità:

  •  un tessuto produttivo che, oltre alla presenza di grandi imprese, spesso multinazionali, è prevalentemente basato su un sistema di piccole e medie imprese, capaci di sviluppo endogeno, ma non localistico, come dimostrano i risultati dell’export;
  •  una straordinaria piattaforma naturale di connessione tra le economie atlantiche e dell’Europa occidentale con quelle dell’Europa centrale e dell’est;
  •  un territorio che costituisce un polmone naturale, con un importante patrimonio artistico-culturale che oggi rappresenta un valore aggiunto decisivo come fattore di potenziale sviluppo;
  •  un modello posto alla base delle politiche di welfare che ha valorizzato la coesione sociale.

Occorre però una capacità di governo che rafforzi le omogeneità e renda vantaggiose le differenze, per riuscire a cogliere questa straordinaria opportunità di sviluppo.

La firma del protocollo d’intesa tra i tre Governatori a Bruxelles il 17 giugno scorso ha dato una concreta accelerazione al processo di integrazione; che sia avvenuta proprio nel cuore dell’Europa ha dato un valore non soltanto simbolico al gesto, ma soprattutto lo ha inserito nel giusto contesto, dandogli una valenza sopraregionale e sopranazionale. Occorre però superare la pregnanza istituzionale e dare al processo anche un valore economico, sociale e civile.

Qui entra in gioco il ruolo di CGIL CISL UIL e, più in generale, del partenariato, che possono dare un respiro ideale al progetto: lavoro ed innovazione, sanità e welfare, tutela del paesaggio e agricoltura sostenibile, cultura e turismo possono essere volani di sviluppo se diventano patrimonio di valori condiviso.

Pertanto, al coordinamento politico-istituzionale occorre affiancarne uno di partenariato socio-economico; è necessario procedere con un confronto serrato e concreto alla definizione di iniziative comuni per sostenere il sistema produttivo favorendo gli investimenti, realizzare efficaci politiche attive del lavoro e di inclusione sociale.

Per quanto riguarda gli indirizzi di politica nazionale ed europea – infrastrutture materiali ed immateriali, corridoi europei, EUSAIR, ecc. – è indispensabile concordare strategie condivise e attivarsi perché si realizzino in tempi rapidi.

CGIL CISL UIL di Toscana, Umbria, Marche intendono essere parte attiva nel processo che conduce alla realizzazione della riforma attraverso la realizzazione di una serie iniziative e svolgendo il ruolo di monitorare e valutare l’effettivo grado di convergenza e di armonizzazione delle politiche regionali nelle tre regioni.

«È importante oggi fare massa critica per garantire prospettive di sviluppo alle nostre comunità - dichiara Stefano Mastrovincenzo, segretario generale Cisl Marche - Il sindacato confederale e la Cisl in particolare in questi anni hanno sempre sostenuto le aggregazioni ad ogni livello tra comuni, aziende di servizi pubblici, imprese, università. L'iniziativa istituzionale dei Presidenti di Toscana-Marche-Umbria va coniugata  anche  in chiave economica e sociale perché i cittadini, il mondo del lavoro la percepiscano come un processo concreto che punti a creare più occupazione, più coesione, più qualità dei servizi. In questo senso Cgil Cisl Uil delle  Regioni di Mezzo daranno il loro contributo con proposte e disponibilità al confronto».

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