Confindustria Marche e i sindacati regionali CGIL CISL e UIL dichiarano la loro profonda insoddisfazione e ritengono inaccettabile l'esito inaspettato dell'iter di approvazione in Consiglio Regionale dello strumento di programmazione del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale per il 2014/2020, che stanzia quasi 340 milioni di euro.
Un brusco cambio di marcia, quello accaduto in sede di Consiglio regionale, rispetto alla proposta di utilizzo del FESR varata dalla Giunta anche a seguito di molteplici occasioni di confronto iniziati a luglio 2013, perché taglia di circa 8 milioni le risorse in precedenza destinate alla innovazione e ricerca e competitività del sistema produttivo.
Il nuovo ciclo di programmazione dei fondi strutturali costituirà di fatto l'unica occasione per ridare slancio all'economia regionale, fortemente provata dagli effetti pesanti della crisi ancora in atto.
La congiuntura è ancora molto critica nel nostro Paese, tanto è vero che tutti gli analisti nazionali ed internazionali hanno recentemente rivisto al ribasso le previsioni economiche di alcuni mesi fa, confermando di fatto una crescita quasi pari a zero per il 2014 ed in lieve rialzo per il 2015, ma con effetti sicuramente ancora negativi per l'occupazione.
Nella Marche, in particolare, il sistema produttivo - fortemente caratterizzato dal manifatturiero con ampia presenza di piccole e medie imprese - sta ancora soffrendo ed ha bisogno di misure forti per rilanciare la loro competitività, soprattutto attraverso la innovazione ricerca e l'internazionalizzazione.
Purtroppo sono proprio questi i filoni a cui sono stati ridotti i fondi inizialmente stanziati, contraddicendo le raccomandazioni della Commissione Europea sulla concentrazione di obiettivi e risorse.
La versione approvata dal Consiglio - con emendamenti dell'ultima ora - presenta diverse criticità: aumenta il numero delle misure, di cui alcune neo introdotte senza indicare gli obiettivi da raggiungere, replica alcuni interventi già contemplati nell'attuazione degli altri fondi comunitari (nel Piano Sviluppo Rurale), riduce l'impatto economico delle singole azioni in quanto più frammentate.
Questi elementi saranno oggetto dell'esame della Commissione Europea e potranno richiedere aggiustamenti da parte della Regione, allungando di fatto i tempi della loro operatività a favore delle imprese e del lavoro. Mai come ora servono invece interventi urgenti con azioni anticicliche, con maggiore impatto sul rilancio dell'economia e dell'occupazione, e per la qualificazione del sistema produttivo.
Le parti chiedono pertanto un incontro urgente con il Presidente della Giunta Regionale, la Presidenza del Consiglio Regionale, gli Assessori competenti ed i Capigruppo per poter affrontare il problema e trovare valide soluzioni.
CONFINDUSTRIA MARCHE CGIL CISL UIL