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  • Lavoro non ce n'è e quello che c'è è precario. Emergenza giovani.

COMUNICATO STAMPA

I dati sull’occupazione diffusi dall’Osservatorio Regionale sul mercato del Lavoro evidenziano una preoccupante riduzione negli ultimi anni delle assunzioni effettuate con tipologie contrattuali più stabili e tutelate a favore dei contratti più flessibili e precarizzanti; il contratto a tempo indeterminato è sceso dal 19,4 % delle assunzioni effettuate nel 2007  all’odierno 9,5 %, con un decremento del 53,8 %.

E’ negativa anche la flessione delle assunzioni con contratto di apprendistato, dal 9,2 % del 2007 al 4,1 % dei nuovi impieghi nel primo trimestre del 2012, in parte legata alla  crisi, in parte alle difficoltà applicative della normativa previgente; l’auspicio è che la più razionale disciplina dell’apprendistato adottata col Testo Unico del 2011, e rafforzata dalla recente riforma del mercato del lavoro, possa rilanciare questo importante istituto contrattuale, che può favorire un ingresso tutelato e qualificato dei giovani nel mondo del lavoro dichiara Stefano Mastrovincenzo segretario Cisl Marche, che rimarca come anche la trasformazione di tali contratti in tempo indeterminato stia diminuendo fortemente; in alcuni territori gli apprendisti non confermati arrivano all’80 %.

Il tempo determinato continua ad essere il contratto maggiormente utilizzato, attestandosi nel primo trimestre del2012 al 46,4% delle assunzioni: se, pertanto, circa un lavoratore su due risulta assunto con questa tipologia contrattuale, appare essenziale garantire l’applicazione degli strumenti normativi volti a contenere e ostacolare l’utilizzo abusivo dei contratti a termine.

Aumentano costantemente, invece, gli ingressi mediante le tipologie contrattuali più flessibili: le assunzioni con contratti di lavoro parasubordinato, intermittente, domestico o con tirocini e stage raggiungono nel 2011 il 29,6 % del totale dei nuovi impieghi, laddove nel 2007 erano il 10%.

Secondo la Cisl Marche la crescita più significativa è quella del lavoro intermittente: questa tipologia contrattuale riguarda oggi il 15,6 % delle assunzioni, con un utilizzo più che quadruplicato nel corso degli ultimi cinque anni (+233,5 %). E’ indice di una forte precarizzazione delle condizioni di impiego dei lavoratori, che merita un più attento monitoraggio, così come il mondo dei tirocini e degli stage, che ha conosciuto una costante crescita quantitativa nell’ultimo triennio, pari al 32,1%.

“A fronte del forte incremento dei contratti flessibili, appare particolarmente importante la misura contenuta nell’Accordo anti-crisi sottoscritto nel dicembre 2011 dalla Regione Marche con CGIL, CISL e UIL, che prevede lo stanziamento di incentivi alle imprese che stabilizzeranno con assunzioni a tempo indeterminato i lavoratori impiegati con contratti a tempo determinato e atipici”, sottolinea Tonino Bori responsabile Lavoro Cisl Marche.

Sempre più preoccupante il dato sull’occupazione giovanile.

  • nel 2011 le fasce 15-24 anni e 25-34 anni hanno conosciuto una flessione consistente nel numero di occupati, rispettivamente -14,5% e -3,1%;
  • i tassi di disoccupazione sono aumentati in particolare per i più giovani, passando dal 15,7 % del 2010 al 23,5 %.
Il lavoro per i giovani continua a diminuire e, dove c’è, è soprattutto precario.
  • nel 2011 il lavoro intermittente è stato il più utilizzato (26,8%) nelle assunzioni relative ai 15-24enni, mentre le assunzioni giovanili a tempo indeterminato, a termine o in apprendistato sono tutte consistentemente diminuite nel periodo 2008/2011.
  • il costante calo dell’offerta di lavoro da parte degli under 34 testimonia, pertanto, anche un crescente scoraggiamento e disorientamento rivelato dal c.d. fenomeno “neet”, i ragazzi che non studiano né lavorano.
“In questa prospettiva è senz’altro da salutare con favore da un lato l’iniziativa della Regione di avviare uno specifico percorso di analisi del mercato giovanile del lavoro al fine di individuare valide linee di intervento, dall’altro l’inserimento di alcune misure anti precarietà, fortemente volute dal sindacato, nella recente riforma del lavoro” conclude Bori. 

 2 luglio 2012