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  • Le Marche ferite, le Marche tenaci

Abbiamo negli occhi e nel cuore le immagini di mesi terribili per la nostra regione e per tutto il centro Italia: morti, feriti, distruzioni e un crescendo di danni umani, sociali, economici; un impatto che durerà per anni e che cambierà per sempre la vita di intere comunità, di interi territori. Alcuni marchigiani erano ospiti dell’Hotel Rigopiano e in questi giorni altri lutti si sono aggiunti per la nostra comunità regionale ai tanti già patiti per le scosse di agosto.

L’attaccamento alla propria terra della gente marchigiana, laziale, abruzzese, umbra, in questa porzione di cuore del paese, è evidente.

La CISL si pone con chiarezza a servizio della comunità regionale ferita, da un lato con una prossimità sul territorio a chi è ora più vulnerabile, dall’altro con una vigile e propositiva attenzione alla gestione istituzionale del post sisma, infine con una forte volontà di attivare iniziative solidali. Ce la caveremo, il nostro Paese dà il meglio in certi momenti; spesso non sappiamo poi trarne insegnamento, non riusciamo a far diventare prassi ordinaria quella capacità di impegno, di dedizione, di unità che dimostriamo di fronte a delle calamità o a delle grandi difficoltà. Il Presidente Mattarella presente lunedi 30 gennaio alla toccante cerimonia di inaugurazione del 681° Anno Accademico dell’Università di Camerino, ha confermato vicinanza e impegno delle istituzioni.

Ma è indubbio che ci vorrà anche la solidarietà ed il sostegno degli Stati europei, dell’Unione Europea, di questa Unione un po’ acciaccata, un po’ egoista, un po’ disincantata, che spesso non dispiega a pieno tutte le sue grandi potenzialità.

Ci vorrà anche un surplus di quella flessibilità finanziaria giustamente richiesta dall’Italia alla Commissione Europea per far fronte ai colpi violenti inferti dal sisma.

Ci vorrà una capacità del Governo e del Parlamento di dare seguito alle progettualità delineate per una ricostruzione piena, fatta nella legalità e nella sicurezza, collocandola in una più generale riqualificazione di tutto il patrimonio edilizio del Paese, pubblico e privato, e in una manutenzione costante del patrimonio ambientale e culturale.

Bisogna essere obiettivi : le distruzioni sono cosi pervasive e diffuse, il territorio colpito è così vasto, la distribuzione antropica e l’orografia così articolate, le sequenze sismiche così ripetute, gli eventi meteo così pesanti che solo uno sforzo titanico prolungato nel tempo potrà consentire di affrontare le sfide dell’emergenza e della ricostruzione.

Allo stesso tempo sappiamo che l’esasperazione tra le persone sfollate, tra cui abbiamo anche molti nostri iscritti e delegati, è cresciuta, e noi vogliamo dar loro voce, con responsabilità ma con fermezza.

Lo stress psicologico si unisce alle difficoltà concrete di tutti i giorni, allo sradicamento dal proprio territorio, alla lacerazione di legami sociali, alla perdita di speranza rispetto al futuro. E le risposte sono talvolta non all’altezza. Qui nelle Marche servirà tutta la capacità della struttura politica e amministrativa della Regione, di impegnare in modo efficace e innovativo le risorse assegnate tramite i Fondi nazionali ed europei, a partire da quelli per le Aree interne, attrezzandosi meglio sul piano della macchina organizzativa; una Regione che sappia decidere certo, ma senza sottovalutare ascolto, confronto, condivisione con gli attori istituzionali locali, con le strutture della conoscenza e della ricerca, con le espressioni della rappresentanza sociale.

A livello nazionale bisogna accelerare con le modifiche normative da noi più volte avanzate su ammortizzatori, busta paga pesante, sospensione contributi previdenziali, scuola e trasport; è necessario fornire una programmazione chiara sulla installazione delle nuove aree abitative temporanee.

Sono proposte che, con varie iniziative sul territorio, spesso insieme a Cgil e Uil, abbiamo sollecitato più volte in questi mesi, verso Governo, Parlamento, Regione.

Abbiamo anche manifestato la necessità di ragionare sulla prospettiva, per contribuire a disegnare un progetto di rilancio dei territori colpiti, che dovrà essere un progetto di sviluppo per il futuro delle Marche e del centro Italia, appenninico e non solo: produzioni, ambiente e sostenibilità, tutela del territorio, materiali e modalità innovative per costruire, beni artistici e culturali, turismo, reti stradali e reti immateriali, reti del welfare, dalla sanità al socio-sanitario all’istruzione. Dentro c’è tutto perché tutto va ripensato insieme; è l’unica chance perché dal dramma possa sbocciare una opportunità.

L’Italia non può permettersi che un’area compresa da segmenti che idealmente uniscono Rieti all’Aquila, a Pescara, ad Ancona, a Perugia, possa prendere una deriva verso il declino o anche solo un percorso fatto di pezze messe qua e là per “tirare a campare”.

A questo scopo, come grande forza sociale, la Cisl continuerà a dare il suo contributo di prossimità, di solidarietà, di proposta.