«Ieri in Commissione Bilancio alla Camera è stato cancellato l’articolo del Decreto Rilancio che prevedeva che la proroga dei Durc, validi al 31 gennaio per via del lockdown non andasse oltre il 15 giugno. Protrarre ulteriormente la validità del Durc, che attesta il corretto versamento dei contributi da parte delle aziende, è un colpo di spugna sui diritti dei lavoratori e un regalo per caporali e imprese scorrette».
Lo dichiarano Christian Fioretti, Luca Tassi, Daniele Boccetti, segretari generali di Feneal-Uil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil Marche, commentando l’abolizione del comma 1 dell’articolo 81 del Decreto Rilancio, proposta da due deputati del Movimento 5 Stelle, Donno e Faro. «L’articolo in questione - spiegano – era stato richiesto dalle parti sociali dell’edilizia al Governo, ed era oggetto di un’intesa raggiunta ad aprile con i ministri del Lavoro, Catalfo, e delle Infrastrutture, De Micheli. Le conseguenze del provvedimento sono paradossali e pericolose: un’impresa edile, infatti, risulta regolare e può lavorare fino a fine anno senza pagare i contributi Inps, Inail e gli accantonamenti in Cassa edile (ferie, permessi, ratei di tredicesima). Può addirittura tenere i lavoratori in nero ma partecipare ad appalti pubblici e beneficiare di incentivi. Un’azienda che nasce oggi, invece, potrebbe lavorare senza aver mai pagato un contributo e risultare regolare, al pari di chi invece fa impresa seriamente pagando i lavoratori e rispettando leggi e contratti. Altro che lotta al lavoro nero, altro che lotta all’illegalità, alle mafie e alla criminalità».
Il voto, tra l’altro, sconfessa il Presidente Conte «che durante gli Stati generali dell'economia – ricordano i segretari - si era impegnato con i sindacati per un rafforzamento del Durc e degli strumenti di contrasto al lavoro nero. Chi pagherà le conseguenze di questo colpo di spugna saranno i lavoratori dell’edilizia e le tante imprese serie, e la maggioranza si assume una responsabilità gravissima. Per questo chiediamo ai parlamentari locali di non rendersi complici di questo scempio e di questa misura. In caso contrario come Sindacato territoriale faremo sentire la nostra protesta in tutte le sedi e nelle piazze delle diverse province marchigiane».
La ricaduta per la nostra regione Marche sarebbe devastante se pensiamo sopratutto ai lavori della ricostruzione post-sisma, e non solo, ed in netta controtendenza con gli strumenti di contrasto al lavoro nero e all’evasione contributiva creati nella ricostruzione post-sisma 2016 del Centro Italia per via legislativa e per effetto delle ordinanze commissariali. Parliamo sopratutto del DURC di congruità e del settimanale di cantiere due strumenti utili al miglior contrasto ai fenomeni di irregolarità lavorativa e contributiva, insieme alla sperimentazione del budget di cantiere in provincia di Macerata, strumento voluto dalla Prefettura e finalizzato al controllo dei flussi di manodopera nei cantieri della ricostruzione. Da anni per via contrattuale come Feneal-Uil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil puntiamo ad una ripresa del settore edile che faciliti l’attività alle tante imprese regolari e rispettose del contratto collettivo nazionale edile, invece constatiamo con questo intervento in Commissione Bilancio alla Camera che il Governo ha un’idea opposta sulla ripartenza del settore edile premiando con l’estensione della durata di validità del DURC le imprese irregolari e quelle non rispettose dei diritti e delle tutele dei lavoratori.