È allarme dentro e fuori le Questure e le Prefetture italiane dove sono impiegati oltre 1.500 lavoratori degli Sportelli unici per l’immigrazione. Personale ”prezioso” per rispondere alla mole ingente delle pratiche di rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno ma che, adesso, la decisione del Governo di tagliare la metà dei contratti pubblici a tempo determinato, rischia seriamente di spazzare via. L’allarme è duplice perché, da un lato, interessa il funzionamento del ministero dell’Interno e, dall’altro lato, le decine di migliaia di lavoratori stranieri e dei loro familiari che hanno a che fare con i documenti di permanenza in Italia e con i ritardi della macchina burocratica. Dalla manovra economica, non arrivano buone notizie. Le ragioni del contenimento della spesa pubblica avranno gravi effetti sul funzionamento delle Questure se si confermerà la riduzione degli organici del personale con contratti di somministrazione. La Cisl chiede il rinnovo dei contratti di somministrazione del personale ma insiste sulla necessità di trasferire la procedura del rilascio dei rinnovi dei permessi di soggiorno ai Comuni. Come ha detto più volte il segretario generale, Raffaele Bonanni, “il trasferimento di competenze è l’unico modo per rendere più efficace e leggera la macchina amministrativa nel rispetto dei termini di legge del rilascio dei permessi”. L’Anolf, l’Associazione della Cisl per gli immigrati, è mobilitata con presidi, incontri e sit-in davanti alle Questure e Prefetture italiane. “I contratti vanno rinnovati subito altrimenti la situazione, già pesante, sarà ingestibile - ha detto Oberdan Ciucci, presidente nazionale dell’Associazione per gli immigrati - Vanno evase tutte le pratiche della regolarizzazione di colf e badanti e di coloro che hanno presentato domanda e attendono da mesi il rinnovo sostenendo un onere economico non indifferente”. Roma, 28 luglio 2010